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Un Natale tra code e gelo: Pierpaolo Palladino, autore e regista teatrale, affronta la sua prima prova cinematografica. Lo fa con un film che vedrà la luce a dicembre 2016 se la campagna di crowfunding lanciata su Indiegogo produrrà le risorse economiche necessarie
Un film che parla di tre operai, precari come la maggior parte dei loro colleghi, costretti a passare la notte di Natale a guardia di un magazzino industriale. Un 'non luogo' che ricorda molto una capanna di duemila anni prima, quando al freddo e al gelo qualcuno bussò alla porta. In realtà, è una storia di integrazione, speranza, qualità nel fare le cose, professionalità e cuore. Il progetto nasce con l'intento di coinvolgere i tre protagonisti, Alessio, Silvano e Federico: ragazzi disabili che, grazie al teatro, trovano la via dell'integrazione sociale. Una realtà che nei promo del 'corto' cinematografico, Palladino riesce a far cogliere efficacemente al pubblico. Ce ne parla meglio in questa breve intervista.
Pierpaolo Palladino, come è nata l'idea di questa nuova scommessa professionale? "Pensando a una vicenda che potesse avere loro tre come protagonisti. Nella sceneggiatura vi è un elemento favolistico che potremmo definire di realismo magico, si sviluppa insomma tra le pieghe di un realismo ben preciso, come il magazzino freddo e dimenticato in cui i tre guardiani in prova sono costretti a trascorrere la notte di natale. Ma grazie al loro sguardo semplice, analogo a quello dei bambini che crede nell'esistenza della magia nel mondo reale, anche loro si meravigliano e accettano che lo spirito santo appaia alla loro porta, come se avesse scelto quel luogo e quelle anime semplici per far ambientare la magia del presepe. E infatti alla loro porta bussano prima un travestito infreddolito che chiede ospitalità, poi una ragazza di nome Maria in procinto di partorire accompagnata dal marito Giuseppe e poi un veterinario che trasporta sul furgone un bue e un asinello, il tutto sotto la regia discreta del travestito, che di nome si chiama Angela”.
Alessio, Silvano e Federico – i protagonisti – appaiono molto a loro agio sia sul palco sia davanti a una cinepresa. Tu, in questi ragazzi, come regista e autore, che cosa hai scoperto? "La capacità, grazie alla recitazione, di acquisire una maggiore consapevolezza di sè e delle proprie capacità espressive e dunque di comunicazione col mondo. E con questa consapevolezza, la possibilità di affrontare la paura di non essere al livello degli altri, acquisendo competenze anche in altri campi. Di crescere insomma ed essere più autonomi".
La tua storia di Natale porta temi di forte attualità. Per dirla alla Marzullo: credi che manchi di più al nostro quotidiano pizzico di magia, o piuttosto ai nostri sogni una buona dose di realismo? "Il lavoro con i ragazzi è una realtà che ha il sapore della magia. Ma per sognare con loro abbiamo bisogno del contributo economico di chi può aiutarci a realizzare il film".
La campagna di crowfunding Si partecipa andando sulla piattaforma Indiegogo e versando dai 10 Euro ai 5mila euro. Ogni quota serve a finanziare un pezzo del film: dal cestino del pranzo per gli attori alle faccende più complicate. L’obiettivo è raccogliere 15mila euro e sono stati già raccolti quasi 2mila. Per ogni fascia di quota versata corrisponde un premio. Tra cui anche una gigantografia vostra sul set. Insomma c’è da divertirsi.