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Area Riservata
19 Aprile 2024

Drugstore Gallery Portuense: resistenza attiva contro gli attentatori alla cultura

di Silvia Mattina
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Drugstore Gallery Portuense: resistenza attiva contro gli attentatori alla cultura

Nella capitale, un sito archeologico accetta una sfida piena di insidie: progettare la rinascita culturale del quartiere romano Portuense e difendere la memoria storica da un mirato e barbaro ostracismo

“In Italia si potrebbe vivere bene già solo con la cultura”, quante volte è capitato di leggere o ascoltare questa frase? Ogni qualvolta si scoprono nuovi siti archeologici si ricorda e si rivive la bellezza e lo splendore dell'antica Urbe, ed è il caso del recente rinvenimento dell'area archeologica Portuense.
L'ingresso della Drugstore Gallery Portuense si trova in via Portuense 317 e ospita uffici della Soprintendenza Archeologica per il Patrimonio di Roma.
La storia di questo sito archeologico è stata fin dalla sua nascita segnata da difficoltà e danneggiamenti, infatti i  resti di cinque ambienti funerari sono stati inglobati dalla costruzione di un supermercato in stile americano (Drugstore) e fino al 1982 interdetti al pubblico. A conclusione dei lavori, il cliente/visitatore (mondo dei vivi) poteva aggirarsi tra uno scaffale e l'altro ammirando le strutture delle necropoli romana (mondo dei morti ). L'esigenza commerciale, come spesso capita, non incontra l'urgenza culturale e quindi ben presto il Drugstore sprofonda in un crescente degrado che conduce alla chiusura del supermercato e quindi del sito archeologico. Con l'avvio di un nuovo restauro si segue l'idea di dividere le due aree (commerciale e archeologica) attraverso costruzioni di muri e lo spostamento del civico dal 313 al 317.
Una tomba in tufo di età imperiale, un cippo in travertino testimonianza di Vespasiano (I se. d.C.), anfore, scheletri del Neolitico (3000-2500 a.C.), un labrum (piccola fontana riutilizzata quale acquasantiera)e un pavimento musivo consacrato alla divinità dell'oltretomba Mani è questo lo scenario che si presenta a chi visita quest'area, storicamente molto ricca di testimonianze di una sequenza di antropizzazioni.
Le trasformazioni non si fermano qui, e il sito è sempre un cantiere attivo nonostante le tante e ripetute intimidazioni: l'incendio al box e alle due baracche contenenti strumenti di lavoro degli archeologi e reperti e  di un'area all'interno del museo, e  danneggiamento di una iscrizione su una fistula.
Ancora una volta l'archeologia è strumentalizzata per diventare il capro espiatorio e l'alibi per il Comune e le Ferrovie, che nel gioco del rimpallo delle responsabilità trascurano l'importanza di preservare la preziosa attività di questo gruppo tenace di archeologi nel pieno dell'attività di scavo e di catalogazione.  
L'ottusità e l'ignoranza di pochi non può arrestare la sete di sapere dei cittadini, a loro sono destinati gli eventi culturali: ballo, letteratura, mostre e corsi. L'obiettivo per garantire al pubblico la costante apertura sarebbe quello di diventare Fondazione per poter essere autonomi dalle istituzioni e poter disporre di personale e fondi sufficienti a mantenere in vita il museo. Al grido di aiuto lanciato sulla pagina Facebook del museo “non lasciamo solo il Drugstore Gallery”, gli archeologi continuano a difendere il proprio lavoro contro la costante attività criminale e pensano alla realizzazione del sito internet.
Per info:
https://www.facebook.com/pages/Drugstore-Gallery/1383909795162944


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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