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20 Aprile 2024

'L'inizio': una tragedia contemporanea dalla catarsi alla vendetta

di Emanuela Colatosti
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'L'inizio': una tragedia contemporanea dalla catarsi alla vendetta

Giallo psicologico e violenza di genere si fondono nel dramma andato in scena presso il Teatro dei Documenti, al quartiere Testaccio, scritto da Donatella Busini e diretto da Francesca Bartellini: uno scontro tra donne e potere che assume risvolti formativi per il soggetto femminile

Il Teatro dei Documenti non è solo uno spazio suggestivo che non ha la forma architettonica a cui siamo abituati, per garantire una fruizione frontale. Gli spettatori, infatti, prendono posto ai due lati di una scena piuttosto oblunga. La regia di Francesca Bartellini si sviluppa, per questo, longitudinalmente, ritagliando con luci e movimenti le ambientazioni in cui si incastrano i pezzi di quel ‘puzzle’ che è ‘L’inizio’, opera teatrale tratta da un soggetto di Donatella Busini. Se, da un lato, la distanza tra pubblico e attori si accorcia, la scena, al contempo, si allarga: non è solo il ‘di qui’ del lungo corridoio, ma è anche un ‘di là’ dalle quattro mura in cui si realizza la piéce. Il ‘disegno-luci’, realizzato ad arte dai fratelli Pirandello, Stefano e Giovanni, segna fisicamente i limiti di ogni quadro, rendendo la scena morbida e fluida. ‘L’inizio’ è un thriller psicologico dalle tinte fosche, con tendenze al paranormale. Femminile la regia, la drammaturgia e anche il personaggio intorno al quale si sviluppa la vicenda. Un cast fisicamente e un altro virtualmente presente, diretto con un’idea precisa, attraverso l’utilizzo razionale dello spazio a disposizione. Dal copione si respira un’aria anglofona, data dai nomi dei personaggi in scena, ma anche dal modo in cui i contesti vengono narrati e descritti. Probabilmente, lo spettaccolo è riuscito anche a conquistarlo un proprio spazio, visto l’apprezzamento caloroso di molta parte del pubblico, che non ha mai mancato di esprimere la propria approvazione, anInizio_1.jpgche a scena aperta. Forse, perché si è scelta una drammaturgia che accompagna con cura quasi morbosa lo spettatore verso la soluzione dell’intreccio. Con l’emissione fonica di ogni domanda, ogni quesito che alberga nella tessitura di ciascun personaggio è esplicitato e condiviso verbalmente con gli spettatori, rendendoli partecipi delle motivazioni e delle determinazioni ad agire, che permettono di sviluppare la trama. Catherine, il personaggio principale, ha la stessa performer a prestarle il corpo in scena, a prescindere dall’età, eccezion fatta per il primo cortometraggio, proiettato subito dopo l’apertura. In ogni caso, questo passaggio da una dimensione filmica a una ‘attuale’ può avere un effetto più efficace. L’infanzia della protagonista, restituita tramite microfono – creando un maggior collegamento con il pubblico da parte della fanciulla - trova probabilmente spiegazione nel ruolo che il supporto multimediale svolge nella contemporaneità: il microfono, come la videoregistrazione, potrebbero segnare il transito da una verità sussurrata e soggettivamente ‘interpretata’, a una realtà che, proprio nel trasferimento tramite un medium, si fa collettivo, quindi oggettivo. Lo spettacolo ha la sua ritmica, che deriva dalla decisione di mantenere una linea temporale alternata, invece che continua. ‘L’inizio’ è una tragedia a tutti gli effetti: una volta illuminate le ombre di un passato sottaciuto, ma anche rimosso per dolore, la protagonista può farsi giustizia. Un atto estremo di ribellione ed emancipazione di una ragazza che, anche a nome di tutte le altre donne della sua famiglia, decide di punire uno degli artefici di un potere sempre maschile. La vendetta è probabilmente soppressione definitiva e ineluttabile di ogni incognita ingabbiante, di ogni trauma perpetrato. Questione di genere, potere, gusto per il mistero e per i rebus, legami ambivalenti e identità in conflitto con se stesse e con gli altri: sono tanti gli ingredienti mescolati, in grado di risultare gustosi per gli amanti di un’indagine che sappia arrivare alle radici del male. E anche oltre.

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QUI SOPRA: LA PROTAGONISTA, CATHERINE, HA COMPIUTO LA SUA VENDETTA CONTRO IL PADRE

AL CENTRO: DONATELLA BUSINI NEI PANNI DI CATHERINE RIFLETTE SULLA VERITA' DELLA SUA IDENTITA'

IN ALTO A DESTRA: LA LOCANDINA DELLO SPETTACOLO

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