Il mensile di informazione e approfondimento che
intende riunire culturalmente il nostro Paese nel pieno rispetto di tutte le sue tradizioni, vocazioni e ispirazioni ideologiche e politiche.
diretto da Vittorio Lussana
Area Riservata
19 Aprile 2024

Le più belle canzoni per il cinema italiano

di Annalisa Civitelli
Condividi
Le più belle canzoni per il cinema italiano

Sul palcoscenico del teatro Palladium di Roma è andato in scena, il 16 e il 17 gennaio, “La vita è musica”. Lo spettacolo ha riproposto alcune delle più celebri e indimenticabili canzoni italiane “prestate” al grande schermo negli ultimi sessant’anni

Un connubio straordinario ha propagato le sue note all’interno del Teatro Palladium di Roma, il 16 e il 17 gennaio, per due ore intense di musica e recitazione. Teatro e melodie hanno intensamente dialogato grazie all’idea di rendere omaggio a due film italiani e premi oscar, La vita è bella di Benigni e Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore.
L’intento dell’evento La vita è musica, le più belle canzoni per il cinema italiano è stato testimoniare quanto il rapporto tra musica e cinema sia fecondo. La scelta di rappresentare le due arti, ha focalizzato l’attenzione su alcune composizioni di 9 autori italiani, e sul loro differente approccio dedicato alla musica da film e alle soluzioni adottate.
Una carrellata di video, arte circense, teatro, danza, e musica per un’orchestra di 7 elementi. La Piccola Orchestra – Voci di Roma, formata dal Maestro Gianpietro Marazza alla fisarmonica, Cristina Gregorini al clarinetto, Mario Caporilli alla tromba, Rocco Teora alle percussioni, Alberto Caneva al basso, Stefano Lemme alla chitarra e Leonardo Russotto al piano e tastiere, ha accompagnato i due performer, cantanti e attori, Gilberta Crispino e Fabrizio Russotto, con la partecipazione di Franca Lumachi e Alberto Caneva.
Locandine e video tratti da film storici, e fotografie di scena, sono stati proiettati mentre la musica fluiva sul palco. All’unisono gli attori, rievocando canzoni, misteri, scene e monologhi, tra recitazione e canto, hanno fatto davvero vivere le atmosfere romantiche, struggenti e piene di fascino di quell’arte cinematografica che tuttora incanta e dona illusioni.
Il pubblico sì è perso in scenari e colonne sonore dei grandi film d’autore, quali La voce della luna di Fellini, Che cosa sono le nuvole, Capriccio all’italiana, Canzone arrabbiata, D’amore e d’anarchia, Fratello sole e sorella luna, La Tosca, Nuovo Cinema Paradiso, Kaos, Amore, Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana, Un maledetto imbroglio, Nini Tirabuscio, Il Postino, Fumo di Londra, Sacco e Vanzetti, Polvere di Stelle, scivolando tra le note di Morricone, Rota, Piovani, Trovajoli, Rustechelli, Bacalov, Piccioni e Modugno.
L’opportunità è stata immaginare nuovamente fotogrammi eleganti e poetici, a cui i grandi registi si sono dedicati dando valore al loro lavoro. Ritrovandoci dentro alcune ambientazioni, sognando, ci siamo distaccati dalla realtà. Una forte eco di momenti di alta energia e di emozioni.
Il pubblico ha risposto con clamore alle buone esibizioni della Crispino (versatile nei canti dialettali in romano) e di Russotto (con un timbro vocale molto adatto all’opera).
Nella resa generale forse si sarebbero potuti omettere due sketches. L’uno, sebbene abbia ricreato il contesto vitale degli intervalli, all’interno dei cinema antichi, ha solo rallentato l’andamento dello spettacolo. L’altro introduceva l’esibizione di Gilberta Crispino in Nini Tirabuscio.
Nel complesso uno spettacolo interessante e intuitivo, ma che di certo potrebbe essere presentato con più vigore e dinamismo, e ridotto nei tempi. Buona l’entrata dell’orchestra in scena, in cui i musicisti, vestiti da clown, hanno ricordato Fellini e La strada.

Il 'magico' binomio musica e celluloide di Giorgio Morino

Cinema e musica da sempre si accompagnano di pari passo, fin da quando i film erano muti e la musica veniva suonata direttamente in sala da un inserviente al pianoforte. La sincronizzazione dell’audio con l’immagine, avvenuta nel 1927 con il film Il cantante di jazz, rese l’esperienza ancora più viva e coinvolgente, con la musica che diventava parte integrante dello svolgimento narrativo, sottolineandone i passaggi più importanti e contribuendo a caratterizzare i protagonisti. Il cinema italiano ha potuto beneficiare di un repertorio straordinario di brani e melodie, creati da compositori del calibro di Ennio Morricone, Nino Rota, Armando Trovajoli e Nicola Piovani, giusto per citare i più celebri, che hanno letteralmente scritto la storia del nostro cinema e della nostra memoria collettiva. Lo spettacolo andato in scena al Palladium parte da questo presupposto trasporta musica e immagini sul palcoscenico, ricreando le scene più famose di alcuni capolavori del nostro cinema cui fa immediato seguito l’esecuzione della canzone. Il lavoro di ricerca dietro allo spettacolo è stato assolutamente di alto livello, andando a 'scovare' le pellicole più note e amate del nostro cinema: si parte dal capolavoro di Federico Fellini, 8 1/2, con la Piccola Orchestra Voci di Roma che sul palco si presenta in veste della banda di clown musicisti del carosello finale della pellicola, aprendo le danze di questo immaginario 'tour' nella storia e nei ricordi. Fabrizio Russotto (attore doppiatore e cantante che molti ricorderanno come interprete del ruolo del cantastorie nell’edizione del 1998 di Rugantino insieme a Valerio Mastrandrea e Sabrina Ferilli,) presta la sua voce straordinaria a tanti personaggi diversi con una performance perfetta, grazie anche alla complicità di un’ottima Gilberta Crispino, attrice capace di alternare una grande vis comica a momenti più drammatici con estrema bravura e duttilità. Sono diciannove le pellicole scelte per questa rappresentazione, dal già citato 8 1/2 a Kaos dei fratelli Taviani, passando per Ninì Tirabusciò a Fumo di Londra. Il momento più toccante, quello che più di ogni altro ha colpito il pubblico in sala, è stato raggiunto con l’episodio Che cosa sono le nuvole (diretto da Pier Paolo Pasolini nel film del 1968 Capriccio all’Italiana): la rappresentazione della tragedia di Otello da parte di un gruppo di marionette che però inizia a porsi delle domande sul perché stanno facendo quello che chiede loro il burattinaio. Nella scena finale del film, quando Otello (Ninetto Davoli) e Iago (interpretato da Totò nella sua ultima apparizione cinematografica) vengono gettati in una discarica dopo essere stati fatti a pezzi, prima di morire si ritrovano ad ammirare quella “straziante, meravigliosa bellezza del creato” che sono proprio le nuvole, mentre il 'monnezzaro' (interpretato da Domenico Modugno) intona la canzone che dà il titolo proprio allo spezzone; il ricordo di Anna Magnani nell’episodio Il miracolo tratto da Amore del 1948 rientra tra i momenti più riusciti dello spettacolo, insieme al racconto della storia del soldato e della principessa (interpretato nella pellicola originale da Philippe Noiret) sulle note indimenticabili di Ennio Morricone in Nuovo Cinema Paradiso. Mentre la bellezza straziante di Brucia la terra (melodia che ha reso immortali Nino Rota e Il Padrino di Francis Ford Coppola, film troppo spesso frainteso) nello spettacolo è volutamente né mostrato né menzionato, sostituito invece da una galleria fotografica di Palermo e della Sicilia di inizio secolo che da sola vale il prezzo del biglietto. Divertenti le schermaglie tra Tosca e Cavaradossi sulle note di Chi so’? so’ tutta un foco. La conclusione è affidata all’intramontabile ritornello di Ma ‘ndo Hawaii che lascia il pubblico allegro e riconoscente per il lungo amarcord cui ha assistito.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
EDITORE: Compact edizioni divisione di Phoenix associazione culturale