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25 Aprile 2024

Appello contro la pena di morte: arrestiamo le esecuzioni capitali

di Valentina Spagnolo
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Appello contro la pena di morte: arrestiamo le esecuzioni capitali

La Federazione italiana per i diritti umani è impegnata in questi mesi nella campagna ‘Universal Moratorium on the Death Penalty 2018’ di cui Oliviero Toscani è testimonial ufficiale

Il 2018 è stato un anno propulsivo per la realizzazione di iniziative a sostegno dei diritti umani. Soprattutto, della campagna tuttora in atto contro la pena di morte. In particolare, la Federazione italiana diritti umani è impegnata, proprio in questi mesi, nella campagna 'Moratoria Universale 2018 - Fermiamo le Esecuzioni!' di cui è testimonial Oliviero Toscani. E’ con grande rispetto per i progetti in atto che, insieme a Eleonora Mongelli, vicepresidente Fidu, affronteremo nella seguente intervista gli aspetti più importanti dell’impegno condiviso dalla stessa Federazione, nata per la promozione e tutela dei diritti umani, civili, sociali e politici, nonché delle pari opportunità. I progetti sostenuti dalla Fidu si collocano all’interno di un vastissimo piano di sviluppo, per la divulgazione e affermazione di un’ampia gamma di diritti. L’attuazione e gli sviluppi delle campagne stesse,  poggiano sui principi della non violenza, della pace dei popoli, verso la proiezione di una cultura della legalità. Precisamente, la Federazione si richiama al Settimo Principio dell’Atto Finale di Helsinki, intitolato ‘Rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali’, con il quale gli Stati aderenti riconoscono che tale rispetto è un “fattore essenziale di pace, giustizia e benessere necessario ad assicurare lo sviluppo di relazioni amichevoli e della cooperazione tra gli Stati stessi e tra tutti gli Stati del mondo”. Sicuramente, il coinvolgimento dei giovani e l’attività di formazione culturale e professionale sono un punto di forza fortemente caratterizzante le modalità di interazione e sviluppo per il sostenimento dei programmi divulgativi. Per tali motivazioni, abbiamo deciso di rivolgere la nostra attenzione alla campagna per la ‘Moratoria universale della pena di morte 2018’, in favore della quale la Fidu, essendone attivo sostenitore, riveste il ruolo di membro all’interno della ‘World Coalition Against the Death Penalty’ (WCADP).

Eleonora Mongelli, qual è la situazione attuale riguardo l’applicazione della pena capitale a livello mondiale?
“Grazie all’azione della comunità internazionale, oltre la metà dei Paesi del mondo ha cancellato la pena di morte dal proprio codice penale. Sono 106, oggi, i Paesi totalmente abolizionisti. Quindi, resta indubbio un ‘trend’ positivo verso un’abolizione universale. Inoltre, a confermare la generale tendenza abolizionista ci sono i dati riguardo all’uso della pena di morte nel 2017, i quali ci mostrano un calo delle esecuzioni rispetto agli anni precedenti”.

Uno degli strumenti ritenuti più efficaci nell’ambito della strategia abolizionista è la moratoria universale della pena di morte: in cosa consiste e qual è la sua finalità?
“Grazie soprattutto alla grande campagna di ‘Nessuno Tocchi Caino’ e all’impegno del Governo italiano, nel dicembre 2007 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò per la prima volta, con 104 voti a favore, 54 contrari e 29 astensioni, una risoluzione per una moratoria universale sull’applicazione della pena di morte. Un anno dopo, un’analoga risoluzione passò con 106 voti a favore, 46 contrari e 34 astensioni. Da allora, ogni due anni la risoluzione è messa al voto dell’Assemblea e, con un testo variamente formulato di volta in volta, le Nazioni Unite ribadiscono che la pena di morte è una pratica che mina la dignità umana e che la sua abolizione è necessaria per il progressivo sviluppo dei diritti umani, invitando ogni Stato che ancora la conserva a osservare una moratoria delle esecuzioni. Attualmente, la sfida principale è quella di mantenere la tendenza, chiaramente abolizionista, che si è affermata a livello globale negli ultimi decenni, quindi quella di convincere gli Stati che ancora applicano la pena di morte a cancellarla dal loro ordinamento giuridico. L’impegno di un Paese che ancora conserva la pena di morte nella sua legislazione, ma decide di votare a favore di una sospensione delle esecuzioni, è sicuramente un primo importante passo verso l’abolizione definitiva”.
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Dunque, in vista del nuovo voto a New York del prossimo autunno, quali sono le sfide che si presentano?
“Per il prossimo voto, previsto per l’autunno 2018, l’impegno è soprattutto quello di ottenere un numero maggiore di voti in favore, dopo che nel 2016 si sono registrati sia dei passi avanti, grazie ai primi voti a favore di alcuni Stati, tra cui Malawi e Swaziland, ma purtroppo anche dei preoccupanti passi indietro da parte di Paesi come Niger, Seychelles, Filippine e Guinea Equatoriale, i quali si sono astenuti dopo aver precedentemente votato a favore. E le Maldive, che sono passate dall’astensione al voto contrario”.

Possiamo considerare realmente recepito il messaggio dall’intera popolazione nei Paesi soffocati da regimi dittatoriali o da sistemi malati, in cui si tralascia il valore della dignità umana per scopi puramente egoistici e politici?
“Purtroppo no, per quanto il ricorso alla pena capitale stia sempre più perdendo consenso. Tra la gente, c’è da considerare che, in alcune aree geografiche, come per esempio il Sud-est asiatico, l’opinione pubblica si dice ancora a favore. Questo accade in gran parte perché manca un’informazione corretta sull’uso della pena di morte, su tutto quello che c’è dietro questa pratica crudele e sulla sua assoluta inefficacia riguardo alla deterrenza”.

La Fidu, operando anche sul territorio nazionale, si sta mobilitando per sensibilizzare anche l’Italia verso la campagna contro le esecuzioni capitali: come sta specificamente agendo per portare in luce l’argomento, evidenziando l’importanza di un problema comune, che prescinde dall’esistenza di ogni confine?
“Il lavoro per promuovere l’abolizione universale della pena capitale e l’impegno, in questa battaglia, soprattutto dei Paesi che l’hanno già abolita, prevede una grande azione di coordinamento con altri soggetti. E questo è possibile anche grazie all’esistenza della ‘World Coalition Against the Death Penalty’: un network internazionale che racchiude moltissimi attivisti, provenienti anche da Paesi retenzionisti e di cui la Fidu è membro. Inoltre, un forte strumento, che stiamo rafforzando sempre più, è quello dell’educazione ai diritti umani e, quindi, della promozione di progetti rivolti anche agli studenti delle scuole. Parlando di giovani, recentemente, grazie al partenariato con Dna concerti, nota agenzia italiana di eventi musicali, siamo stati presenti alla ‘preview’ romana del ‘Siren Festival’ a giugno e alla quinta edizione del ‘Siren Festival’ che si è tenuto dal 26 al 29 luglio, come da tradizione, a Vasto (Chieti). E’ stata un’ottima occasione per coniugare musica e diritti umani e per estendere a un pubblico più vasto le nostre iniziative”.

I Paesi interessati dal fenomeno delle esecuzioni capitali, hanno sempre delle basi ed antecedenti storici a cui rimandano?
“Molto spesso, l’uso della pena capitale è legato a un retaggio coloniale, come per alcuni Stati dell’Africa subsahariana. Questo è uno dei motivi per cui confidiamo che l’Africa possa diventare il prossimo continente abolizionista e la notizia di tre mesi fa, giunta dal Burkina Faso, il quale ha deciso di cancellare la pena di morte dal codice penale, ci fa ben sperare che siamo sulla buona strada”.

Ci sono degli strumenti giuridici riconosciuti dall’ordinamento internazionale che consentono di eliminare un fenomeno così radicato in alcuni Stati?
“Il diritto internazionale è un tipo di diritto che riposa sul consenso degli Stati. Vi sono, certamente, dei trattati, in particolare dei protocolli in ambito europeo e internazionale, che vietano o limitano l’uso della pena di morte (per esempio il Sesto e il Tredicesimo della Convenzione europea, il Secondo nel Patto del ’66), ma come tutti i trattati, essi vincolano solo gli Stati che li hanno ratificati. Essendo gli Stati mantenitori restii alla ratifica, essenziale è proseguire il lavoro di sensibilizzazione verso l’abolizione mondiale".

Ringraziamo Eleonora Mongelli per la panoramica mostrata sulla situazione attuale nel mondo, rispetto ad un argomento così importante e rilevante. Al contempo vorremmo contribuire nel lanciare un vivido appello per il sostenimento dei progetti e delle campagne della Fidu. Un fenomeno come quello delle esecuzioni capitali sottolinea l’importanza di coinvolgere l’opinione collettiva e l’informazione di fronte a delle realtà che possono talvolta apparire distanti e fuori da ciò che, in un’ottica globale, dovrebbe invece corrispondere all’idea di unico ordine sociale, poggiato sugli stessi valori e princìpi. La rilevanza dei diritti umani e il riconoscimento degli stessi in ogni Stato dovrebbe essere l’orizzonte di sviluppo per comprendere anche l’avanzamento della integrazione culturale, per cui il principio di uguaglianza dovrebbe essere un monito costante. I piani d’azione contro le aberranti torture e le esecuzioni capitali esulano dalla concezione di ordine sociale e di ordinamento giuridico. L’impegno mostrato dai sostenitori della campagna contro la pena di morte è un allarme per considerare l’aiuto di cui hanno bisogno attualmente molti Paesi, tralasciato per anni, che ha favorito l’emergere di un fenomeno radicalizzato. Non possiamo esclusivamente parlare di diritti umani e dei connessi strumenti di formalizzazione del diritto, prescindendo dal considerare ciò che concretamente rappresenta un passo per l’affermazione e la realizzazione del diritto stesso. Con il riconoscimento dell’impegno oggi mostrato dai sostenitori di questa campagna, ci affianchiamo a gran voce, sia in qualità di esseri umani, sia di ‘cittadini globali’.

Eleonora Mongelli
Ha iniziato la sua attività per la difesa e la promozione dei diritti umani e civili denunciando le condizioni di oppressione di popoli e minoranze, tra cui tibetani e uiguri, per poi concentrarsi maggiormente sul lavoro di advocacy per la lotta alle discriminazioni, il miglioramento della giustizia e il rafforzamento degli strumenti di tutela dei diritti umani presso le istituzioni nazionali, europee e delle Nazioni Unite. Si è occupata di tutela dei diritti dei detenuti, attuando monitoraggi nelle carceri e negli Opg, denunciandone i trattamenti inumani e degradanti. Dal 2007, è attiva nella campagna per l’abolizione della pena di morte nel mondo, organizzando eventi e partecipando a diversi progetti internazionali. Ha collaborato con la Ong francese ‘Ensemble contre la Peine de Mort’ e con la ‘World Coalition against the Death Penalty’ in qualità di membro dell’équipe che ha organizzato il VI Congresso mondiale contro la pena di morte, tenutosi a Oslo nel giugno del 2016. È stata membro della delegazione per la missione di advocacy di ‘Nessuno Tocchi Caino’, sponsorizzata dalla Farnesina, svoltasi in Africa nel novembre del 2016 in supporto alla Risoluzione dell’Assemblea Generale dell’Onu per una moratoria universale delle esecuzioni. È stata membro del Comitato esecutivo della Lega italiana dei diritti dell’uomo.

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NELLA FOTO QUI SOPRA: IL MANIFESTO DELLA MORATORIA UNIVERSALE DELLA PENA DI MORTE 2018

AL CENTRO: IL MAESTRO OLIVIERO TOSCANI RITRATTO DA STEFANO BEGGIATO

IN ALTO A DESTRA: LA VICEPRESIDENTE DELLA FIDU, ELEONORA MONGELLI


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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