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5 Maggio 2024

Digital art: il 2023 è l'anno del rinascimento

di Arianna De Simone
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Digital art: il 2023 è l'anno del rinascimento

Il mecenatismo 3.0 parla la lingua delle nuove tecnologie, che sono contemporaneamente  il mezzo e il messaggio di un mondo artistico multiforme

Nel 2023 si è fatto un gran parlare di arte digitale. Già negli anni precedenti si erano fatti strada i concetti di Nft, di Blockchain, di realtà aumentata e realtà virtuale, tutti legati, seppur non esclusivamente, al mondo delle nuove forme di arte. Quest’anno, però, complice anche l’avvento del Metaverso e dell’Intelligenza artificiale, si è parlato di un vero e proprio "rinascimento dell’arte digitale". E come ogni rinascimento che si rispetti, ha i suoi mecenati. Il mecenatismo 3.0 parla la lingua delle nuove tecnologie, che sono infatti contemporaneamente il mezzo e il messaggio dell’arte digitale: un mondo multiforme che sta diventando sempre di più una branca dell’arte tradizionale e che, oggi più che mai, gode di grande popolarità. Ne abbiamo parlato con Davide Sarchioni, direttore artistico del Var Digital Art by Var Group, quello che lui stesso definDavide_Maria_Coltro_Censimento_dei_viventi.jpgisce: “Un polo dinamico di sperimentazione che indaga gli scenari dell’innovazione tecnologica attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea”. Var group, che opera nel settore dei servizi e delle soluzioni digitali per le imprese, ha deciso di intraprendere questo percorso di 'mecenatismo' per l’arte digitale in tempi non sospetti, sin dal 2017:  “Dal 2022 sono direttore artistico del progetto Var Digital Art, un progetto che fin dal 2017 ha iniziato a strutturarsi secondo una formula ben definita. Al centro ci sono gli artisti, invitati a sperimentare i loro processi artistici utilizzando know how e strumenti tecnologici dell’azienda. Gli artisti sono quindi chiamati ad affrontare diversi percorsi all’interno di una vera e propria VDA Factory, dedicata alla produzione artistica contemporanea. All’interno del progetto ci sono anche altri momenti, nati per approfondire il rapporto fra arte, creatività SVCCY_DYSTOPIAN_CONSTRUTIONS_London.jpge nuove tecnologie: tali approfondimenti avvengono durante i VDA Forum, a cui possono partecipare artisti, creativi, imprenditori ma anche giornalisti, studiosi, ingegneri. L’intento è creare una commistione di saperi differenti dalla quale possa scaturire innovazione, che possa essere comunicata all’interno ma anche all’esterno dell’azienda”.
L’impegno di Var Group si esplicita anche attraverso l’organizzazione di mostre, all’interno e all’esterno dell’azienda, di talk, di lab che coinvolgono le Accademie di Belle Arti, le scuole e le università, ma diventa 'mecenatismo' vero e proprio quando commissiona opere inedite agli artisti in questione, che poi entrano a far parte della collezione Var Digital Art.
Fiore all’ocSVCCY_DYSTOPIAN_CONSTRUTIONS.jpgchiello di questo progetto dedicato all’arte digitale, la prima edizione del VDA Award, il premio dedicato a tutti gli artisti digitali italiani che “mira a indagare le relazioni fra arte e nuove tecnologie”, come ci spiega ancora Sarchioni. “Alla prima edizione sono stati invitati 12 artisti, selezionati dal comitato scientifico composto da Chiara Canali, Valentino Catricalà, Rebecca Pedrazzi, Domenico Quaranta. Ogni membro ha proposto e selezionato 3 artisti da invitare, ogni artista propone un’opera edita o inedita e alla fine di settembre 2023 lo stesso comitato scientifico si riunirà per scegliere le 4 opere finaliste. Queste opere parteciperanno ad una mostra allestita a Rimini, in occasione della Convention annuale di Var Group, e a conclusione della convention sarà decretato il vincitore”.
Il percorso, che porta l’arte digitale nei musei e nelle case dei collezionisti, è quindi già iniziato e non è nulla di così nuovo, visto che già negli anni ’50 del secolo scorso si parlava e si studiava la Computer Art, nonostante oggi i mezzi a disposizione siano infinitamente più potenti. A fare la differenza, infatti, non sono le tecnologie utilizzate, ma come l’artista decide di impiegarle. In altre parole, è l’elemento umano che - se di arte si tratta - resta imprescindibile.

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