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2 Dicembre 2024

Jack Braglia: "Con le mie 'conversazioni' stimolo la riflessione sul nostro futuro"

di Arianna De Simone
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Jack Braglia: "Con le mie 'conversazioni' stimolo la riflessione sul nostro futuro"

Sei grandi sculture dell’artista e fotografo svizzero realizzate con la tecnica innovativa del ‘wrapping’ per raccontare l'emergenza idrica: una mostra-diffusa presso il Parco Archeologico di Grosseto curata da Beatrice Audrito
 
Inaugurata lo scorso 25 giugno e in esposizione fino al 15 novembre 2023, l’acqua, ovvero ‘l’oro blu’, diventa protagonista della mostra a cielo aperto 'diffusa' nel centro storico di Grosseto con ‘Conversations with Blue Gold’, dell'artista e fotografo svizzero, Giacomo ‘Jack’ Braglia, a cura di Beatrice Audrito: sei grandi sculture, realizzate con la tecnica innovativa del ‘wrapping’, per raccontare l'emergenza idrica. Un’incursione artistica che accompagnerà i visitatori, gli abitanti e i turisti in un percorso di consapevolezza, in cui Braglia - già protagonista della 58esima Biennale di Venezia con la mostra #MayYouLiveToHelpWalkers - dà corpo alla fotografia tradizionale trasformando i suoi scatti in sculture e installazioni tridimensionali grazie a supporti fotografici alternativi: busti in gesso, scudi, bocche classiche e piramidi che riveste di immagini fotografiche per permettere alla fotografia di conquistare la terza dimensione, superandone i limiti.
Tredici sono le foto scelte per raccontare un tema d’attualità e ambiente: tredici foto che, raccontando la ricchezza dell’acqua e la sua importanza, ne dimostrano il rischio della scarsità, coinvolgendo il visitatore sul tema dell'oro blu, la riserva di acqua potabile presente sul nostro pianeta, al fine di sensibilizzare il pubblico ad un consumo responsabile di acqua. Una riflessione urgente, oggi più che mai di grande attualità, che pone l'attenzione sul nostro presente: un momento storico senza precedenti in cui la siccità ha messo in ginocchio il pianeta Terra.
La mostra ‘Conversations with Blue Gold’ si sviluppa in un percorso di sei grandi sculture a cielo aperto, disseminate tra le vie del centro storico di Grosseto, tra Piazza Dante e il Giardino dell’Archeologia, una città che nel corso dei secoli ha avuto un rapporto molto complesso con l’acqua. E' così che si dispiega il racconto di Braglia. Nelle sue opere, immagini fotografiche dai colori accesi scattate durante i suoi viaggi, prendono corpo aderendo perfettamente a bocche classiche, scudi e altre forme scultoree ispirate al periodo ellenico. Le opere rievocano lo spirito delle ‘Conversations’ (conversazioni, ndr), il titolo che l'artista ama dare alle sue mostre per sottolineare la necessità di aprire un dialogo con il fruitore. L’artista mette così a punto una nuova narrazione visiva condotta servendosi di medium diversi come la fotografia, la scultura, il colore. Un invito a riflettere sul rapporto 'uomo-natura', sui nostri comportamenti quotidiani e sulla necessità di abbracciare uno stile di vita più sostenibile. ‘Conversations with Blue Gold’ è, infatti, il frutto dell'ultima fase di ricerca dell’artista. Il tema della scarsità idrica e dell’utilizzo consapevole delle risorse naturali, così come il concetto di sostenibilità, diventano fulcro dell'indagine di Braglia: tematiche di cui l'artista si occupa da sempre, raccontando le contraddizioni del nostro tempo attraverso il suo obiettivo fotografico grazie ad una ricerca al confine tra fotografia e scultura. 'Conversations with Blue Gold' arriva, infatti, dopo 'Conversations with Emotional Journeys' presso il Battistero di Velate (Varese) e l'Adi Design MuGiacomo_Jack_Braglia_Foto_3_Giorgia_Panzera.jpgseum di Milano (2022), 'Conversations with Sustainability', in occasione di Parma capitale italiana della Cultura 2021 e 'Conversations with a Changing World' a Lugano e Forte dei Marmi (2020). Il progetto espositivo è promosso dalla città di Grosseto e dalla Fondazione Gabriele e Anna Braglia, con il patrocinio della Regione Toscana.
Insomma, arte e ambiente si incontrano: la Fondazione Gabriele e Anna Braglia e l'artista supportano il progetto di salvaguardia dell'ambiente marino contro la pesca a strascico promosso da 'La casa dei pesci di Talamone', con una donazione di 5 mila euro. Grazie a questo gesto, l'associazione potrà mettere in mare un nuovo blocco scultoreo che andrà a implementare il 'Museo a mare aperto' di sculture già collocate sott'acqua, a difesa dell'habitat naturale marino.
Classe 1996, Giacomo 'Jack' Braglia
è un giovane artista e fotografo svizzero. Appassionato d’arte fin da bambino, oggi la sua ricerca affronta temi di grande attualità come la riscoperta di culture e continenti lontani, la migrazione dei popoli, l’inquinamento dei mari, lo sfruttamento delle risorse naturali e il cambiamento climatico. L'artista supera il medium fotografico, mettendo a punto una ricerca interessante al confine tra fotografia e scultura. Servendosi di una tecnica innovativa, l’artista dà corpo alla fotografia tradizionale utilizzando supporti fotografici alternativi realizzati in acciaio, gesso e resina, permettendo alla foto di conquistare la terza dimensione, superandone i limiti. Giacomo 'Jack' Braglia è stato protagonista di numerose mostre personali a Londra, Venezia e Cortina d’Ampezzo. Ha partecipato alla 58esima Biennale di Venezia con la mostra #MayYouLiveToHelpWalkers e, sempre a Venezia, con lo scultore Helidon Xhixha ha progettato la grande scultura ambientale 'The Twin Bottles: Message in a bottle', per sensibilizzare il pubblico sul tema della dispersione della plastica nei mari. Tra le sue mostre personali più importanti: 'Conversations with a Changing World', progetto di scultura ambientale sulla salvaguardia dell’ambiente presentato nel 2020 a Forte dei Marmi (Lu) e poi ospitato dalla città di Lugano (Svizzera); la personale 'Conversations with sustainability' nel 2021, in occasione di Parma capitale italiana della Cultura; la partecipazione a 'Bad RagARTz', festival di scultura triennale di Bad Ragaz (Svizzera), con sculture realizzate in collaborazione con l’artista, Kelly Halabi; la Triennale di Maroggia e la rassegna 'OpenArt' di Roveredo (Svizzera); a settembre 2021 partecipa al 'Fuorisalone' con una mostra all’Acquario Civico di Milano e, a giugno 2022, espone all’Adi Design Museum di Milano, in collaborazione con l’associazione culturale 'Plana'; nel settembre 2022 presenta la personale 'Conversations with Emotional Journeys' presso il Battistero di Velate (Varese) e, nel marzo 2023, la mostra 'Conversations with sustainability' presso il Fiore di Pietra di Monte Generoso (Svizzera). Ecco alcune sue idee in quest'intervista raccolta a magine dell'inaugurazione, avvenuta lo scorso fine giugno.

Jack Braglia, il tema del viaggio, della sostenibilità e, adesso, della scarsità di risorse idriche: qual è il vero filo conduttore nella ricerca artistica?
“La mia ricerca affronta da sempre tematiche di matrice ambientale e sociale di grande attualità. Negli anni, mi sono occupato di raccontare aspetti importanti, legati a culture e continenti lontani, come l'educazione nei Paesi poveri, ma anche di riflettere sulla migrazione dei popoli, sull’inquinamento dei mari, lo sfruttamento delle risorse naturali e il cambiamento climatico. Tutte questioni complesse che sviluppo viaggiando in diversi Paesi del mondo, al fine di raccontare, con i miei scatti fotografici, le contraddizioni del nostro tempo. Il filo conduttore, dunque, è questo: fare luce su queste tematiche, utilizzando l'arte come strumento di condivisione, una piattaforma per ‘conversare’ ed entrare in comunicazione con chi guarda, stimolando la riflessione”.

Da dove arriva l'ispirazione per il ‘wrapping’, la tecnica che utilizzi e che prevede di ricoprire sculture di stampo classico con le foto scattate da te?
“Sono sempre stato appassionato d'arte e di cultura classica, sin da bambino. Anche la passione per la fotografia è nata molto presto, quando ho ricevuto in dono la mia prima macchina fotografica: avevo undici anni. Dopo aver esplorato le sue possibilità creative, sentivo l'urgenza di andare oltre: cercavo un escamotage per trasformare i miei scatti, passando dalla bi-dimensione alla tri-dimensione. La tecnica del ‘wrapping’ mi ha permesso di compiere questo passaggio, superando i limiti della fotografia tradizionale, aprendomi a nuove possibilità creative. Per dare forma alla mia visione utilizzo supporti fotografici alternativi, come busti classici, scudi, bocche e altre forme scultoree ispirate al periodo ellenico, che rivesto di immagini scattate durante i miei viaggi. Grazie a questa tecnica ho potuto unire in un'unica opera d'arte il mio amore per l'arte e per la scultura con la fotografia, creando un ponte tra arte classica e contemporanea”.
 
Qual è il tuo obiettivo con la ‘mostra diffusa’ di Grosseto? Cosa speri di suscitare in chi osserva le tue opere?
“Oggi, il tema della scarsità d'acqua e dell'utilizzo consapevole delle risorse naturali è al centro del dibattito artistico-culturale. ‘Conversations with Blue Gold’ si pone l'obiettivo di riflettere su un tema di grande attualità come l'acqua, il cosiddetto ‘oro blu’, ovvero la riserva di acqua potabile presente sul nostro pianeta. Una definizione che sottolinea con drammaticità la preziosità di questo bene dalla disponibilità sempre più limitata, tanto da essere equiparato a un bene di consumo come l'oro. Le opere raccontano l'emergenza idrica in un percorso di sei grandi sculture a cielo aperto, disseminate tra le vie del centro storico di Grosseto, al fine di sensibilizzare il pubblico a un consumo più responsabile di acqua. La mostra è un lungo viaggio, un'incursione artistica che accompagna il fruitore in un percorso di responsabilità e consapevolezza”.
 
‘Conversations with Blue Gold’ arriva dopo ‘Conversations with Emotional Journeys’,  ‘Conversations with sustainability’ e ‘Conversations with a changing world’ a Lugano e Forte dei Marmi: le tue mostre hanno sempre nel titolo la parola ‘Conversation’, ci vuoi spiegare questa scelta?
“Le mie mostre si chiamano tutte così. ‘Conversation’ è il titolo che amo dare ai miei progetti espositivi, per sottolineare la necessità di ‘conversare’, per aprire un dialogo con il fruitore. Ogni opera deve stimolare una reazione in chi guarda: un'emozione o una riflessione sul tema. La fotografia per me non è solo uno strumento documentario, ma un mezzo per aprire un dialogo con il mondo esterno. Il pubblico guarda, prova a capire, cerca di attraversare il mio obiettivo per arrivare al mio occhio, a quello che ho visto io. Poi fa la strada a ritroso: esce dal mio obiettivo (e dal mio occhio) e prova a riflettere con il proprio sguardo. Così si possono costruire infinite conversazioni”.
 
Location della mostra: Giardino dell'Archeologia, centro storico di Grosseto.
Info su: www.giacomobraglia.com
 Giacomo_Jack_Braglia_Foto_2_Giorgia_Panzera.jpg

QUI SOPRA, AL CENTRO E IN APERTURA, L'ARTISTA 'GIACOMO JACK BRAGLIA'

LE FOTO UTILIZZATE NEL PRESENTE SERVIZIO SONO DELLA FOTOGRAFA, GIORGIA PANZERA


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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