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5 Maggio 2024

Passione sanguigna: per ricordare e non dimenticare

di Domenico Briguglio
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Passione sanguigna: per ricordare e non dimenticare

Sino a fine settembre, presso la Galleria-Studio ‘CiCo’ di via Gallese 8 in Roma (in zona Cassia), un’esposizione di circa settanta opere unite da un palese ‘fil rouge’: l’amore verso una tecnica di pittura utilizzata dai grandi artisti del passato

Una mostra che si articola su quattro temi: ‘Angeli’; ‘I Pets’; ‘I guerrieri della luce’; ‘La sediantropomorfa’ in una esposizione di circa 70 opere unite da un palese ‘fil rouge’, ovvero: la passione dell'artista verso la tecnica della matita sanguigna. Una ‘Passione sanguigna’, dunque: una tecnica molto utilizzata dai grandi artisti del passato. Famosissime, tra le altre, le opere ‘in sanguigna’ di Leonardo o di Michelangelo, connotate dal tipico colore rosso-denso, che lascia sul foglio dovuto al materiale ferroso, appunto, l'Ematite, di cui sono costituite le sue matite. Anzi, era talmente tanto usata, fin dall'antichità, per disegnare che dal nome del minerale derivò, nel Rinascimento, l'attuale denominazione: ‘matita’. Le opere illustrano, come un diario scandito da un andamento squisitamente cronologico, il percorso artistico dal 2001 al 2023 della Cotellessa. E ogni tema rivela la precisa volontà di porre, in primo piano, quello che spesso non viene considerato come un elemento dAngelo_su_capitello_sanguigna(2001).jpgi valore in un opera d’arte. Esaminiamoli insieme in dettaglio.

Angeli: tranne che in rare opere di epoche passate, l’angelo, nell’iconografia artistica, è posizionato quasi esclusivamente intorno a immagini sacre. Ha avuto spesso il compito di rafforzarne il significato, la portanza, la funzione, riducendosi, se non proprio a elemento di decoro, tutt'al più a figura di secondo piano.

I Pets: anche loro hanno sempre occupato un spazio subalterno, accompagnando, in quanto elementi metaforici, i protagonisti della tela di predominante importanza, per evidenziarne una loro qualità e sottolinearne un aspetto caratteriale. Oppure sono stati spesso rappresentati in scene di caccia per la maggior gloria del potente di turno, mai in ruoli di rilievo.

I guerrieri dPicasso_2010.jpgella luce: il discorso qui si amplia ulteriormente. Abbiamo tutti, nella nostra memoria, l’opera di un artista del passato o contemporaneo che abbiamo avuto la fortuna di vedere in un museo o magari su un manuale di Storia dell'arte. Ma saremmo in grado di riconoscere quell’artista da un suo ritratto? Da questa considerazione nasce l’idea di ritrarre 33 artisti che, come ci svela Cinzia Cotellessa: “Sono i miei migliori amici”. Realizzando questa raccolta, la Cotellessa ha dato un volto ad autori di cui, forse, non abbiamo mai conosciuto la fisionomia. Eppure, sono stati dei protagonisti essenziali per l'arte nella sua interezza. Tutto qui? Assolutamente, no: attingendo a uno studio biografico, dettagliato fin nei minimi particolari, di ciascuno dei soggetti rappresentati, in ogni ritratto l'artista ha saputo ricrearne lo ‘spirito’, il tratto prevalente della personalità, che traspare potentemente in ogni segno tracciato sul foglio: un vero e proprio ‘identikit psicologico’. Un lavoro talmente qualitativo che si potrebbe scomodare il grande Leonardo, onde citare quanto scrisse, a suo tempo, sul mestiere dell'artista: "Farai figure in tale atto, il quale sia sufficiente a dimostrare quello che la figura ha nell'animo. Altrimenti, la tua arte non sarà laudabile".

La sedSedia_antropomorfa.jpgiantropomorfa: un'opera  composta da ben 56 pannelli, con un'estensione totale di 6 metri di lunghezza e 2,10 di altezza. L'artista ha terminato l'immane lavoro nel 2020, dopo 12 anni di continua applicazione. In ogni pannello si ripete lo stesso tema, ma la consueta tecnica si alterna, talvolta, all'olio con dimensioni più piccole. Nella mostra sono rappresentati, per ovvi motivi di spazio, solo una parte dei pannelli. Ma il legame con gli altri 3 temi, oltre alla comune tecnica con la quale sono stati realizzati, sussiste nel racconto di una storia celata dietro un drappo, un aneddoto che nessuno ha mai raccontato, ma che tutti conoscono e a cui non è mai stato dato il giusto rilievo. Una mostra variegata, in cui spiccano anche i quadri da tavolo eseguiti nel 2004, dove lo sguardo del visitatore si perde nelle sfumature della sanguigna e scivola sui particolari delle opere in olio.

Data e denominazione scelte per la propria personale da Cinzia Cotellessa, 'Passione sanguigna' (per ricordare e non dimenticare), non sono casuali: vogliono riportarci a un periodo in cui tutto il mondo ha tremato e sembrava che tutto dovesse finire in un attimo. Ricordare, non dimenticare, è un esercizio utile per ogni essere umano, a cui la memoria offre una base fondamentale per costruire un futuro degno d'essere vissuto, nella decisa volontà di rinascere…
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Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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