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28 Marzo 2024

L'urban art colora la capitale

di Serena Di Giovanni
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L'urban art colora la capitale

‘Urban Breath project-Take one’ è uno dei progetti di riqualificazione urbana avviati a Roma. Per comprendere meglio il fenomeno dell’arte pubblica urbana nella capitale abbiamo deciso di fare una chiacchierata con Solo, uno dei cinque artisti coinvolti nell'iniziativa

Negli ultimi anni Roma è diventata un importante punto di riferimento per gli amanti dell’arte pubblica urbana.
‘Urban Breath project-Take one’ è uno dei progetti vincitori del bando ‘Roma Creativa’, il laboratorio d’idee che l’Urbe ha promosso per sviluppare una serie di iniziative volte alla realizzazione di progetti in cui l’arte contemporanea e le attività culturali contribuiscono alla riqualificazione urbana e alla creazione di nuove opportunità lavorative nelle aree periferiche. Il progetto, unico nel suo genere, sta vedendo coinvolte contemporaneamente quattro stazioni della metropolitana della linea B, tutte all´interno del IV Municipio: Monti Tiburtini, Santa Maria del Soccorso, Ponte Mammolo e Rebibbia.
Oltre a ‘Roma Creativa’, diversi enti hanno collaborato, in questi anni, alla promozione dell’Urban art nella Capitale. In particolare, l’azienda del trasporto pubblico romano ATAC S.p.A., che nel caso di ‘Urban Breath project-Take one’ (e non solo), ha messo le sue infrastrutture a disposizione delle incursioni creative degli artisti. Già a fine marzo 2014, infatti, il giovane tedesco Clemens Behr, nell’ambito di ‘Avanguardie Urbane Roma Street Art Festival 2014’ – progetto ideato e promosso dalle associazioni 999Contemporary, ROAM e curato da Stefano Antonelli – ha realizzato una imponente opera sul palazzo della sede Atac di Garbatella. Nel maggio 2014, alla stazione metro Spagna, sei artisti francesi di fama internazionale, conosciuti con i loro tag C215, Alexone, Epsilonpoint, Popay, Seth, Philippe Baudelocque, hanno dipinto in due notti 14 dipinti. Sempre nel giugno 2014, quattro artisti italiani - Lucamaleonte, Andreco, Tellas, Eron - e l’argentino JAZ hanno arricchito la fermata ‘Spagna’, nel cuore di Roma, con le loro opere, realizzate con vari materiali e bombolette spray. A metà luglio 2014, sempre nella stazione della metro A ‘Spagna’, si è svolto l´ultimo intervento di Gaia, artista italo-americano attivo soprattutto a Brooklyn e Baltimora. Un anno prima di ‘Urban Breath project-Take one’, inoltre, la stazione della metro B ‘Rebibbia’ è stata riqualificata dall’ intervento del fumettista ‘Zerocalcare’, il quale ha elaborato un´opera di circa 40 metri quadri. Nel dicembre 2014, sempre Atac, in collaborazione con LUISS, ha presentato l’iniziativa ‘TRACKS - linguaggi d´arte urbana: opere d´arte itineranti sui tram, pensiline artistiche ed esposizione al MACRO’, in occasione della quale alcuni tram e diverse pensiline di Roma, in collaborazione con gli studenti del LUISS Master of Art, e sotto la guida di Achille Bonito Oliva in qualità di responsabile scientifico, sono diventate vere e proprie opere d’arte. Lungo il percorso della linea tram 19 (a piazza Galeno, viale delle Milizie, via dei Castani e due a Valle Giulia) cinque pensiline sono state quindi decorate con i lavori di sette giovani artisti del laboratorio ‘Studio Sotterraneo’. Nel 2015, infine, sempre nell´ambito del bando ‘Roma Creativa’, Atac, in collaborazione con l´associazione Fusolab, ha realizzato due progetti, uno all´esterno della fermata della metro C ‘Parco di Centocelle’ e l’altro presso le fermate della metro A ‘Repubblica’. Qui, dal 17 al 22 febbraio scorso, una delle scalinate di accesso alla stazione è stata trasformata in un pianoforte. Di questa installazione esiste un video, disponibile sul canale Youtube dell’azienda.
Per comprendere meglio il fenomeno dell’arte pubblica urbana nella Capitale abbiamo deciso di fare una chiacchierata con Solo, uno dei cinque artisti coinvolti in ‘Urban Breath project-Take one’. Di seguito l’intervista.

Solo, insieme con altri quattro artisti (Gomez, Ironmould, Diamond e Pepsy) stai collaborando a ‘Urban Breath project-Take’, uno dei progetti vincitori del bando ‘Roma Creativa’. Di cosa si tratta, esattamente?
“Il comune di Roma, attraverso un concorso pubblico, ha messo a disposizione un budget per la riqualificazione di quattro stazioni metropolitane della linea B di Roma, tutte all'interno del IV Municipio: Santa Maria del Soccorso, Monti Tiburtini, Ponte Mammolo e Rebibbia. ‘Urban Breath project’, un collettivo presente sulla scena romana per curare la Street art e l’arte urbana, ha vinto il bando e ci ha invitato a collaborare. Così, abbiamo predisposto e consegnato dei bozzetti che sono stati vagliati sia dagli organizzatori e curatori del progetto, sia dagli enti implicati”.

Come avete organizzato il lavoro?
“A seguito di un sopralluogo con gli artisti, i curatori e alcuni rappresentanti degli enti coinvolti, abbiamo valutato le pareti utilizzabili per il progetto. Una volta mappate tutte le stazioni con delle fotografie, noi artisti ci siamo consultati per capire quale spazio ci fosse più congeniale. Nel mio caso, mi sono occupato di Ponte Mammolo perché all’esterno esiste un mercato spontaneo costituito per lo più da stranieri; ho voluto così omaggiare la loro presenza con l’immagine collettiva dei supereroi, tutti di colore o provenienti da varie etnie, tra i quali spiccano delle bellissime donne, come Catwoman e Tempesta”.

Perché proprio i supereroi?
“Ho sempre letto fumetti, che mi hanno accompagnato durante la crescita e dai quali ho carpito la morale e numerosi insegnamenti. Il supereroe non è ‘infallibile’ e si trova a fronteggiare numerosi problemi. Inizialmente, quando ho cominciato a dipingere per strada, non avevo nella testa un piano concettuale ben preciso: man mano si è però formata in me l’idea definitiva di quello che stavo facendo. Vorrei trasmettere i messaggi morali dei fumetti a tutti quelli che non li conoscono, controbilanciando il bombardamento mediatico dei manifesti e delle pubblicità presenti in città. E realizzando così immagini che riescano a ‘restituire’ senza ‘chiedere’, come invece avviene in ambito commerciale. Restituire cosa? Appunto, quei valori che ho appreso da bambino. Vorrei cercare di trasmettere i concetti di ‘tenacia’ e di ‘forza di volontà’. E vorrei spronare le persone a non arrendersi mai, nonostante i piccoli problemi quotidiani ”.

Veniamo a te. Ho letto che la tua passione per l’arte è nata molto presto; che ti sei avvicinato alla Street art nel 2000 e che hai lavorato molto all’estero, particolarmente in Francia e in Spagna. Come funziona la promozione e la valorizzazione della street art e dell’Urban art in Europa? E quali sono, se esistono, le principali differenze rispetto al sistema italiano?
“All’estero la Street art (come l’Urban art) esiste da più tempo. Essendo maggiormente radicata sul territorio, riceve dal pubblico una risposta lievemente maggiore. In ogni caso, l’Italia, soprattutto Roma, sta mantenendo bene il passo con i tempi. Premesso che non sono a conoscenza dei reali meccanismi istituzionali che regolano le manifestazioni europee cui ho partecipato, avendo avuto con esse solo un rapporto superficiale (in altre parole, andavo e venivo dai vari paesi, sostandovi solo per poche settimane), una differenza sostanziale dell’estero rispetto al sistema italiano consiste, a mio avviso, soprattutto nella maggiore cooperazione fra gli attori che, a vario titolo, si occupano di arte urbana. In Italia, pertanto, migliorerei la ‘competitività’. Non tra le piccole e poche realtà indipendenti che esistono sul territorio, le quali, seppur valide, si contendono in un  certo senso il ‘monopolio’. Ma tra l’Italia e il mondo. Penserei, in sintesi, all’opportunità di una migliore cooperazione fra tutte le organizzazioni attive sul territorio romano per rendere le stesse competitive a grandi livelli, in Europa e nel Mondo. Dove esistono realtà importanti, ma alle quali, a livello di produzione artistica, non abbiamo nulla da invidiare. Fare ‘fronte comune’, secondo me, potrebbe essere vantaggioso sia per gli artisti, sia per gli organizzatori stessi”.

In base alla tua esperienza, cosa suggeriresti al nostro ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, per migliorare la promozione delle arti contemporanee nel nostro Paese?
“Non mi sento di poter insegnare nulla a nessuno. Però mi sento di dire che, come è ovvio, il nostro paese ha un tesoro inestimabile, spesso non valorizzato. Avendo una scena contemporanea validissima e che sta ottenendo un ottimo riscontro fra il pubblico, il consiglio che darei è di sfruttare positivamente l’’onda del successo’ della street art italiana per alimentare anche settori meno fortunati. Ovvero, suggerirei di ‘utilizzare’ gli artisti italiani contemporanei per valorizzare e promuovere altri settori dei beni culturali poco apprezzati o conosciuti dal pubblico. Salvaguardando, quindi, non solo quello che c’è oggi, ma anche quello che c’è stato e che dovrà essere consegnato ai posteri. Come Pompei, ad esempio. Il tutto, mettendo in atto il ‘Team-up’ della Marvel Comics nel campo fumettistico. Vale a dire, l’introduzione di un supereroe proveniente da una testata ‘fortunata’ all’interno di un’altra testata meno famosa, favorendone indirettamente la promozione. Ecco, lo stesso procedimento potrebbe essere applicato all’urban art e al nostro patrimonio artistico in generale”.

Foto in apertura: l’opera di Solo nella stazione della metro B di Roma Ponte Mammolo

Solo_Urban_Breath_project_Take_one_Roma.jpgSolo nasce a Roma nel 1982. La sua passione per l’arte inizia nei primi anni Novanta. Nel 2000 si avvicina al nascente movimento della Street art. Nel 2003 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si laurea sotto la guida di Michele Cossyro, pubblicando un’antologica sull’artista americano Ronnie Cutrone, esponente della Pop Art. Nel 2009 collabora a Londra presso lo studio dei videomaker ‘The Butchers’, realizzando istallazioni di video Mapping. Nel 2011 in occasione del Viennart partecipa alla performance live presso il MACRO (Museo d’ArteContemporanea di Roma). Nel 2012 lavora al MACRO Pelanda in occasione dell’ ‘Affordable Art Fair’. Nello stesso anno partecipa a diversi progetti di riqualificazione urbana, nella città francese Vitry-sur-Seine|Vitry Sur Seine (Francia), presso il comune di Taormina (CT, Italia) e ad Albiza (Spagna). Nel 2013 lavora a Parigi e a Praga, dove realizza mostre personali e collettive; sempre nello stesso anno, nella galleria Varsi di Roma, realizza la sua personale ‘Heroes in Crisis’, a cura di Marta Gargiulo. Nel 2014, insieme con Stefano Bolcato, è a Berlino con la mostra ‘Adult Childhooh’ alla Pink Zeppelin Gallery. Per Telethon, collabora alla realizzazione del dipinto sulla facciata principale della ‘Città Della Scienza’ a Napoli. Nello stesso anno decora gli spazi interni della nuova sede della Neomobile a Roma e partecipa alla collettiva ‘Tracks’ al Macro, curata da Achille Bonito Oliva, ove dipinge un tram della linea 19. Nei primi mesi del 2015 è nuovamente a Londra per la mostra collettiva ‘Art in mind’, tenutasi alla Brick Lane Gallery con la curatela di ‘The Magpie project’.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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