Il mensile di informazione e approfondimento che
intende riunire culturalmente il nostro Paese nel pieno rispetto di tutte le sue tradizioni, vocazioni e ispirazioni ideologiche e politiche.
diretto da Vittorio Lussana
Area Riservata
25 Aprile 2024

Il veganesimo è una filosofia di vita

di Cinzia Salluzzo Rovituso
Condividi
Il veganesimo è una filosofia di vita

Il veganesimo è la nuova moda degli ultimi anni. Sono molti i ristoranti che hanno deciso di puntare su questa filosofia alimentare, non solo nelle grandi cittá, ma anche in piccoli centri. E molti sono i personaggi noti che si professano ‘vegani’. Il termine ‘vegan’ è stato coniato nel 1944 da Elsie Shrigley e Donald Watson, i quali vollero creare un gruppo che non mangiasse latticini e derivati o uova. Il veganesimo divenne presto uno stile e di vita. Abbiamo perciò deciso di addentrarci in quello che è diventato, in questi ultimi anni, un vero e proprio ‘universo culturale’ intervistando Daniela de Angeli, attivista romana della comunità ‘Vegan Italia’, movimento di sensibilizzazione sorto nel 2001 che oggi vanta numerosi seguaci in tutto il Paese.

Daniela De Angeli, iniziamo con una domanda di routine: da quanti anni e perchè hai scelto di essere ‘vegana’?
“Ero vegetariana già da adolescente: a 13 anni decisi di eliminare carne e pesce dalla mia almentazione. All’università, poi, scoprii il mondo ‘vegan’. Grazie a un foglietto informativo, mi resi conto che ciò che facevo non bastava e così scelsi la ‘via’ del veganesimo. Ovviamente, la mia scelta si basa su un principio etico morale che vieta di nutrirsi o di sfruttare esseri senzienti, che provano sofferenza, dolore e paura. Ora sono vegana da quasi due anni e sono felicissima”.

Ma cosa significa essere ‘vegani’? È uno stile di vita?
“Bisogna capire prima per quale motivo si intraprende questo percorso: c’è chi lo fa semplicemente per un motivo salutistico (ormai tutti conoscono i miglioramenti che una dieta priva di grassi animali può apportare all’organismo) e chi, invece, come me e tanti altri, diviene ‘vegan’ per gli animali, l’ambiente e uno sviluppo sostenibile. La nostra vita non è tanto differente da chiunque altro, non siamo alieni: stiamo solo più attenti a cosa c’è nel nostro piatto, certi che dietro un banale hamburger si nasconda, in verità, una catena di montaggio industriale basata sullo sfruttamento di vite”.

Mangiare prodotti animali è un problema etico o anche nutrizionale?
“Inanzitutto etico, almeno per me, anche se non bisogna sottovalutare il valore nutrizionale della questione. Ormai è assodato che una dieta ricca di grassi animali porta a problematiche cardiache, circolatorie e a tumori e cancri. Una dieta ricca di frutta e verdura è consigliata sempre, da qualsiasi medico. Nel nostro caso, i grassi animali vengono sostituiti da quelli vegetali, che però sono meno dannosi e più facilmente assimilabili. Nel libro ‘The China Study’, Campbell dimostra, essenzialmente, come una dieta basata su frutta e verdura prevalentemente cruda e l’assenza di derivati animali siano le basi per una vita sana”.

Quanti sono i ‘vegan’ in Italia? A quanto pare esiste anche un ‘associazione ‘Vegan Italia’: come spieghi la diffusione del veganesimo in questi ultimi anni?
“Onestamente, non saprei stimarne il numero. C’è da dire, però, che l’Italia è il Paese con il numero di vegetariani più alto d’Europa. Bisogna inoltre sottolineare che il movimento ‘vegan’ esiste da decenni: in Paesi come gli Stati Uniti o nel nord d’Europa sono stati ‘sdoganati’ da anni. In Italia, invece, sono arrivati da poco e, allo stato, si fa ancora molta confusione tra vegetariani e ‘vegan’, anche se ora è più facile trovare prodotti 100% ‘vegan’ ed eventi riservati. L’informazione, secondo me, è indispensabile in tutto questo processo: le persone stanno iniziando a informarsi di quel mangiano e su cosa si nasconda dietro la produzione industriale. Anche il ‘biologico’ ha avuto un ‘boom’. Insomma, credo che la gente stia finalmente capendo che la qualità fa la differenza”.

Il veganesimo è anche una filosofia di vita associata all’antispecismo, alla non violenza e, molto spesso, si promuovono diverse campagne: qual è la tua definizione di antispecismo e come lo vivi nel tuo essere vegana?
“Sull’antispecismo si basa il tutto. Con questo termine si intende identificare una modalità di pensiero che non faccia distinzione tra alcune specie, o tipologie, di esseri viventi. Bianco o nero, etero o gay, uomo o donna, cane o maiale, umano o non umano: a tutti è stata donata la vita. Di fronte alla morte, tutti abbiamo paura; di fronte alla sofferenza, tutti tremiamo. Un maiale prova la stessa paura che proverei io davanti a una pistola: dunque, come posso mangiarlo? Come potrei nutrirmi di lui? Per me nessun essere è migliore o superiore a un altro”.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di una ‘dieta vegana’?
“I vantaggi sono molti, innanzitutto in termini di salute: io non mi ammalo ormai da tre anni, neppure un raffreddore. Il mio compagno, da quando ha intrapreso insieme a me questo percorso, ha visto la riduzione di un nodulo alla tiroide ormai quasi scomparso. Poi c’è da sottolineare la scoperta continua di nuovi cibi. Da onnivori, si mangiano sempre le solite cose: la carne con le verdurine, la pasta con il ragù e via dicendo. Da ‘vegana’, invece, ho mangiato tante cucine diverse, mille sapori nuovi, cereali e legumi antichi, metodi di cucinare differenti. Insomma, si apre la mente e anche lo stomaco. Per quanto riguarda gli svantaggi c’è forse la difficoltà, per chi abita in provincia, nel riuscire a reperire alcuni prodotti, anche se ora sono nati alcuni ‘shop online’. Ma la cosa più fastidiosa è senza dubbio sentirsi porre, ogni qualvolta si è in compagnia, certe domande insulse, del tipo: ‘Come fai con le proteine? Ma non hai l’anemia? E il calcio per le ossa? Una mentalità insopportabile...”. 

Sei una donna e, immaginiamo, anche tu ami truccarti: come fai a scegliere prodotti ‘etici’, cioé non testati su animali in laboratorio, a prezzi economici?
“Ormai in commercio ci sono molte aziende che hanno politiche ‘vegan’ o ‘cruently free’. Dal mio punto di vista, ognuno di noi, vegan o no, dovrebbe acquistare solo prodotti ‘cruently free’. Non vedo perchè un animale dovrebbe soffrire per testare un rossetto: si possono comunque reperire facilmente, anche negli ipermercati, discreti prodotti a basso costo. Se poi si è fiscalissimi, si può anche apprendere a farseli da soli, sia i cosmetici, sia i prodotti per la pulizia in casa: molto più facile di quanto si creda”.

Una ricetta ‘vegana’ in poche righe?
Quella con cui ho conquistato il mio compagno: la carbonara vegan. Serve seitan affumicato, panna di soia, cumino o zafferano, sale e pepe, cipolla. Si fa soffriggere la cipolla, si unisce il seitan a pezzettini, si fa abbrustolire. Si aggiunge sale e pepe in giusta quantità, si unisce la panna e un pò di cumino o zafferano, si stempera con l’acqua di cottura. Infine, si condisce la pasta: una ricetta a prova di onnivoro”. (www.laici.it)


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
EDITORE: Compact edizioni divisione di Phoenix associazione culturale