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16 Maggio 2024

Quel tifo senza infamia e senza lode

di Gaetano Massimo Macrì
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Quel tifo senza infamia e senza lode

Che ci faccio io qui? Sono un malato, affetto da un tifo particolare, quasi viscerale, che mi lega alla mia squadra del cuore. Vado in curva tutte le domeniche, i sabati, a volte i lunedì. In casa e in trasferta. Dal mio posto seguo la partita, urlo, incito i giocatori, a volte impreco per degli stupidi errori. Al mio fianco, poi, qualcuno urla più di me. Punta un giocatore di colore: “Buu!...Buu!...”. E allora altri, sempre affianco, gli rispondono: “Sce-mo! Sce-mo!”. Però questo non basta a generare un po’ di pulizia mentale per seguire meglio la mia squadra. Già, la mia squadra, che per quei cori razzisti verrà multata. E così, ogni tanto, un ‘negro’ o un ‘ebreo’ di troppo ci scappa sempre. Scappano, se è per questo, anche razzi, molotov, motorini, spranghe. E io sono là, spettatore pagante, consapevole per lo spettacolo che viene ‘disturbato’. Dovrei chiedere un rimborso? E a chi? Michele Serra su “L’Amaca” di Repubblica ha scritto che  “è il tifo ultras che contagia e rivitalizza l’estremismo politico”, non il contrario. Dunque sarebbe la curva a consentire a quegli animi violenti, di prosperare, di crescere e farsi visibili. E io? Io che, come molti là in curva, mi considero ‘normale’? Non mi sento di appartenere a quelle urla che non incitano la squadra, ma aizzano gli animi a ‘combattere’ un nemico inesistente. Sono tutti ‘fascistoidi’ o ‘sinistroidi’, rossi o neri. Nel 2014. Anche il muro di Berlino è caduto, da 25 anni. Cosa ci faccio, dunque, là in mezzo? Non sono e non voglio essere come ‘loro’. Non ho quelle colpe, non mi assumo responsabilità! La mia è una condotta conforme alle leggi, non sono l’autore materiale di un bel nulla, quindi lasciatemi in pace e girate al largo. Mi godo la partita. E pazienza se qualcuno a me vicino, inneggia al Duce o scaglia accendini, espone striscioni 'estremi' e resta impunito. Io sto là, in silenzio, a cercare di seguire la mia squadra. In silenzio, sì, come se nulla, ma davvero nulla, mi stesse succedendo a fianco. Chiamatemi ignavo, se volete, mi sta bene, ma non colpevole. Sarò un peccatore, non un delinquente. Non mi metto in gioco, ma lascio che altri lo conducano e lo osservo. Quel che accadrà non mi riguarda. Ho le mani pulite, me le sono ‘lavate’.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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