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10 Ottobre 2024

Benvenuti al Jurassic World

di Giorgio Morino
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Benvenuti al Jurassic World

Un film che risponde alla domanda che tutti gli spettatori del classico di Steven Spielberg del 1993 si sono posti: cosa sarebbe successo se il parco dei dinosauri avesse effettivamente aperto? La pellicola è eccessivamente prevedibile nella trama, ma riesce comunque a intrattenere e riportare lo spettatore indietro nella propria infanzia. Operazione nostalgia riuscita

Dopo 22 anni dal disastro di Isla Nublar l’idea di aprire un parco di divertimenti con dei dinosauri ricreati in laboratorio tramite clonazione non è mai morta. Su queste basi e con anni di ricerca alla fine il Jurassic Park immaginato da John Hammond (interpretato nel film originale dal compianto Richard Attenborough) apre finalmente i suoi cancelli agli spettatori di tutto il mondo. Una Disneyland del giurassico pronta ad offrire meraviglie mai immaginate.
Tra Tirannosaurus Rex, il gigantesco Mosasaurus, piccoli Triceratopi e Stegosausauri cavalcati come pony dai bambini, l’effetto meraviglia nel pubblico rischia di svanire dopo qualche anno. Per questo viene ordinata la creazione di un dinosauro ibrido che coniughi all’interno del proprio DNA le caratteristiche delle specie più spaventose ospitate nel parco in modo da aumentare considerevolmente il numero degli spettatori. Ma Hollywood, e la vita in generale, ci insegna che quando l’uomo si sostituisce a Dio il disastro è dietro ‘angolo.
Spunti di riflessione interessanti non mancherebbero: l’ossessione del controllo che l’uomo vuole avere su ogni cosa, anche su quelle che non potrà mai controllare.
“I dinosauri hanno avuto il loro ciclo e la natura li ha selezionati per l’estinzione”. Questa frase pronunciata nel primo film dal professor Malcom sembra essere stata dimenticata con gli anni perché, come ci viene mostrato, l’uomo per i soldi è pronto a sostituirsi a Dio. Quando si parla di Jurassic World mettersi a sviscerare ogni aspetto della trama è un compito quantomai superfluo, perché in fondo la produzione di questo kolossal che già sta frantumando record su record al box office, non ha il suo punto di forza nello svolgersi entusiasmante ed imprevedibile degli eventi; al contrario la trama è più che banale e attinge a piene mani nell’eredità dell’originale film del 1993 diretto da Steven Spielberg.
Jurassic World è un’immensa “operazione nostalgia”, un fenomeno che sta tristemente invadendo una Hollywood ormai priva di spunti originali. Tutto nella pellicola del semi esordiente Colin Trevorrow rimanda al film originale di Spielberg, al punto che in alcune scene si potrebbe quasi gridare al plagio: la corsa dei Galliminus, l’occhio del carnivoro attraverso il vetro della macchina, i tanti momenti di silenzio in attesa che il carnivoro colpisca con violenza. Se si vedessero le due pellicole consecutivamente non ci sarebbe quasi discontinuità registiche. Trevorrow si dimostra in questo caso più che ossequioso nei confronti di Spielberg e la cosa, sebbene in parte garantisca unità d’intenti al prodotto, di fatto lo priva di originalità.
Tecnicamente Jurassic World è una gioia per gli occhi: gli effetti digitali sono davvero notevoli e ben realizzati, anche se forse avremo preferito un maggior utilizzo di modelli animatrici (come avvenne nella prima pellicola), proprio per sottolineare la vicinanza tra le due pellicole. In alcuni casi, come nella primissima scena della nascita dell’ibrido Indominus Rex, la CGI è fin troppo evidente, rovinando la resa generale della scena.
Operazione nostalgia fallita dunque? No, tutto il contrario. Nonostante gli innegabili difetti strutturali Jurassic World funziona benissimo, intrattenendo e riportando alla mente tanti ricordi. Lo stesso film, in se può essere considerato un immenso “album fotografico” della pellicola originale. Un’operazione volta a “testare il polso” del pubblico per vedere se i dinosauri sono ancora in grado di attirare il pubblico in sala. Possiamo dire che con circa 550 milioni di dollari incassati in tutto il mondo la risposta del pubblico è stata piuttosto chiara.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
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