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10 Ottobre 2024

Il ritorno del re dei mostri

di Giorgio Morino
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Il ritorno del re dei mostri

Il nuovo Godzilla, del regista  britannico Garreth Edwards, è arrivato nelle sale cinematografiche italiane. Nel tentativo di rimanere fedeli all’originale nipponico, la nuova produzione americana ha ripreso le ambientazioni originali, richiamando il terrore e gli effetti della guerra nucleare. Ma nonostante l’impegno profuso, il risultato non riesce ad eguagliare l’originale film del 1954

Ci sono dei personaggi creati dalla fantasia dell’uomo destinati a diventare delle icone culturali universalmente conosciute. Ancora di più questo discorso vale quando la fantasia umana si spinge oltre le frontiere della realtà fisica animando personaggi incredibili.
Si potrebbe tornare indietro nel tempo, citando mostri fantastici come draghi lanciafiamme, l’Idra di Lerna che Ercole affrontò durante le sue fatiche, il terrificante Kraken che infestava i mari della mitologia norrea fino ad arrivare alla balena bianca che ossessionava la mente del Capitano Achab e agli alieni immaginati da Wells ne “La Guerra dei Mondi”.
Tutte queste creature, aberrazioni di una natura mitologica e primitiva, hanno sempre affascinato l’uomo, rappresentando la sfida impossibile, un modo per riscattare una propria condizione di inferiorità e inadeguatezza, diventando eroi.
Questo processo venne seguito anche in Giappone, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il paese doveva affrontare la prova della ricostruzione, assai più difficili che ne resto del mondo a causa della devastazione nucleare.
Alle 8:15 del 6 agosto 1945 la prima bomba atomica, ribattezzata dai soldati americani “Little Boy“, distrusse la città di Hiroshima, ponendo non solo fine al conflitto, ma mettendo in ginocchio un intero paese. Pearl Harbour era stato vendicato, e con gli interessi.Esorcizzare una simile esperienza non era certamente facile nel dopoguerra. La denuncia contro l’uso delle armi nucleari e le loro devastazioni vennero incanalate ed espresse grazie al cinema.
Nel 1954 venne portato sullo schermo Godzilla (in giapponese Gojira), del regista Ishirō Honda. Il film vedeva degli scienziati giapponesi confrontarsi con l’immenso kaiju, altro termine giapponese che indica un “mostro misterioso”, emerso dagli oceani. Nella finzione del film Godzilla era un dinosauro risvegliato dai test nucleari svoltesi nelle acque del pacifico, arricchito dalle radiazioni che lo avevano invulnerabile e incredibilmente potente. Non proseguiremo oltre nel descrivere la trama, nel caso qualcuno fosse interessato a riscoprire questo piccolo capolavoro del cinema giapponese. Ciò che invece vogliamo evidenziare è l’impatto culturale che il nuovo mostro è riuscito ad esercitare non solo in Giappone, ma nel resto del mondo. Godzilla è diventato un icona, un simbolo della natura che si ribella alla mano all’azione dell’uomo, un uomo che è riuscito a creare non meno distruzione e morte del mostro risvegliatosi dagli oceani. 
Forse è anche per questo motivo che Godzilla, a differenza di molti altri mostri della mitologia, non è morto nella sua prima reincarnazione, ma si è evoluto dagli anni cinquanta ad oggi, accompagnando lo sviluppo del suo paese, fino a diventarne in alcune occasioni il paladino, ma anche quella del resto del mondo.
Si è detto molte volte, probabilmente senza seri approfondimenti, che Godzilla sia stata la risposta giapponese a King Kong, che nel 1933 aveva mostrato all’America come il grande schermo potesse rendere credibile un pupazzo articolato dell’altezza di 45cm.
Come detto, i due grandi mostri del cinema contemporaneo nascono in periodi diversi e con  diverse prospettive. Nonostante questo anche il gigantesco dinosauro radioattivo venne “adottato” dal pubblico americano.Le incursioni di Godzilla nel cinema statunitense fino a questo momento sono state solo due, ed entrambe non sono riuscite a rendere giustizia all’originale del 1954.
Nel primo caso parliamo del film Godzilla diretto nel 1998 da Roland Emmerich. Il regista tedesco, allora autore di film Stargate e indipendence Day, ci propone una versione del celebre mostro molto differente dall’originale, probabilmente per renderlo maggiormente appetibile al pubblico occidentale, più simile ad un Tirannosaurus-Rex di Jurassic Park, e soprattutto spogliando il protagonista delle sue stesse origini, riducendolo ad una semplice “iguana troppo cresciuta” nata da un esperimento nucleare, questa volta francese. Il film, nonostante i discreti incassi, non convinse nessuno, ne la critica, ne il pubblico, ne tantomeno i fan della creatura.Arriviamo quindi al 2014, quando nelle sale di tutto il mondo approda il nuovo Godzilla del regista  britannico Garreth Edwards.
Nel tentativo di rimanere fedeli all’originale nipponico, la nuova produzione americana ha ripreso le ambientazioni originali, richiamando il terrore e gli effetti della guerra nucleare. Godzilla in questo film, ovviamente senza svelare troppo della troppo della trama, si risveglia dal lungo sonno per affrontare una nuova minaccia causata dall’uomo. 
“L’arroganza dell’uomo è considerare la Natura sotto il suo controllo, e non l’esatto contrario”. Questa frase riassume l’’intera essenza del film: Godzilla è una forza riequilibratrice dei crimini dell’uomo, della sua arroganza appunto. Un bel messaggio, sicuramente, ma troppo confuso per una pellicola sicuramente non esente da difetti: una trama troppo intricata, che verso la fine sembra addirittura avere fretta di concludere la narrazione; un mostro che viene mostrato per circa venti minuti su centoventi di pellicola totale, sempre di sfuggita e pochissime volte interamente, nel tentativo di creare una tensione che non riesce a realizzarsi. Problemi non da poco, anche per tutte le aspettative che si erano create alla vigilia della distribuzione.
Nonostante l’impegno profuso, anche la seconda incarnazione americana del “re dei kaiju” non riesce ad eguagliare l’originale film del 1954, rimanendo una bella promessa mantenuta solo in parte.
L'uscita della pellicola è stata concordata per il 2014, sessantesimo anniversario della nascita di Godzilla. Ma al di là di questo, che senso può avere oggi allora un film su Godzilla? Il re dei mostri può essere ancora un valido avvertimento contro gli eccessi dell’uomo, una creatura che richiama le nostre paure più profonde, il timore che ci sia qualcosa più grande di noi che non saremo in grado di controllare. Il timore che l’uomo un giorno possa fare qualcosa di così grave da doverne pagare le conseguenze.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
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