Secondo appuntamento con il maestro del brivido, Alfred Hitchcock, per analizzare la sua evoluzione filmica attraverso un grande successo di pubblico e critica del 1959: ‘Intrigo Internazionale’

'Intrigo internazionale' (titolo originale ‘North by Northwest’, ndr) è un film del 1959 diretto da Alfred Hitchcock, con Cary Grant, Eva Marie Saint e James Mason. Il sempre elegante Cary Grant questa volta è nei panni di Roger Thornhill ed era alla sua quarta - e ultima - collaborazione con il regista britannico, dopo ‘Il sospetto’, ‘Notorious’ e ‘Caccia al ladro’. Nel ruolo della protagonista femminile, invece, Hitchcock volle Eva Marie Saint, mentre la Metro Goldwyn Mayer cercava di proporgli Cyd Charisse. Per Leo G. Carroll, nella parte del professore, fu la sesta apparizione in un film di Hitchcock, mentre Jessie Royce Landis aveva già recitato un ruolo in 'Caccia al ladro' nel 1955.
Trama
Thornhill, un tranquillo pubblicitario, si trova coinvolto per errore in una vicenda di spionaggio, ma quando conosce Eva, sospettata di lavorare per le spie, se ne innamora e cerca di saperne di più. Tutto inizia ai piedi di un grattacielo newyorkese che fa da specchio ai titoli di testa del film, in una strada animata da un gran brulicare di persone. Thornhill (Cary Grant) sguscia tra la massa, impartendo le consegne alla sua segretaria. Tuttavia, durante un incontro d’affari all’Hotel Plaza, viene identificato, per errore, come il fantomatico signor Kaplan e rapito. Dal campo-lungo fuori città si passa agli interni di una villa dove Thornhill incontra Phillip Vandamm (James Mason) e il suo 'scagnozzo' Leonard (Martin Landau), che discutono del destino del falso Kaplan: l’inquadratura a ‘plongée’, con la macchina da presa che si muove impercettibilmente verso l’alto, dà un senso di dominio sui personaggi, come se il loro destino fosse già tracciato.
L’esterno notte delle spie
L’esterno notte denota lo stile del direttore della fotografia, il geniale Robert Burks, che sceglie un filtro dominato dal blu notte per creare un effetto di mistero e d’incertezza e al fine di ottenere un’immagine naturale: Thornhill deve morire in auto e deve sembrare un incidente.
Il topos dell’automobile in curva e in discesa
La discesa in automobile è, per la filmografia di Hitchcock, un topos: da 'Caccia al ladro' a 'Vertigo', da 'Psyco' a 'Intrigo internazionale', il protagonista rischia sempre di precipitare da qualche scogliera, con il fregio della Mercedes, in questo caso, a fare da 'mirino' dell’inquadratura.
Il treno e il vestito grigio di Cary Grant
La celebre scena di Cary Grant nel corridoio del vagone-letto fonde l’uniformità cromatica con la profondità di campo: in quell’oceano di grigio, compare la chioma bionda di Eva Kendall (Eva Marie Saint, ndr), buona samaritana che salva il protagonista dalla cattura.
Thornhill ed Eva Kendall: abbracci diversi
Durante le prime effusioni tra Thornhill ed Eva Kendall, un movimento della macchina da presa in primissimo piano rende i movimenti plastici e sensuali, lasciando pochissimo spazio dietro alle figure, quasi a significare un’intimità fusionale. Quando però Thornhill scoprirà che forse la sua Eva è una spia del nemico, il distanziamento fra i due nella scena della stanza d'albergo risulta, invece, connotato da un movimento semicircolare della mdp, che si interrompe bruscamente: la plasticità avvolgente del treno, che sembrava preludere a un grande incontro amoroso è ormai svanita.
Scena dell’aereo nel deserto
La scena in cui Roger Thornhill cammina in pieno giorno su una strada isolata e in aperta campagna, venendo attaccato da un misterioso aereo adibito all'irrorazione dei campi, è entrata nella storia del cinema. Si tratta di una sequenza di fortissima suspense, che dura poco meno di 10 minuti (di cui 7 totalmente privi di dialogo, ndr) e conta 132 inquadrature. La sequenza inizia con un campo lunghissimo composto da terreni immensi e distese desertiche, ma da 'fondo-campo' avanza il torpedone: stacco sul mezzo piano di Cary Grant che si guarda intorno, mentre gli stacchi e le soggettive sulle vastità di campi arati esprimono l’angoscia del personaggio, esposto all’imprevisto in una luce forte, uniforme, senza alcuno spazio d’ombra e che, dunque, non sembra voler dare al protagonista alcuno scampo.
La villa del 'cattivo' sul monte Rushmore: scenografia affine alla Fallingwater
La villa del cattivo Van Damme assomiglia a quella di Fallingwater, la celeberrima casa sulla cascata realizzata dal celebre architetto americano, Frank Lloyd Wright. I proprietari della residenza originale non diedero i permessi per effettuare le riprese e, così, venne realizzata una scenografia molto affine a quella ideata dal maestro dell’architettura: una villa che nel film si trova a ridosso del Monte Rushmore.
Il maestro del plongée e la cura del dettaglio
Il movimento dal basso a salire della macchina da presa riproduce quell’effetto di sospensione e di dominio sui personaggi anche nella villa in 'stile-Fallingwater' di Van Damme. Come in 'Notorius', la donna da salvare, in questo caso Eva, si trova al piano di sopra, ma rispetto alla discesa dalle scale del duo Cary Grant/Ingrid Bergman, qui il regista propone un sal
vataggio alpinistico o 'post arrampicata', visto che Roger entra di nascosto e dall’alto, inviando un segnale a Eva: sarà il dettaglio del pacchetto di fiammiferi a creare un capolavoro di suspence.
Assenza di Vertigo?
Roger ed Eva sono costretti ad affrontare il Monte Rushmore, con le sue ripidissime scarpate e impressionanti altezze. Riusciranno a salvarsi? Per lo meno, questa volta siamo nella più totale assenza di vertigini.
