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12 Luglio 2025

I grandi maestri (4)

di Maria Chiara D'Apote
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I grandi maestri (4)

Il capolavoro che sconvolse il mondo: ‘Psycho’ (1960), il film cult padre di tutti i brividi che affrancò il caso clinico dalla meditazione rassicurante del thriller da salotto
 
Quarto appuntamento per la una rubrica di analisi cinematografica 'I grandi maestri', dedicata, ancora un’ultima volta, al maestro hitchcockiano. E questa volta non potevamo certo sorvolare su 'Psycho', film thriller/horror uscito nel 1960, attraverso il quale venne ridefinito il concetto di "thriller psicologico" aprendo la strada al cinema horror moderno. Va da sé, che 'Psycho' ebbe, in seguito, vari sequel: un remake del 1998, diretto da Gus Van Sant e ha ispirato la serie Tv 'Bates Motel' (2013-2017). Ovviamente, si è trattato di produzioni non all’altezza dell’originale.

Curiosità
Hitchcock acquistò i diritti del romanzo in segreto e cercò di impedire che la gente leggesse il libro, per non rovinare la sorpresa del film, girato appositamente in bianco e nero, anche per contenere i costi. 

Trama
Marion Crane, una segretaria di Phoenix, sottrae 40 mila dollari al suo datore di lavoro e fugge in macchina. Durante il viaggio, si ferma in un piccolo motel isolato: il 'Bates Motel', gestito da un giovane apparentemente timido e gentile, Norman Bates, che vive con la madre nella casa sulla collina. Quello che sembra un rifugio sicuro, si trasforma presto in un incubo... 

L’affrancamento del caso clinico: da thriller da salotto a horror
Norman Bates, interpretato da un fantasmagorico Anthony Perkins, è il personaggio paradigmatico di un mutamento di genere che vede il melò rassicurante dei salotti, del vagone ristorante, delle scenate d’amore tra paziente e psichiatra, scomparire come fosse un cadavere nella palude dietro il Bates Motel: se indentificarsi in John Ballantyne di 'Io ti salverò', un povero giovane romantico traumatizzato, era ancora possibile, l’inquietante figura di Norman Bates non lo permette, perniciosa com’è. In 'Psycho', il delitto non è 'raccontato', ma in diretta, brutale e inesorabile, a 'sangue freddo': una sequenza di immagini perturbanti alle quale lo spettatore non può sottrarsim perché talmente coinvolto 'percettivamente', come se fosse sul posto. Ecco che il caso clinico si affranca dalla mediazione rassicurante del thriller da salotto per servire lo stile horror, dove lo spettatore dev'essere preso alla sprovvista. Norman Bates è il 'padre' di tutti i futuri 'serial killer': non c'è 'Io ti salverò' che tenga. L’affrancamento è compiuto. 

Come cambia il paradigma del genere: il protagonista non è intoccabile
L'inquadratura del personaggio che guarda dallo specchietto retrovisore è un topos di Alfred Hitchcock: in alcuni casi i personaggi sono in due e vanno verso destini lieti come una gita, oppure da soli, nel caso di un investigatore. La gradevole Marion Crane (una leggendaria Janet Leigh) è sola e colpevole, inseguita da un poliziotto che indossa sempre gli occhiali da sole e che non la perde quasi mai di vista: nell’inquadratura in cui lei, dentro l’abitacolo della sua autovettura guarda lo specchietto retrovisore, non ha stacchi sull’ambiente esterno e ciò crea un senso di angoscia quasi claustrofobica. La deliziosa Marion ha violato la legge e deve sapersela cavare: nessuna coppia in fuga d’amore (un tema sempre caro a Hitchcock, ndr). Qui la passione e l'amore non sono contemplati. 

L’inScena_doccia.jpgquietante domestico
La casa dove vive Norman Bates evoca, sin dalle prime inquadrature, una forte inquietudine: non è solo in penombra, ma è avvolta da una luce cupa, come quella dei 'nightmare movie'. L’atrio della casa, in apparenza, potrebbe sembrare normale, con la tipica scala che sale al piano di sopra, ma gli uccelli impagliati (al contrario di quelli vivi e intrusivi che ritroveremo ne 'Gli uccelli' del 1963) esprimono tutta l’inquietudine oppressiva di sentimenti repressi. E quello che dovrebbe essere un caldo focolare si trasforma in un susseguirsi di orrori.

Chi nella vita non si è sentita Marion almeno una volta?
Marion sta facendo la doccia. Non ci sono movimenti fluidi, anzi: la macchina da presa è fissa e riprende dal basso l'acqua della doccia in modo da isolare spazio-temporalmente la vittima. Poi, 'stacchi velocissimi', creati dal montaggio di 70 scatti al minuto, crea un effetto sorpresa anche per il pubblico, accompagnato da una colonna sonora stridente. Chi, nella vita, non si è mai sentita Marion, almeno una volta? 

Titolo originale: Psycho
Regia: Alfred Hitchcock

Sceneggiatura: Joseph Stefano (basata sull'omonimo romanzo di Robert Bloch del 1959)
Anno: 1960
Genere: Thriller/Horror psicologico
Durata: 109 minuti
Produzione: Alfred Hitchcock (Shamley Productions)

Cast principale
Anthony Perkins: Norman Bates
Janet Leigh: Marion Crane
Vera Miles: Lila Crane
John Gavin: Sam Loomis
Martin Balsam: Detective Arbogast

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Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
EDITORE: Compact edizioni divisione di Phoenix associazione culturale