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23 Aprile 2024

Non sposate le mie figlie

di Giorgio Morino
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Non sposate le mie figlie

Il cinema francese, dopo il grande successo di 'Giù al Nord', la commedia del 2008 tutta incentrata sugli stereotipi campanilisti d’oltralpe poi riproposti in chiave nostrana nei film Benvenuti al Sud nel 2010 e Benvenuti al Nord nel 2012, ci propone un ulteriore caso di ‘intolleranza’ sotto una prospettiva comica. Nonostante la poca originalità dell’argomento il risultato è straordinariamente efficace

Non sposate le mie figlie, orrenda traduzione italiana del titolo originale Qu'est-ce qu'on a fait au Bon Dieu? (Che abbiamo fatto Buon Dio!) è uscito in Italia il 5 febbraio di quest’anno (con quasi un anno in ritardo rispetto all’uscita in Francia) e vede come protagonisti Claude e Marie Verneuil, una rispettabile coppia borghese, gollista e cattolica che vive tranquillamente la propria viva a Chinon, nella valle della Loira. La coppia ha quattro figlie, delle quali le prime tre sono felicemente convolate a nozze con altrettanti giovani francesi… ma figli di immigrati: Isabelle, avvocato, è sposata con Ben Rachid Assem, un avvocato e musulmano; Odile, dentista, si è unita con David Benichou, un imprenditore ebreo disoccupato; Ségolène, pittrice depressa, ha invece trovato l’amore in Ling Chao, un banchiere cinese.
Nonostante le varie incomprensioni e le continue discussioni a sfondo razzista, la situazione per la famiglia Verneuil riesce comunque a mantenersi stabile, ma i due capifamiglia nutrono ancora grandi speranze nella quarta figlia, la giovane Laure, l’unica che a questo punto possa sposare un bel giovanotto francese, magari con un bel matrimonio nella chiesa di famiglia e non in municipio. Si può immaginare quindi l’emozione e la gioia di questi due angustiati genitori nel momento in cui la ragazza annuncia il proprio fidanzamento con il giovane e cattolico Charles (si, proprio come il presidente De Gaulle). Peccato però che il ragazzo in questione di cognome faccia Koffi e sia ivoriano. La proverbiale goccia che farà traboccare il vaso, con tutte le conseguenze del caso.
Il film, che in Francia è stato il più alto incasso al botteghino del 2014, è diviso nettamente in due parti: la prima affronta le difficoltà del vecchio gollista Claude, interpretato da un sempre verde Christian Clavier (Asterix & Obelix contro Cesare; Napoleon), nell’affrontare i propri pregiudizi razzisti nei confronti dei generi; la seconda è invece interamente focalizzata sul matrimonio della figlia più piccola e sui vari tentativi di sabotaggio dell’unione da parte non solo del padre della sposa, ma anche dal padre dello sposo.
Suona famigliare vero? Effettivamente si e non si può girarci attorno: la seconda metà della pellicola ricalca palesemente Indovina chi viene a cena?, straordinario film del 1967 dove l’affascinante medico di colore John Prentice (Sidney Poitier) e la giovane caucasica Cristina Dayton (Katherine Houghton) devono affrontare i pregiudizi delle rispettive famiglie (memorabili a tal proposito le interpretazioni di Katherine Hepburn, premiata in quell’occasione con l’Oscar, e di Spencer Tracy, alla sua ultima apparizione sullo schermo, nel ruolo dei coniugi Drayton). Si deve  quindi parlare di plagio? Preferiamo pensare che si tratti in realtà di un omaggio che riesce comunque a regalare allo spettatore scene divertente e una comicità dissacrante e mai banale,  a volte volgare in questo senso mai fine a se stessa o forzata, per raccontare con leggerezza una problematica sociale non di poco conto come le unioni miste. I pregiudizi di Claude Vernruil sono gli stessi che aveva Matt Drayton quasi cinquant’anni fa e che, anche se la nostra società è molto più aperta nei confronti dei matrimoni misti, sono ancora forti nella mente di molte persone.
Non sposate le mie figlie è in definitiva un film molto piacevole, divertente e assai “perfido” nell’umorismo e nelle gag. Una filone, quello comico francese, che continua a regalarci piccole perle. In questo caso si può dire che l’originalità si la principale dote della pellicola, come fu invece nel caso di Giù al Nord, ma di certo si tratta di un prodotto terribilmente valido e ben realizzato, a differenza invece di molte produzioni italiane che partono dalla presunzione di far ridere e che poi lasciano lo spettatore quantomeno perplesso su quello che sta guardando.
Se pensiamo poi che quella che, probabilmente fino a oggi, è la miglior commedia italiana realizzata negli ultimi anni (Benvenuti al Sud) sia solo un remake forse qualche domanda sarebbe ora di iniziare a farsela.


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Non sposate le mie figlie
Un film di Philippe de Chauveron. Con Christian Clavier, Chantal Lauby, Ary Abittan, Medi Sadoun, Frédéric Chau. continua» Titolo originale Qu'est ce-qu'on a fait au bon Dieu? Genere: commedia - Durata 97 min. - Francia 2014.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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