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10 Ottobre 2024

Tutti pazzi per i Minions

di Giorgio Morino
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Tutti pazzi per i Minions

I piccoli personaggi simili a lampadine gialle hanno invaso il mondo, diventando un fenomeno di costume: un film essenzialmente commerciale, che nasconde un’insolita passione per gli anni ’60  e i film di spionaggio, mescolati con una comicità 'nonsense' irresistibile, che non può non conquistare

Quando uscì nel 2010 'Cattivissimo me', pellicola d’animazione che segnava l’esordio sul grande schermo della neo-nata 'Illumination Entertaiment', ben pochi avrebbero osato sperare in un successo. Eppure, quel successo arrivò, concretizzandosi in quasi 545 milioni di dollari raccolti in tutto il mondo. Questo straordinario successo, oltre alla geniale intuizione di rendere protagonista il 'cattivo', è da attribuire quasi unicamente a quelle che, con ogni probabilità, sono le migliori 'spalle' comiche della storia del cinema: i Minions. Questi buffi esseri gialli, simili a delle lampadine, che parlano in un linguaggio buffo e incomprensibile, disposti a tutto pur di aiutare il loro malvagio padrone ma che finiscono ogni volta per risultare buffi e adorabili. Un mix che il grande pubblico di grandi e piccini ha apprezzato senza riserve, spingendo la Universal ad ordinare un secondo capitolo focalizzandosi ancor di più sui Minions, elevandoli a co-protagonisti. Un'operazione che è riuscita quasi a raddoppiare gli incassi del primo film, sfiorando il miliardo di dollari. Calcavano l’onda di questo incredibile trionfo di critica e pubblico, dopo tre corti destinati al mercato home-video, gli Studios hanno deciso fare dei piccoli esserini ghiotti di banane i protagonisti di un lungometraggio a loro dedicato: Minions.
Presenti sul nostro pianeta prima dei dinosauri e degli uomini, portati per natura a servire il padrone più cattivo di tutti, nel corso della Storia la loro ricerca si è rivelata infruttuosa in quanto ognuno di questi cattivi, da Dracula a Napoleone, finisce per fare una brutta fine proprio a causa della goffaggine dei Minions. Nascostisi in un ghiacciaio ai confini del mondo, un giorno decisero di fare un ultimo tentativo e trovare il loro cattivissimo padrone. Un’impresa ardua e incredibilmente divertente.
Il film segue una struttura semplice, raccontando il viaggio di Kevin, Stuart e del piccolo Bob nel 1968, verso il cattivo più cattivo di tutti, tra una disavventura e l’altra in un mondo rovesciato, in cui i cattivi sono delle star alla continua ricerca di scagnozzi per il piano più malvagio del secolo. Un canovaccio narrativo geniale, ma allo stesso intuitivo, che ci porta “dall’altra parte”: quella dei malvagi. Com'era successo per 'Cattivissimo me', i Minions rubano la scena, interagendo perfettamente in un contesto a loro sconosciuto come l’America e l’Inghilterra di fine anni ’60, in grado di fornire espedienti a non finire da sfruttare per gag comiche e ambientazioni evocative, altamente citazionistiche, dei film spionistici alla James Bond e simili. Ogni elemento si incastrata egregiamente con l’altro, in un susseguirsi di eventi surreali e spassosi che arrivano senza problemi al finale che il pubblico si aspetta.
Ma da dove nasce tutto questo successo e cosa rende i Minions così divertenti? Il loro essere 'nonsense' e politicamente scorretti. Una comicità semplice ma efficace, che si basa principalmente sulle onomatopee, un linguaggio incomprensibile che mescola italiano, spagnolo, francese e tantissimi altri idiomi in un turbinio coinvolgente.
Molti critici, specialmente quelli che per i quali un film non è bello se non ermetico o 'spacca-nervi', potrebbero accusare Minions di essere un prodotto commerciale “facile facile”, una scusa per spillare soldi agli spettatori: è vero, stiamo parlando di un film commerciale, fatto per sfruttare l’immagine dei Minions per vendere gadgets, magliette, peluches, lenzuola, videogame e banane (ebbene si, anche la Chiquita ha deciso di mettere sul famoso 'bollino blu' sulle frutta di cui i Minions sono golosi). A ben guardare, quindi, Minions nasconde un’anima più profonda e amante del cinema. E soprattutto, il fatto che si può realizzare un prodotto commerciale per fare soldi e - in questo senso, oltre un miliardo di dollari al box office mondiale non è certo cosa da poco - ma dimostrando passione e intelligenza, creando cioè un qualcosa di piacevole, in grado di soddisfare lo spettatore per circa un’ora e mezza. Un'impresa tutt’altro che semplice. Dunque, onore ai Minions.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
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