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25 Aprile 2024

Se la pubblicità prende in giro se stessa

di Francesca Buffo
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Se la pubblicità prende in giro se stessa

«L'omologazione sta distruggendo l'Italia». A dirlo è stato Pasolini più di trent'anni fa. Nulla di nuovo, mi direte. Inutile quindi dilungarsi in quel retorico bla bla bla intriso di critica verso il superficiale concetto di estetismo per il quale se non si rientra in determinati canoni si è tagliati fuori. Il sistema è aberrante e ne abbiamo ogni giorno nuove prove. Il livello di appiattimento cerebrale generato nella mente degli italiani è tale che anche a farne una feroce critica cinematografica alla Woody Allen, si ottiene ben poco. La descrizione del 'coglione qualsiasi' - magistralmente interpretato da Roberto Benigni - che diventa personaggio inseguito dai media e opinionista d'eccezione pur non avendo né qualifiche né meriti, rimane una figura emblematica per moltissimi giovani che dalla proiezione di To Rome with love sono usciti più annoiati che confusi. Eppure il riferimento al mondo del Grande Fratello, nel quale si diventa star a suon di rutti e peti, era evidente. Un umorismo troppo intellettuale? Può darsi. Ma non lo era meno lo spot interpretato dalla coppia Fiorello/Baldini, diventata trio in una campagna pubblicitaria altrettanto ironica dove l'unica morale è che se non sei come il sistema dice che devi essere, non hai scampo. Così tre uomini in giacca e cravatta, dotati di parrucca, hanno 'fatto il verso' a qualche milionata di ragazzette che si vestono, si muovono e parlano tutte alla stessa maniera. Persino il gesto di 'trascinamento del ciuffo' parodiato da Baldini è passato inosservato. Il pubblico ha riso, perché Fiorello fa ridere. Forse i pubblicitari hanno fatto autocritica segnalando che il meccanismo è andato un po' oltre. Mi piace pensarlo, ma non ne sono sicura. E anche questa, probabilmente, è un'analisi troppo intellettuale. 

 

DA RIASCOLTARE: Pier Paolo Pasolini: «L'omologazione sta distruggendo l'Italia»


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