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11 Ottobre 2024

RosGos: viaggio tra deserti sintetici

di Emanuela Colatosti
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RosGos: viaggio tra deserti sintetici

Secondo disco solista firmato dall’autore cremese, ‘Lost in the desert’ uscito in aprile, frutto della raffinata produzione di Marco Torriani, per l’etichetta Areasonic Records

La storia di Maurizio Vaiani non inizia con RosGos, il suo progetto solista uscito per Areasonic Records. Già membro dei Jenny’s Joke, l’autore di ‘Lost in the desert’ è al secondo disco in due anni. Il cremese sembra essere tornato su sonorità internazionali, dopo l’intermezzo di ‘Canzoni notturne’, che sembrava più un personale tributo alla migliore tradizione cantautorale. Con il recente disco, uscito ad aprile di quest’anno, si conferma un fiume piena dal punto di vista della scrittura. Nonostante l’abbondante minutaggio che caratterizza i suoi album, l’ascolto va giù liscio, senza per questo cadere nell’indifferenza. Impossibile non notare i riferimenti tra cui Maurizio Vaiani si muove: Oasis e Radiohead in capo a tutti. I primi per gli aspetti sonori; i secondi per le vibrazioni emotive. Le coordinate musicali sono snelle linee-guida, usate dall’autore per rendere intellegibile all’ascoltatore iRosGos_Cover.jpgl suo personale universo. Nell’arco di 44 minuti, Maurizio Vaiani attraversa varietà ritmiche, annodando i 10 brani l’uno all’altro in maniera fluida. Per cui, si può passare da ‘Sara’, ballata sentimentale, a una versione più elettronica ed esistenziale di ‘Free to weap’, fino alla narrazione grunge di ‘Sparkle’. Proseguendo l'ascolto, ‘Telephone song’ merita una menzione speciale per il fatto di riportare alla luce il periodo d’oro del noise italiano, quello dei Marlene Kuntz. La lirica è filtrata da declinazioni metalliche della voce. Maurizio Vaiani è sobrio anche in questo, in quanto non permette al gusto per i rumori di sovraccaricare inutilmente le tracce di ‘Lost in the desert’. Il singolo di lancio, ‘Standing in the light’, è una melodia orecchiabilissima, che resta in testa a far compagnia anche in absentia. Il video che l’accompagna, insieme alle fotografie che completano l’artwork, sono state curate da Pietro Berselli. Con l’ambient-rock di ‘Misery’ e ‘The Date’, RosGos evoca un arido paesaggio in cui l’unico movimento è dato dalle rocce. Più urbana, invece, è ‘Mary Ann’, che ricostruisce l’architettura metropolitana in cui la desolazione dell’individuo si scioglie sotto l’ombra di palazzi imponenti come canyon. Insomma, ‘Lost in the desert’ è un disco dalle sonorità malinconiche, che riesce ad amplificare ricordi di sensazioni che, in questo periodo, si tende a ingabbiare nell’inconscio. Il cantautorato alternative-rock di Maurizio Vaiani rompe ogni diga di contenimento con la violenza della luce dei pomeriggi d’estate, che macchiano i profili dietro l’ombra delle persiane esattamente come rendono patinati i dettagli sovraesposti.

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