Il mensile di informazione e approfondimento che
intende riunire culturalmente il nostro Paese nel pieno rispetto di tutte le sue tradizioni, vocazioni e ispirazioni ideologiche e politiche.
diretto da Vittorio Lussana
Area Riservata
8 Maggio 2024

Neologismi: proviamo a usarli

di Gaetano Massimo Macrì – gmacri@periodicoitalianomagazine.it Twitter @gaetanomassimom
Condividi
Neologismi: proviamo a usarli

Come ci esprimeremmo se dovessimo usare i nuovi termini coniati nel linguaggio politico, economico e tecnologico? Avere un impeachment con un partner, essere un esodato dalla relazione coniugale o praticare l’advertainment se colti con le mani nel sacco: ecco dove potremmo arrivare con le parole
 
Parla come mangi, si dice. Mai come in questo momento l’espressione riesce a ben fotografare lo stato dell’arte del parlato per strada. Il linguaggio muta pelle, è un fenomeno ‘naturale’, ma negli ultimi tempi le espressioni gergali, i neologismi, sono caratteristiche che sembrano far fuoriuscire la comunicazione verbale da un discorso ‘settoriale’ (come potrebbe essere quello giovanile, quello dei ragazzi romani, piuttosto che milanesi e via discorrendo). Il neologismo rischia, infatti, di diffondersi in più strati della popolazione contemporaneamente, divenendo un piccolo patrimonio comune. Sarà vero? Non vogliamo fare un’indagine scientifica, tuttavia abbiamo provato a immaginare alcune conversazioni che verrebbero fuori con l’uso delle recenti terminologie, cercando anche di estremizzarne il contesto. Si scoprono così degli effetti curiosi, che potrebbero farci riflettere e dire: ‘ma veramente saremmo in grado di parlare in questo modo?’.
Immaginate un genitore impegnato in una descrizione del proprio figlio, nel tentativo di esaltare la sua indipendenza, il fatto che lo abbia saputo ‘tirare su bene’, in maniera responsabile. Quale termine potrebbe usare per descrivere tutto ciò? Devolution. “Per crescere Andrea abbiamo deciso, in un accordo bipartisan con mia moglie, di adottare la linea della devolution”. E se non foste d’accordo? Anzi, se qualche problema vi portasse alla deriva sentimentale, catapultandovi in una storiella parallela, allora si dirà che avrete un impeachment con il partner. Che poi da noi ‘impiccio’ si dice pure, in alcune zone d’Italia. Nel caso la relazione extraconiugale venisse scoperta, la regola aurea (soprattutto maschile) è: negare sempre e comunque. Oggi meglio ricorrere all’ advertainment, come faceva Massimo Lopez nella pubblicità di una nota impresa di telefonia, in cui rimandava sempre la sua fucilazione. Se, alla fine, non potrete fare altro che arrendervi, sarete praticamente divenuti degli esodati.
Dura la vita per i vecchi Don Giovanni. Oggi è meglio essere più smart e chic insieme. Godute brevi, ma intense. Non è un caso che il buon cibo di qualità sia street food. I famosi ‘due spaghi con gli amici’ si sono trasformati in: “vuole il panino con razza bovina piemontese o con carne di pollo allevato a terra in un parco naturale del Gargano?”. Finché uno ci pensa ha già dietro la fila di accoliti del master chef di turno. E’ lì che risiede il vero potere di seduzione: chi mira a conquistare qualcuno, usa il grembiule da cucina e parole esoticamente raffinate. Un anello di cipolla di Tropea, glassato con zucchero demerara e pimento, vi aprirà le porte al Bunga Bunga del dopo cena. L’amico del cuore, pardon, il best friend, vi implorerà di whatsappargli qualche immagine in secret service. Nel caso, poi, scoccasse l’amore? Diretti dalla weddingplanner che vi costringerà a fleggare su un foglio elettronico del suo Ipad. Vi converrebbe preparare una buona spending review per risparmiare tempo e denaro. Una delle voci da defleggare sarà sicuramente quella del fotografo. Ché non ve lo fate un selfie col prete alle vostre spalle? Anzi, in questo caso potreste proprio chiederlo voi, al prete, di farvi il selfie con tutti gli invitati sullo sfondo. E finalmente giù di corsa al ristorante. Come sarà? Cosa si mangerà? Si chiederanno gli invitati. Un commento potrebbe essere: “Davvero tutto molto santoriano”. Santoro Michele, giornalista incline a una certa teatralità. Non mancherebbero gli apprezzamenti alle belle signorine. “Quella è proprio una schedina”. ”A me piace l’altra, è una letterina”. “Io preferisco le veline”. De gustibus. Se non siete d’accordo, take it easy, state calmini, dicono ancora sotto il Duomo di Milano. Qui si è solo voluto giocare e voi non siete stati dei very top player.
E nel gioco del rovescio della medaglia, come si svolgerebbero realmente le scene descritte?
“Abbiamo parlato a lungo con mia moglie sull’educazione da impartire ad Andrea e abbiamo pensato, di comune accordo, che la cosa migliore da fare sia quella di lasciarlo camminare un po’ da solo con le sue gambe, per fargli fare esperienza, accrescendo il grado della responsabilità individuale, che gli consenta di distaccarsi dall’alveo familiare senza traumi”. Quante parole, anche belle, per dire che cosa poi? Devolution.  E magari anche inutili, perché la storia d’amore un giorno si incrinerà e vi ritroverete con un’amante. O anche più. Dicesi volgarmente corna, ma se volete mantenere l’eleganza sobria dei modi corretti di dire, state ufficiosamente tradendo il partner. Quando diventerà ufficiale, non ci sarà altro modo di comportarsi che negare tutto. O fare le valigie e andare via. Avere un impeachment, studiare una strategia di advertainment suonava decisamente meglio. Per avere ‘avventure’ è preferibile mantenersi tra il serio e il faceto. Come il cibo per strada, che suona bene, nel prezzo, nei contenuti e nei modi, ma pur sempre un panino vi mangiate. Però fa figo. E’ la versione moderna di “una bottiglia di vino, con un panino, la felicità”. Volete mettere il confronto? E poi sappiamo com’è andata a finire alla coppia canora. Una cosa non dispiace dei vecchi termini, che in presenza di belle fanciulle o uomini ricchi di fascino, consentono di dipingere o etichettare la bellezza in molti modi. Anche in questi casi, de gustibus… E solo i migliori giocatori potranno dimostrare le loro qualità e scegliere. Al termine di questa disquisizione tra il serio e il faceto, chiedetevi se sareste in grado un giorno di parlare con quei modi più originali. E a proposito di scelta, il mitico Mike Bongiorno, grande esponente del linguaggio colorito,  spesso urlava: “La uno, la due o la tre?!”. Ecco, per capirci, voi quale fleggereste?
Mi raccomando, cari followers, whatsappatevi questo articolo, twittatelo, taggate chiunque al suo interno. Oppure, cari lettori, diffondete questo scritto, fate che abbia la più ampia diffusione possibile, semplicemente perché verba volant.
Ps: spesso si legge di improvvise bombe d’acqua sulle città. Non c’è niente da fare. C’è una vera guerra in atto. Siamo sotto assedio linguistico. Le barriere, presto o tardi, cederanno. Lovvatevi sempre.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
EDITORE: Compact edizioni divisione di Phoenix associazione culturale