L'immagine di questa bellissima ragazza bergamasca resta innanzi a noi e vi rimarrà per sempre come monito, in nome di quella libertà, vera e giusta, che spetta a tutte le donne
Un altro atroce, tragico femminicidio a Milano. La sera del 14 ottobre 2025, Pamela Genini, una giovane donna di 29 anni, è stata accoltellata dal suo ex compagno: il 52enne Gianluca Soncin. Tutto è accaduto velocemente, in pochi istanti. I vicini, allarmati dalle urla e dalle richieste di aiuto della modella, hanno allertato le Forze dell'ordine. Ma tutto è stato vano: la ragazza, all'arrivo dei poliziotti, viene trovata in fin di vita, con circa 24 (30 e più, secondo l'autopsia, ndr) coltellate inferte sul suo corpo e con Soncin che continuava a colpirla ripetutamente con un coltello a serramanico. Pamela è deceduta poco dopo l'intervento della Polizia. Gianluca Soncin, nell'intento di togliersi la vita, si è poi inflitto due coltellate alla gola. È stato, dunque, trasportato all'ospedale Niguarda, giudicato grave, ma non in pericolo di vita. La giovane imprenditrice e modella bergamasca è stata barbaramente uccisa nel suo appartamento, sito in via Iglesias 33, nel quartiere Gorla a Milano. Era andata lì da sola, proprio per prendere le distanze da colui che poi sarebbe divenuto il suo aguzzino. Una relazione tossica, durata circa un anno e mezzo fra litigi, incomprensioni, aggressioni e violenze fisiche perpetrate sulla giovane donna sempre più spesso, anche per futili motivi.
Pamela Genini era, come descritta nel programma 'Ignoto X', in onda su La7, "una giovane imprenditrice e modella solare, amante della moda e dei viaggi. Aveva trasformato la sua passione in un lavoro: prima come modella, poi come fondatrice di un brand di costumi Made in Italy. Era originaria della bergamasca. Viveva tra amici, lavoro e la sua adorata cagnolina, Bianca". La mamma l'ha definita solare, buona, che portava luce, positività. Soncin, imprenditore facoltoso, non aveva di certo accettato la decisione che Pamela aveva preso di lasciarlo. E’ un uomo possessivo, che aveva tentato di isolarla da tutti coloro che le stavano accanto: i suoi amici e familiari. La situazione fra di loro era particolarmente peggiorata, da quando lei era tornata, per un breve periodo, a vivere dai genitori, in provincia di Bergamo. Il 52enne aveva rea
gito con delle minacce di morte rivolte sia a lei, sia ai suoi genitori, tirando in mezzo perfino l'adorata cagnolina qualora lei lo avesse lasciato. A fronte di ciò, Pamela non era mai riuscita a trovare il coraggio per mettere la parola “fine” alla loro relazione malata, divenuta insostenibile. Voleva proteggere, salvaguardare l'incolumità di coloro che amava: la mamma e la sorella. A quest'ultima era molto legata, anche perché l'avrebbe, di lì a poco, resa zia. Ciò la faceva sentire felice e orgogliosa. Il Soncin, già attenzionato dalle Forze dell'ordine, era noto per i suoi precedenti di truffa, aggressioni e problemi con a legge. Pamela, ultimamente, si sentiva perseguitata in maniera ossessiva. Veniva dunque, 'stalkerizzata' da colui che, un tempo, si era dimostrato, ai suoi occhi, una persona affidabile, con cui avrebbe potuto costruire un futuro. Inizialmente, le faceva regali costosi e le offriva viaggi. La giovane ha cercato in tutti i modi di depistare il suo persecutore: aveva persino modificato le sue abitudini quotidiane. Aveva lasciato anche la casa di Cervia, dove per un certo periodo i due avevano convissuto, interrompendo così la loro relazione. Infatti, il 3 settembre 2024, proprio a Cervia, la giovane aveva già subito un'aggressione violenta da parte del suo convivente. Nell'appartamento di via Cardano si era consumato un pesante pestaggio: Pamela si era ritrovata spintonata a terra e colpita alla testa con calci e pugni. Le aveva persino fratturato un dito della mano. Il giorno seguente all'aggressione, la 29enne si era recata all’ospedale di Seriate. Una volta lì, al Pronto soccorso le era stata refertata la frattura del dito, con una prognosi di 20 giorni. Non è scattato, dunque, il 'codice rosso'. E Pamela, purtroppo, non ha denunciato l'accaduto, forse per paura. Tuttavia, fu proprio in quei giorni che aveva deciso di lasciare la casa per trasferirsi nel milanese. Era sottoposta a continue vessazioni da parte dell'uomo. Difatti, nell'estate del 2024, quando si erano recati in vacanza all'isola d'Elba, il Soncin l'avrebbe nuovamente aggredita con percosse, calci e pugni, oltre a minacciarla con cocci di vetro nella stanza dell'albergo. Lui avrebbe anche cercato di gettarla dal balcone, dicendole che l'avrebbe ammazzata. Fortunatamente, il personale dell'hotel è corso in aiuto della giovane. Il Soncin faceva uso di alcoolici e sostanze varie. Assumeva oppiacei e cocaina, ma anche psicofarmaci, che prendeva senza ricetta in una farmacia di Cervia. Tutto ciò era stato notato e riferito da Pamela al suo ex fidanzato, Francesco Dolci. La giovane si era rifugiata, alcune volte, proprio da Francesco, al fine di far perdere le proprie tracce. Ma non era così facile sfuggire a quell'uomo, ossessionato dall'idea di possesso sulla 29enne. Nella casa di via Cardano, a Cervia, come riportato anche dall'Ansa, sono stati sequestrati una decina di coltelli (cutter e serramanico) e quattro/cinque pistole scacciacani. Nel verbale compare anche un mazzo di chiavi, simile a quello dell'abitazione di Pamela. Successivamente, Pamela si era recata a Venezia, per un giro di fotografie sul red carpet del Festival del cinema. Lì, Pamela aveva intrattenuto una semplice conversazione con un fotografo: ciò è bastato questo per scatenare la furia di Soncin contro la donna: le strappò i vestiti, la prese a pugni e la minacciò: "Ti uccido"!
Un rap
porto ormai avvelenato dalle continue minacce dell'uomo. Pamela ha cercato disperatamente di fuggire, ma non ce l'ha fatta: il suo aguzzino non le ha lasciato scampo. Ha persino pensato di trasferirsi all'estero, pur di fuggire da quell'ergastolo. La modella, avendo ormai preso consapevolezza del pericolo che incombeva su di lei, voleva chiudere quel brutto rapporto. Le solite scuse non bastavano più: solo promesse mai mantenute, da parte di Soncin. La paura e il dolore avevano preso il posto dell'affetto. Dalle ricostruzioni, sembra che avesse comunicato questo suo volere all'uomo, proprio il giorno dell'omicidio. Purtroppo, il 52enne aveva già fatto una copia delle chiavi della donna, per potersi introdurre agevolmente in casa sua. E proprio lì, in via Iglesias 33, si è consumato l'orribile omicidio. Nuovamente, in Soncin è scattata la reazione: la donna viene colpita al volto, quindi trascinata in terrazza, dove viene pugnalata con 30 coltellate. Una vera e propria mattanza. La giovane, inutilmente, ha tentato di chiedere aiuto e implorava il suo aggressore di smettere. 30 minuti di terrore sotto gli occhi dei vicini. Lei ha gridato: “Smettila, ho famiglia. Ti prego, ti prego, ti prego..."! Mentre lui, con violenza e rabbia, affondava il coltello sul collo di lei. Le tre ferite inferte al torace sono state quelle letali. Un’ossessione culminata nell'omicidio come atto finale di un rifiuto, quel “No” mai accettato da Soncin. Un uomo dalla mente malata? O forse ha prevalso un atavico senso di possesso? Di certo, Soncin aveva pianificato il suo crimine. C'è, infatti, l’elemento della premeditazione: le chiavi con cui ha avuto accesso a quell'appartamento; le armi acquistate; l'uso del coltello a serramanico. E' davvero sconcertante dover assistere, ancora una volta, a un femminicidio. Sono davvero tanti, troppi. Le donne non sono uno strumento, ma delle compagne di vita. La sera del 14 ottobre 2025, alle ore 21.30, quando l'uomo si è introdotto nel suo appartamento, Pamela era al telefono con il suo ex fidanzato terrorizzata. Francesco Dolci, a 'Storie italiane', ha raccontato: “Pamela voleva una famiglia. Era una ragazza normale: voleva crearsi un futuro e sposarsi, ma non con lui. Pamela stava programmando la fuga". Queste le parole di Francesco, che ha cercato di aiutarla fino alla fine, quando Pamela gli ha chiesto aiuto: “E’ entrato, chiama la Polizia"! Lui ha subito allertato le Forze dell'ordine ed è corso immediatamente lui stesso da lei, ma invano. E ora, non ci rimane che un grande dolore: l'immagine di Pamela Genini resta innanzi a noi e ci rimarrà per sempre, come monito. In nome di quella libertà, vera e giusta, che spetta a tutte le donne, che non debbono sacrificarsi, ma vivere.

QUI SOPRA: IL FUNERALE DI PAMELA GENINI NELLA CHIESETTA DI STROZZA (BG)
AL CENTRO: L'APPARTAMENTO DI VIA IGLESIAS E UNA FOTO CON SONCIN ALL'INIZIO DELLA LORO STORIA
IN APERTURA: LA MODELLA RITRATTA IN UNO SCATTO A VENEZIA NEL 2024