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20 Aprile 2024

Desdemona sconfigge Otello

di Marta De Luca
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Desdemona sconfigge Otello

Un progetto teatrale che trae origine da una raccolta di testimonianze di quelle tante, troppe, donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza per denunciare gravissimi abusi.

In occasione del primo anno di vita del ‘CE.S.P.P.’, il centro di psicologia popolare romano intitolato alla memoria di Lino Fillipponi, si è tenuto nei giorni scorsi lo spettacolo ‘Voci di Desdemona’, un’opera teatrale assai ben interpretata dalle versatili Elena Fazio e Angela Sajeva, musicata in scena da Roberta Montisci e diretta dalla regista Paola Coppi. Il testo di quest’opera, toccante e assai ricco di significati, trae origine da una raccolta di testimonianze di quelle tante, troppe, donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza per denunciare gravissimi abusi. E infatti, pur trovandoci di fronte a due attrici splendide, che hanno saputo pienamente rendere la drammaticità del ruolo loro affidato, ci si rende immediatamente conto di essere innanzi a un’opera solida, colta, capace di richiamare, direttamente e indirettamente, l’esigenza di un nuovo terreno di dialogo e di incontro tra i generi, evidenziando sia gli atavici retaggi culturali che dividono ambedue i sessi su due fronti sociologici spesso difficilmente conciliabili, se non contrapposti, sia la complessa realtà di una vera e propria crisi di identità del maschio moderno, troppo spesso incapace di vedere le profonde contraddizioni culturali e di mentalità che lo portano a reagire unicamente ricorrendo alla forzatura violenta, o a sottrarsi dalle proprie responsabilità di compagno di vita. Le scene più toccanti sono, naturalmente, le grida di Elena Fazio, un’attrice dotata di un’elegante dizione ‘alto borghese’ che, tuttavia, sorprende totalmente il pubblico immergendosi e immedesimandosi con grandissimo realismo nel dramma di Desdemona, tradita e uccisa dalla mentalità calunniosa e razzista che da sempre alimenta il dolore e la disperazione dell’universo femminile. Le grida della Fazio, in questa rappresentazione teatrale, inchiodano lo spettatore di fronte alle proprie responsabilità civili e sociali, smascherano una figura di uomo incapace di gestire la propria natura andando oltre l’orgoglio, la superficialità, la sterilità morale. Ogni volta che un uomo commette violenza sul corpo di una donna è un altro mattone che cade dall’antico ‘tempio’ valoriale dell’amore, che si trasforma in un ‘mercato’, in un dare e avere tra generi sessuali che sviliscono ogni sentimento, uccidendolo. L’uomo è felice, in un primo tempo, delle ‘stelle’ che Desdemona riesce a creare giocando con le scintille del focolare domestico. Ma poi se ne stanca, se ne dimentica, non gli interessano più: tutto diviene scontato, dovuto, in un rapporto che lo ‘sdoppia’, fino a trasformarlo in un carnefice, rivelando la sua natura più torva e animalesca. La stabilità e la forza interiore di un uomo non viene più riconosciuta come principale merito della donna, non discende dal plusvalore valoriale e sentimentale donatogli dalla propria compagna, bensì diventa lo strumento, incomprensibile, della tracotanza, del tradimento più profondo, che è poi quello spirituale: la trasformazione del desiderio di felicità altrui in possesso personale, nel considerare la propria donna un mero oggetto, una bambola, una schiava. In questo, anche l’interpretazione di Angela Sajeva fa sentire il proprio ‘peso’ di razionalità ed esperienza, di presa di coscienza e di definitivo disincanto da parte delle donne. Desdemona subisce, soffre, non capisce, è profondamente ferita, ma non dalla violenza fisica, bensì dal turbinio di pensieri che quella stessa violenza mette in moto e che solo ritrovando la verità potrebbe, finalmente, placarsi. Ma la verità non c’è, poiché non c’è più l'amore, il sogno, la reale condivisione di piacere e sentimenti. Ed ecco, dunque, che i limiti culturali della società in cui oggi viviamo sono esattamente quelli di uno svuotamento dovuto proprio alla sofferenza, al contempo storica e atavica, delle donne, di tutte le donne, fino a porle una sulle spalle dell’altra tenendosi per i piedi, sostenendosi ma anche trattenendosi tra loro, al fine di innalzare quell'immenso monumento di dolore che sta condannando il mondo a rinunciare alla propria anima, all’amore più vero, autentico, profondo, sincero. Desdemona muore, ma alla fine diviene regina dell’intera Storia dell’umanità, in un ribaltamento lancinante che sconfigge l’orgoglio maschile donando meritata dignità a tutte le donne, al loro coraggio, alla loro incredibile capacità di amare, contro tutto e contro tutti, un maschio ormai indegno persino di se stesso.

 

GUARDA IL PROMO: Voci di Desdemona


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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