Domenica 15 giugno, il Campo Bruno Reffi si è trasformato in un palcoscenico d’emozioni per celebrare i 15 anni della Repubblica di San Marino all’Eurovision Song Contest: una notte ideata e condotta da Senhit, tra memoria e futuro, musica e identità
La Repubblica di San Marino ha vissuto una notte da ricordare. Sotto un cielo limpido e carico di attese, il Campo Bruno Reffi si è acceso di luci e colori per accogliere 'The Purple Night': l’evento ideato e condotto da Senhit, artista internazionale e 'Freaky Queen' dell’Eurovision, per celebrare i quindici anni della Repubblica all’interno del più grande evento musicale d’Europa. Prodotta da Purple Tribe by Senhit, con il patrocinio della Segreteria di Stato e la collaborazione della Repubblica di San Marino e di San Marino Rtv, la serata ha raccolto fan, curiosi e appassionati provenienti da tutto il Paese, per un appuntamento a ingresso libero che ha saputo unire show, emozione e orgoglio nazionale. "San Marino è casa. L’Eurovision è famiglia", ha detto Senhit aprendo lo spettacolo, accolta da un boato del pubblico e scintillante in un abito viola iridescente, che sembrava riflettere il tema della serata. Poi ha aggiunto: "Questa notte non è solo una celebrazione, è una dichiarazione d’amore. A questa terra, a questa avventura lunga 15 anni". Con lei sul palco, alcuni dei nomi che hanno segnato la storia eurovisiva del Titano: a cominciare da Valentina Monetta, vera icona sanmarinese, che ha riportato il pubblico indietro nel tempo con l’intensa 'Maybe', la canzone che nel 2014 le permise di accedere alla finale. Visibilmente commossa, ha dichiarato: "Ogni volta che canto per San Marino, è come tornare a respirare la mia storia". Poi, è stata la volta di Serhat, l’elegante artista t
urco che ha rappresentato San Marino nel 2016 e nel 2019, regalando al pubblico una versione energica e piena di carisma di 'Say Na Na Na': "Qui non sono ospite, sono a casa", ha sorriso rivolgendosi a Senhit. In seguito, è arrivata Jessika, protagonista nel 2018, che ha cantato 'Who We Are' infondendo forza e autenticità, mentre i Megara, la band spagnola che ha portato il rock al centro della scena nel 2024 con '11:11', hanno scosso l’arena con un’energia incontenibile. Jimmie Wilson, in un momento a sorpresa, ha duettato nuovamente con Valentina Monetta in 'Spirit of the night', riportando in vita la passione della loro esibizione eurovisiva del 2017. Infine, a chiudere il cerchio, la performance travolgente dei Piqued Jacks, che con 'Like an animal' hanno fatto ballare tutto il Campo Bruno Reffi, ricordando il loro brillante percorso nel 2023. Tra un'esibizione e l’altra, Senhit ha saputo guidare il pubblico anche dietro le quinte, grazie al suo format 'Under the umbrella', nato durante l’Eurovision Song Contest 2025 e interviste ironiche e sincere, che hanno regalato sorrisi e momenti di autenticità, costruendo un legame diretto tra artisti e spettatori. Non sono mancati i saluti istituzionali, affidati al Segretario di Stato, Federico Pedini Amati, che ha sottolineato come l’Eurovision rappresenti “un ponte tra San Marino e il mondo” e al direttore generale di San Marino Rtv e Rai, Roberto Sergio, testimoni del ruolo culturale e promozionale di questo cammino lungo quindici anni. Quella di Senhit, però, è stata più di una conduzione: è stata una vera dichiarazione d’identità artistica. Dall’Eurovision 2011 fino alla sua consacrazione, nel 2021, con 'Adrenalina', in duetto con Flo Rida e sotto la direzione di Luca Tommassini, l’artista ha conquistato il pubblico europeo e mondiale. Il suo impegno nel 2024, con l’album 'Dangerous', i concerti in tutta Europa e il riconoscimento come 'Ambassador' di San Marino, ha rafforzato il suo ruolo di volto simbolico della Repubblica nel mondo. Mentre le ultime note si spegnevano nella notte e le stelle rimanevano sospese sul cielo sopra la Repubblica, la bravissima Senhit ha salutato il suo pubblico con un sorriso e un augurio: “Continuiamo a cantare. Sempre. Perché la musica non ha confini. E noi nemmeno”.
The Purple Night si è così chiusa, lasciando negli occhi dei presenti la luce viola della memoria. E, nei cuori, il battito costante di una piccola nazione che non ha mai smesso di sognare in grande.

LE FOTO UTILIZZATE NEL PRESENTE REPORTAGE SONO DI CORINNE CUMMING, CHE RINGRAZIAMO