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29 Marzo 2024

Matteo Glendening: "Il potere cambia forma, ma non cessa mai di esistere"

di Giovanna Albi
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Matteo Glendening: "Il potere cambia forma, ma non cessa mai di esistere"

E’ uscito il 19 gennaio scorso ‘I Re di sangue’, romanzo epic fantasy distribuito da Amazon Libri, che segna l’esordio di Matteo Glendening, accompagnato dalle illustrazioni di Giorgia Mameli

Classe 1998 e appassionato e studioso di sociologia del potere, Matteo Glendening debutta con questa sua riflessione in chiave ‘epic fantasy’, intitolata ‘I Re di sangue’, dstribuita da Amazon Libri, sul concetto universale di potere e popolo, società e politica, ambientata in un tempo sospeso. Un romanzo di genere, che si fa specchio e interprete della visione politica e sociologica della ‘Generazione Z’, affidando alla metafora letteraria la sua riflessione sul contemporaneo. Il romanzo segue le vicende di due fratelli – Lyonard e Steffard – che dieci anni prima erano scesi in guerra da alleati per deporre il re, loro padre: un uomo corrotto e malvagio. Ma la guerra della prole non produce i risultati sperati, perché Lyonard si rivolta contro Steffard, legittimo erede al trono. Viene pertanto stabilita una tregua, che porta alla divisione del regno in Hangerval, governata da Steffard e in Baggherdhal, su cui regna Lyonard. Ma questa situazione di stallo non può durare in eterno: entrambi sanno che, prima o poi, dovranno affrontarsi e solo uno dei due sopravvivrà allo scontro. Quello che, invece, non sanno è che un’oscura potenza sta agendo alle loro spalle, per forzare loro la mano e condurli verso il loro destino. Insomma, un bell’inizio non c’è che dire: un lavoro che già delinea le potenzialità del suo giovane autore. Proprio per questo motivo, abbiamo voluto incontrare Matteo Glendening, per parlare un po’ di lui e farlo conoscere anche ai nostri lettori.

Matteo Glendening, ‘I Re di sangue’ è un romanzo epic fantasy illustrato: come nasce la collaborazione con Giorgia Mameli?
“Ho avuto la fortuna di collaborare con Giorgia, che è una grande artista. Insieme potevamo creare qualcosa di veramente interessante, che avesse al centro la voglia di mettere in mostra le nostre capacità, nonostante la giovane età, che non dovrebbe essere un limite. La collaborazione nasce da questo e speriamo di aver fatto un buon lavoro”.

Hai un percorso di studio che ti ha visto ‘alle prese’ con il potere e la comprensione delle sue forme nell’alternarsi delle società, ma anche con l’analisi delle relazioni internazionali: che cosa ritroviamo di tutto questo tuo percorso di studio - e non solo - all’interno del tuo primo romanzo?
“Ho scritto il romanzo tenendo bene a mente un concetto: il potere cambia forma, ma non cessa mai di esistere. I rapporti di potere permeano le società, in maniera visibile o invisibile. E questo è valido per i giorni d'oggi, ma anche per epoche passate. Ho inserito dialoghi a proposito di concetti sociologici sul potere (Re Lyonard è un grande appassionato dello studio del potere). E ho provato a plasmare la società medievale del mio libro, seguendo le teorie di grandi sociologi. C'è molto di questo nel mio libro. E contribuisce, a mio avviso, a rendere la storia più realistica. D'altronde, se è vero che si tratta di un fantasy, è pur vero che l'elemento umano è al centro di questa storia. E con esso anche i rapporti di potere”.


Parli di sociI_Re_di_sangue_copertina.jpgologia del potere e di una complessiva e complessa universalità delle dinamiche che questo porta con sé: dobbiamo leggere ‘I Re di sangue’ anche una metafora del presente? Se sì, quale? E come?
“Ho provato ad applicare un dialogo del mio libro ai giorni d'oggi. Si tratta di un consiglio straordinario di guerra, a cui partecipano varie personalità influenti, in cui ciascuno cerca di dire la sua. Mi sono reso conto che, cambiando il contesto e le formalità, un simile dibattito poteva essere applicato a un discorso parlamentare. Così, come un discorso del re alle truppe, può sembrare un comizio elettorale. Questo perché il potere rimane lo stesso, nonostante cambi il modo di declinarlo. Cambia il linguaggio politico, cambia il contesto democratico o monarchico, ma il potere esiste e si manifesta. Un esercizio interessante sarebbe quello di applicare le scelte dei personaggi de ‘I Re di sangue’ a questioni politiche attuali. Sono sicuro che poco cambierebbe”.

È nata prima l’idea di dare vita a un romanzo fantasy o prima la storia delle famiglie in lotta?
“Nasce prima la voglia di scrivere. In seguito, il conflitto è diventato l'elemento più interessante all'interno della storia. Quello famigliare ancor di più, a mio avviso”.

Quali sono state le tue prime fonti di ispirazione?
“La fonte di ispirazione principale sono i rapporti umani. Alcuni personaggi sono ripresi da miei conoscenti, amici e parenti. A livello narrativo, la più grande ispirazione arriva da ‘Le cronache del ghiaccio e del fuoco’, di George Raymond Richard Martin, di cui sono un grandissimo fan”.
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QUI SOPRA E IN APERTURA, MATTEO GLENDENING IN DUE SCATTI DI FABIO MASTRANGELI

AL CENTRO: LA COPERTINA DELL'OPERA


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