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Numero 24 Gennaio 2017

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Numero 24 Gennaio 2017

Cari amici lettori, eccoci al nostro appuntamento con la rivista sfogliabile. Come sempre, interviste e news dal mondo della cultura da leggere, commentare e condividere. La nostra copertina è dedicata al credo. Tra guerre sante, antiche o recenti, ed episodi di discriminazione più o meno violenti, il nostro pianeta oggi ospita una gran varietà di credo religiosi, capaci di unire (o dividere) sotto la stessa fede miliardi di persone. Buona lettura.

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STORIA DI COPERTINA
Io credo, ma in cosa?

Credere implica un atto di fede; sapere, uno di verità. Credere è oggi anche libertà individuale, di distaccamento da verità precostituite. Il sentirsi uomo o donna è per il transessuale una verità, la quale non corrisponde al sentire comune, che tende a raggruppare le cose in categorie spesso molto generali, polarizzate, veramente poco esaustive. Una delle categorie umane più credenti è per esempio quella degli scienziati, i quali per ovvie ragioni di tempo sono obbligati a compiere numerosissimi atti di fede riguardanti la validità di molti esperimenti del passato, senza perciò doverli uno a uno di nuovo ripetere personalmente. Ma il confine tra soggettivismo e oggettivismo, tra credenza e verità è cosa tutt'altro che semplice da delineare. Prendiamo l'amore: un uomo che ami per esempio due donne contemporaneamente è un bugiardo? Possiamo rispondere no, se valutiamo la questione secondo il principio del Poliamore, una corrente di pensiero relativamente recente che all'ipocrisia d'una relazione monogama, intrisa di tradimenti, preferisce l'onestà d'un amore  dichiaratamente non esclusivo. Chiaramente, chi abbraccia tale dottrina non crede che la relazione monogama sia sbagliata in quanto tale, ma che sia essenzialmente disonesta e lacerante per l'individuo, costretto a dover reprimere o coltivare di nascosto i suoi sentimenti verso una terza o quarta persona. Ovviamente, qui entra in ballo ciò che il singolo desidera per sè, per la propria serenità. Persino il non credere è stato codificato in atto di fede in determinate realtà del mondo. È ciò che è accaduto in Cina negli ultimi anni, con l'avvento di Xi Jinping come nuovo segretario del Partito comunista cinese. Egli ha sottolineato, molto di più rispetto al passato, che l'essere comunisti implica necessariamente l’essere atei e ha creato ad hoc una dichiarazione formale di ateismo: una fede nella non fede. Qui si è trattato di un’imposizione. Ma anche la libera scelta ha i suoi risvolti oscuri. Ne sono un esempio le sette, che spesso si tramutano in forme di condizionamento che conducono all’omicidio o al suicidio collettivo. Per non parlare di quelle ‘alla moda’, quali è Scientology.  D’altronde, come non diffidare dall’idea di un ‘pacchetto base’ del valore di 25 mila dollari che guida verso la ‘via dell'illuminazione’ i suoi adepti? O, per meglio dire, disassembla lo schema mentale dell'individuo e lo sostituisce con un altro che ne garantisce il pieno controllo da parte dell’organizzazione e lo rende impermeabile agli influssi esterni. È il tentativo di riallacciare quel filo nascosto fra noi e l'universo, di sentirci parte del tutto. Le ‘scuole di pensiero’, in tal senso sono molteplici e ampliano all’infinito la scelta di uno stile di vita, dall’educazione impartita ai figli (scuole montessoriane o staineriane?) all’alimentazione, alle cure mediche (omeopatia, agopuntura o meglio un antidolorifico da banco?). In questo momento storico, la libertà di espressione ha raggiunto il suo apice: è vero tutto e il contrario di tutto. Ognuno esprime la propria idea come verità. È l’elevazione dell’uomo comune ai massimi vertici, la fine della ricerca di ogni risposta di senso, perché siamo noi, con le nostre convinzioni, a darci un senso: quello di essere nel giusto e condannare ferocemente chi la pensa diversamente. L’espressione: “Secondo il mio modesto parere” è superata. Dimenticate la modestia, non è di questi tempi. È stata battuta dall’intolleranza.


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Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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