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Numero 28 Maggio 2017

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Numero 28 Maggio 2017

Cari amici lettori, eccoci al nostro appuntamento con la rivista sfogliabile. Come sempre, interviste e news dal mondo della cultura da leggere, commentare e condividere. La nostra copertina è dedicata alle favole e ai progetti rivolti ai bambini di oggi. Buona lettura.

Vi ricordiamo che abbiamo creato un indirizzo mail (posta@periodicoitalianomagazine.it) al quale potete indirizzare lettere, materiali e suggerimenti. 

STORIA DI COPERTINA
I bambini sperduti del XXI secolo

Tutte le volte che ripenso alla mia infanzia e la raffronto a quella dei miei nipoti giungo sempre alla stessa conclusione: noi non avevamo niente, ma avevamo tutto. Eppure, chi è nato negli anni ‘60 è figlio di un consumismo che le generazioni del dopoguerra di certo non conoscevano. In tal senso, certamente il ‘niente’ è rapportato al ‘troppo’ dei bambini di oggi: intere stanze piene di giochi, tablet e telefonini fin dalla più tenera età; un tempo libero riempito con corsi di nuoto, danza o quant’altro. Un tutto che non corrisponde a quello del passato, dove i giochi c’erano (meno colorati e tecnologici, ma molto più amati e per un tempo più esteso) e ne inventavamo anche altri con la fantasia. La nostra libertà era molto ampia. Si iniziava con l’andare a scuola da soli già a sette anni. Il tempo del dopo-scuola era dedicato ai compiti e al gioco. E l’andare liberamente a scorrazzare in bicicletta per il quartiere era uno di questi (meno traffico, meno criminalità). Niente telefonini, solo la definizione di un orario di rientro e l’ammonimento a non cacciarsi nei guai. Alla sera, tutti a mangiare davanti al telegiornale, ascoltando i commenti sulla politica, raccontandosi le novità del giorno. La pagella era un ‘passaggio-soglia’ per dimostrare che avevi fatto il tuo dovere. E se la maestra diceva la sua, aveva ragione. Oggi, l’attenzione sui figli è più concentrata, ma qualcosa si è perso: i bambini appaiono sperduti, meno consapevoli del domani. La loro vita viene programmata fin dall’asilo con attività varie. I genitori li accompagnano ovunque in macchina e ne organizzano la vita sociale. Una presenza costante, che è vissuta da molti come un lavoro nel quale non si capisce se, al centro, ci sia il bambino o la necessità di fare pubbliche relazioni fra mamme. Risultato: si arriva tutti stremati a sera. Non si mangia più davanti alla televisione, ma solo perché ognuno ne ha una nella propria stanza oppure possiede un tablet. La formazione dello spirito critico del minore si basa su cartoni, film o viene demandata al sistema scolastico, ma nel confronto alunno/insegnante è quest’ultima ad avere la peggio, contro genitori sordi quanto indignati.  Ma il confronto con l’esterno è lì che incombe. E vien da chiedersi quali strumenti vengano forniti a un bambino affinché sappia affrontare il mondo reale, senza fughe o scorciatoie.


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