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26 Aprile 2024

Facebook ha deciso cosa vuol fare da 'grande'

di Maria Elena Gottarelli
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Facebook ha deciso cosa vuol fare da 'grande'

Lo scorso 17 maggio 2021, Fb ha annunciato di aver raggiunto un accordo con il noto gruppo editoriale tedesco, ‘Axel Springer’, compiendo un altro passo decisivo verso la sua riqualificazione da social network a editore

Nuovo capitolo nella vicenda della riqualificazione di Facebook da piattaforma social a editore. La società di Mark Zuckerberg ha infatti annunciato, il 17 maggio scorso, di aver stretto un accordo di collaborazione con il noto gruppo editoriale tedesco Axel Springer. L’accordo prevede che alcuni contenuti di ‘Springer’ siano disponibili su Facebook e, in particolare, sulla sua piattaforma dedicata alle ‘news’, ancora in cantiere ma che dovrebbe essere lanciata prossimamente.
L’amministratore delegato della società privata 'Axel Springer', Mathias Doepfner, ha descritto la futura collaborazione tra i due giganti come “un passo decisivo e strategico nella storia del gruppo e dell’industria editoriale in generale”. E ha aggiunto: “La relazione tra i creatori di contenuti e le piattaforme online è ora diventata più equa e trasparente per entrambe le parti”.
Dal canto suo, laFb_news_2.jpg direttrice operativa di Facebook, Sheryl Sandberg, ha dichiarato: “Creando Facebook News e grazie alla collaborazione con Axel Springer, saremo in grado di offrire al pubblico una scelta ancora più ampia di contenuti giornalistici affidabili attraverso diverse testate”.
Così, molto presto i contenuti dei giornali posseduti da 'Axel Springer' saranno distribuiti su ‘Facebook News’. Si parla di testate importanti e note, quali Bild, Welt, Business Insider e Computer Bild. L’accordo rappresenta un passo decisivo nella vicenda del turbolento rapporto tra Facebook e l’editoria. Un rapporto decisivo, destinato a segnare in maniera indelebile l’informazione di domani e il modo di farla. Nato come social network nel 2004 e divenuto negli anni il padre di tutte le piattaforme social, Facebook sta lentamente, ma inesorabilmente, cambiando volto. Una trasformazione iniziata già da diversi anni, visto che moltissimi utenti in tutto il mondo già se ne servono per informarsi ogni giorno. Questo aspetto, però, sta per venire ufficializzato, con la nascita di ‘Facebook News’ e di una nuova piattaforma in cui scriveranno giornalisti e content creators freelance. Di fronte a questa trasformazione - che è in atto e appare irreversibile - gli editori possono comportarsi sostanzialmente in tre modi: chiudendosi a riccio, come nel caso dell’Australia - dove è stata recentemente proposta una legge per costringere Facebook a pagare gli editori per condividere i loro contenuti sulla sua piattaforma - accettando collaborazioni reciprocamente vantaggiose, come nel caso del tedesco ‘Springer’, oppure creando alternative appetibili tanto nel settore digitale quanto in quello cartaceo, del quale in molti hanno però già vaticinato il declino. Una cosa è certa: alla fine dei conti l’affidabilità e la serietà dell’informazione non dipende direttamente dal luogo fisico (o virtuale) in cui quella viene distribuita, ma dalla preparazione dei suoi fautori. Quest’ultima dipende, tuttavia, dalle condizioni lavorative in cui si opera, secondo il vecchio, ma sempre valido, adagio in virtù del quale la qualità ha un prezzo e, se si vuol garantire un servizio valido, è anche necessario offrire le appropriate tutele a chi quel servizio lo produce o, in alternativa, metterlo in condizione di garantirsele autonomamente.

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