E’ in uscita l’ultimo lavoro del musicista genovese, dal titolo ‘La promessa della felicità’, che promette un ulteriore passo in avanti nel suo percorso artistico: il 19 gennaio prossimo, lo potremo ascoltare dal vivo presso il Castello Oldofredi di Iseo (Bs), ospite della rassegna ‘Metti in salvo l'autore’
Federico Sirianni, cantautore genovese trapiantato a Torino, rappresenta una delle voci più autentiche e affascinanti della canzone d’autore italiana. Con 6 album all’attivo e una carriera costellata di prestigiosi riconoscimenti, come il Premio Musicultura della critica, il Premio Bindi, il Premio Lunezia Doc e, ultimamente, anche il Premio Pierangelo Bertoli con il riconoscimento 'Per dirti t'amo', il colto Sirianni ha saputo coniugare tradizione e innovazione, portando nella sua musica influenze provenienti da ogni angolo del mondo. In vista dell’uscita del suo nuovo album, 'La promessa della felicità', abbiamo avuto l’occasione di intervistarlo, per scoprire più da vicino il suo universo artistico. L'artista ha ormai alle spalle una robusta carriera, tra successi e collaborazioni. Nasce a Genova, nel 1968 e già nel 1993 calca il palco del Premio Tenco, evento che segnerà profondamente la sua carriera. Da allora, il suo percorso è stato caratterizzato da una continua ricerca poetica e musicale, che lo ha portato a collaborare con artisti e realtà teatrali di grande rilievo, come il Teatro della Tosse e Bruno Gambarotta. Definisce la sua musica: "Un insieme disordinato di suoni e atmosfere che arrivano da tutte le parti del mondo: dai campi nomadi, dalle kritchme bulgare, dai minareti turchi, dalle rhumerie centroamericane, dalle feste irlandesi, dalle danze andaluse". Con queste parole, Sirianni descrive il suo approccio musicale, che mescola sonorità lontane e suggestioni letterarie, creando un linguaggio unico e universale. Di prossima uscita con il suo nuovo album, 'La promessa della felicità', che promette appunto di essere un ulteriore passo avanti nel suo percorso artistico, il 19 gennaio prossimo lo potremo ascoltare al Castello Oldofredi di Iseo (Bs), ospite della rassegna 'Metti in salvo l'autore', accompagnato dal duo Merakee, composto dalla contrabbassista jazz, Veronica Perego e dalla vocalist-percussionista, Valeria Quarta. Il cantautore intende esplorare temi di crescita e consapevolezza, attingendo a riferimenti letterari e poetici come Rumi e Po Chu-i, senza dimenticare l’influenza di maestri della canzone d’autore come Leonard Cohen e Fabrizio De Andrè. Dopo questo ritratto della carriera di Federico Sirianni, diamo spazio alle sue parole tramite questa intervista esclusiva.
Federico Sirianni, la sua carriera ha avuto inizio con il Premio Tenco: che ricordi ha di quella esperienza?
“Ero giovane e agli esordi. Praticamente, il Teatro Ariston è stato il mio ‘debutto in società’. Amilcare Rambaldi, il grande inventore del Premio Tenco, non aveva paura di lanciare giovani emergenti che pensava avessero talento. Quella sera ero terrorizzato, aprivo la serata dopo la sigla cantata da Roberto Vecchioni e prima dell'esibizione di Paolo Conte. E' stato un bel battesimo, decisamente”.
La sua musica è un viaggio attraverso culture diverse: da dove nasce questa esigenza di contaminazione?
“Da quella che definisco una condizione d'incollocabilità, che mi porta a muovermi incessantemente, ad appartenere a tanti luoghi senza appartenere completamente a nessuno di essi, a viaggiare - come canta De Andrè, parlando della popolazione Rom, "per la stessa ragione del viaggio". Il mio primo disco aveva atmosfere sonore provenienti dai Balcani; nel secondo, ho virato sul blues e il west mex. Nelle mie musiche ci sono la Grecia, il Medio Oriente, il Giappone e tanti luoghi che, come Kerouak o Salgari, non ho mai visto, ma sono tutti presenti nel mio immaginario”.
Lei
ha dichiarato che presto uscirà il suo nuovo lavoro, dal titolo ‘La promessa della felicità’: cosa ci può anticipare riguardo ai contenuti?
“Come dice il titolo, è un viaggio alla ricerca della felicità o, meglio, del mistero della felicità. Un viaggio fisico, ma soprattutto interiore, verso una consapevolezza, una coscienza che ci porti a vivere un'esistenza che, quantomeno, ci assomigli”.
Da indiscrezioni pare che nel suo nuovo album ci siano riferimenti a filosofi e poeti orientali: come s’inseriscono nella sua visione artistica?
“La ricerca di cui ho appena parlato ha sicuramente più probabilità di riuscita contemplando anche una visione orientale dell'esistenza, rispetto alla nostra occidentale. C'è una canzone del disco che s'intitola come un antico proverbio giappponese: ‘Il vento di domani soffierà domani’. In queste parole c'è tutto il significato e la bellezza della vita”.
Lei è stato definito “l’erede della grande scuola genovese della canzone d’autore”: come vive questo paragone?
“Con molto orgoglio: fu Bruno Lauzi, in un'intervista, a dire questo di me. Orgoglio e anche responsabilità. Gli artisti di quella generazione erano dei giganti ed essere investito da uno di loro di questa eredità è davvero bellissimo e, al tempo stesso, un onere che mi porto volentieri addosso e in giro”.
Domenica 19 gennaio sarà protagonista della rassegna ‘Metti in salvo l'autore’ al Castello Oldofredi di Iseo: quali dettagli può condividere in anteprima riguardo a questo evento?
“In questo spettacolo arrivo alle mie canzoni attraverso un percorso che si muove intorno a due artisti, che per me sono stati molto importanti: Fabrizio De Andrè e Leonard Cohen. Il primo ho avuto modo di conoscerlo e frequentarlo, in quanto era una sorta di amico di famiglia; l'altro, più che un riferimento artistico, è sempre stato per me una medicina, un qualcosa di profondamente guaritivo. E anche grazie, o a causa, loro se ho deciso di fare questo mestiere”.
Qual è il messaggio che vorrebbe lasciare al pubblico durante questa serata?
“Non ho messaggi da lasciare: vorrei anch'io essere ‘guaritivo’ e vedere il pubblico sorridere, perchè, semplicemente, è stato bene con noi”.

QUI SOPRA E IN APERTURA: FEDERICO SIRIANNI, CANTAUTORE E MUSICISTA
AL CENTRO: LA COPERTINA DEL SUO NUOVO ALBUM
LA FOTO UTILIZZATE NEL PRESENTE SERVIZIO SONO DI GIORGIO OLMOTI, CHE RINGRAZIAMO