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29 Aprile 2024

Quell'Italia che non cambia

di Francesca Buffo
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Quell'Italia che non cambia

La legge sul divorzio, approvata il 1° dicembre del 1970, e il referendum tenutosi 4 anni dopo furono due “appuntamenti” determinanti per l’evoluzione futura della società italiana.  Una “svolta” per il nostro Paese, uno dei primi importanti elementi di modernizzazione dell’assetto sociale venutosi a determinare dopo la Seconda Guerra mondiale. Si potrebbe dire altrettanto della legge sull'aborto e dell'apertura che negli ultimi cinquant'anni c'è stata verso le differenze razziali e le preferenze sessuali. Molte sono state le voci del '900 che hanno contribuito ad ampliare i termini di confronto e a creare i pilastri di ciò che per noi del '68 e '78 rappresenta la modernità mentre per i nostri figli è la normalità.
Ogni settimana intervisto rappresentanti di quell'Italia 'del fare' che manda avanti, spesso in modo invisibile, il Paese. Quando li contatto non mi preoccupo mai se 'abbracciano' degli ideali di destra o di sinistra. Per me sono solo italiani. Lo so che a volte i rispettivi punti di vista possono essere totalmente diversi, ma questo il più delle volte non è un problema perché nella sostanza quasi tutti sono animati dai medesimi principi e obiettivi: una società migliore, la tutela della famiglia e della vita. Ho incontrato giovani musicisti, formatisi nei centri sociali, che educano alla musica bambini nelle scuole medie e lavorano a progetti di integrazione sociale nei campi rom; insegnanti da mille euro al mese che combattono a Scampia per cercare di 'strappare' giovanissimi alla mafia e alla vita di strada; giornalisti che si sono impegnati nella tutela delle imprese e dei cittadini sposando la causa dei precari, o di chi è stato danneggiato dagli istituti di credito.  Ho ascoltato le diverse esperienze di alcuni rappresentanti del Movimento per la Vita che, pur attribuendo alla legge sul divorzio l'attuale crisi della famiglia e continuando a rifiutare l'idea dell'aborto, ogni giorno operano nel sociale e nel volontariato per sostenere chi si trova in difficoltà: famiglie disgregate, giovani donne che dopo l'aborto sono state lasciate a loro stesse senza alcun supporto psicologico. Sono tutte esperienze diverse, sono tutte brave persone, nelle quali ho sempre riscontrato anche un certo senso etico e morale, al di là della laicità o modernità effettiva.
Eppure esiste anche un'altra Italia, quella che non vuole cambiare. La percepisco nelle parole di alcune signore del sud che sostengono che la donna è fatta per stare a casa mentre l'uomo sta al bar, se non è a caccia di gonnelle (perché il maschio è cacciatore, è nella sua natura). Difendono il premier, è per questo che finiscono in televisione fregiandosi della loro arretratezza. Mi piacerebbe che qualcuno le intervistasse sul burqa, sono sicura che di colpo diventerebbero accanite femministe. Che dire poi dei berlusconiani maschi. C'è chi è arrivato a sostenere che anche alcuni papi avevano condotto vite tutt'altro che morigerate. Inutile parlare, con questo 'popolo', di laicità (termine che spesso si fa concidere con modernità) perché a quanto pare capiscono solo la liceità.

In copertina:
Il '900 la modernità in formato A4
Man Ray / Roland Barhes / Antonio Gramsci / Franco Fortini / Ernesto Che Guevara / Max Ernst / Cesare Zavattini / Jean Paul Sartre / Michelangelo Antonioni / Alberto Asor Rosa / Giulio Carlo Argan / Pier Paolo Pasolini / David Linch / Rossana Rossanda / Luigi Pintor / Henri Cartier Bresson / Lalla Romano / Paul Klee / Paolo Conte / Kim Gordon / Vladimir Majakowskij / Chet Baker / Jackson Pollock / Lou Reed / John Cassavetes / Steve Jobs / Miles Davis / Angela Davis / Alberto Burri / Marcel Duchamp / Tina Modotti / Richard Avedon / Rainer Werner Fassbinder / Keith Richard / Walter Gropius / Andy Wharol / Michel Foucault / Susan Sontag / David Bowie / Enrico Berlinguer. di lacamerachiara


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