Il mensile di informazione e approfondimento che
intende riunire culturalmente il nostro Paese nel pieno rispetto di tutte le sue tradizioni, vocazioni e ispirazioni ideologiche e politiche.
diretto da Vittorio Lussana
Area Riservata
4 Maggio 2024

La Lega e le banche del nord

di Beatrice Marconi
Condividi
La Lega e le banche del nord

La vittoria della Lega nelle ultime elezioni regionali ha garantito al 'carroccio' la possibilità di 'imporre' alcune richieste, tra cui la presenza nelle banche del Nord. “È chiaro che i maggiori istituti di credito dell'Italia settentrionale avranno uomini nostri a ogni livello”, questa la dichiarazione del leader Umberto Bossi. Non è un caso che il partito padano si sia espresso in questa maniera, è da tempo che sta difatti probabilmente covando un progetto ‘segreto’ per garantirsi un legame con il ‘suo’ territorio ancora più forte: incentivare le piccole e medie imprese nelle regioni venete, quelle che tra l’altro presentano il più alto tasso di presenza di immigrati musulmani. La crisi economica ha colpito duramente il sistema produttivo italiano, in particolare le PMI per lo più a gestione familiare, con ampie ricadute negative sull'occupazione e sui consumi. Già nel corso dell'ultima campagna elettorale i candidati della Lega hanno mostrato di prediligere certi territori promuovendo incentivi di natura economica e fiscale mirati, come l’innalzamento delle quote latte per i produttori del Veneto o l’erogazione di finanziamenti maggiorati rispetto a quelli previsti dalla finanziaria. Ma ora le riserve dei comuni e delle province sembrano essere terminate e così è necessario correre ai ripari in altra  maniera. L’interessamento alla gestione delle banche del Nord ricorda tanto la politica democristiana sulle Casse di risparmio della Prima Repubblica, ma probabilmente l’intenzione è più ampia. Il bombardamento contro alcune delle banche del nord da parte della dirigenza leghista non è cosa delle ultime ore, bensì un progetto che va avanti da mesi e prevede la conquista di istituti e di fondazioni (i veri controllori delle banche), con lo scopo non solo di provvedere materialmente ai territori del nord Italia ma di gestire la politica nazionale del Paese (basti pensare alle recenti dimissioni obbligate di Alessandro Profumo da a.d. dell’Unicredit, gruppo bancario nel quale la fondazione Cariverona detiene il 4,639% di azioni) . Tra le banche nel mirino vi sono, oltre a Unicredit e Intesa San Paolo, anche la Cariplo, la Cassa Padova e Rovigo, Cariverona e Caritorino.
La Lega si interessa al credito e alla finanza, e non solo a quella italiana. Sembrerebbe difatti che le mire del partito padano abbiano un respiro ben più ampio: coinvolgere la finanza islamica per sponsorizzare e garantire finanziamenti alle piccole imprese gestite dagli immigrati musulmani residenti nel nord est.
Quindi al di là dei soliti slogan populisti contro i musulmani e la costruzione di moschee (come la celeberrima passeggiata di maiali al guinzaglio) e contro la tolleranza religiosa italiana, probabilmente la Lega ha fiutato l’affare, e così come già sta avvenendo negli Stati Uniti, ma in un’ottica certamente più utilitaristica, ha notato che per ottenere ancora più favori politici sul proprio territorio è necessario ‘accaparrarsi’ il consenso di quei futuri cittadini (e probabili elettori, almeno nelle elezioni comunali). Senza contare quegli immigrati che, pur non avendo la cittadinanza italiana, sono imprenditori e gestiscono piccole aziende con personale italiano.
Così dietro alle politiche comunali aggressive e violente contro gli extracomunitari, come l’ultima del Comune di Milano che autorizza i vigili urbani a compiere controlli duri e rigorosi sugli autobus nei confronti di chi ha l’aspetto somatico di un immigrato e dietro i proclami di un’islamizzazione forzata cui saremo tutti coinvolti e che abbiamo il dovere di arginare, la Lega va in tutt'altra direzione cercando di 'collegarsi' alla finanza di matrice islamica: coinvolgere gli istituti di credito arabi, i fondi di investimento e di venture capital provenienti dai ricchi paesi del Medio Oriente, interessati a espandere la propria politica e il proprio potere economico anche nelle regioni europee.
Anche perché, data la scarsa dinamicità e l'assoluta mancanza di lungimiranza delle banche italiane, chi meglio potrebbe sostenere lo sviluppo delle attività imprenditoriali degli immigrati arabi già presenti sul territorio italiano?


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
EDITORE: Compact edizioni divisione di Phoenix associazione culturale