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25 Aprile 2024

Stanne fuori, Sgarbi

di Vittorio Lussana
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Stanne fuori, Sgarbi

Il 29 settembre Corrado Formigli prende a pretesto il compleanno del premier per presentare su La7 un Piazzapulita tutto centrato sull'ormai consueto 'show scontro' acchiappa-pubblico. Tra gli ospiti in studio Rosy Bindi, Guido Crosetto, Alessandro Sallusti, Marco Damilano e un Vittorio Sgarbi meno scontato del solito ma non di meno controverso

Il problema del centrodestra italiano è soprattutto di natura culturale. Mentre a sinistra continua a evidenziarsi una pretesa scientifica di stampo pseudo-accademico venata da alcuni strascichi ideologici, nella destra italiana, invece, si tende a ‘sgattaiolare’ da ogni forma di categorizzazione culturale come se l’utilizzo di determinati strumenti di analisi rappresentassero solamente una forma di ‘contaminazione’. Detto in estrema sintesi, nell’attuale sinistra italiana l’impronta rimane eccessivamente pragmatica, nella tardiva illusione che tale approccio sia sostanzialmente equivalente al più autentico empirismo scientifico, mentre a destra si rincorrono umori di natura populista che, nei casi migliori, fanno riferimento a una concezione ‘estetica’ della realtà. Ed ecco perché ci ritroviamo con un’intera classe politica totalmente ‘fuori asse’ rispetto al nocciolo sostanziale di numerose problematiche. Il personale politico del centrodestra, a parte qualche eccezione, rimane prigioniero della propria mediocrità. L’unico elemento culturale degno di analisi, al di là di qualche intemperanza assolutamente scenografica, rimane la concezione ‘estetica’ di Vittorio Sgarbi, uno dei pochi personaggi in possesso di un bagaglio personale in grado di valorizzare elementi diversi delle distinte questioni. Ma anche Vittorio Sgarbi commette l’errore di confondere il proprio estetismo, brillantemente intuitivo, come solo e unico metro di interpretazione della realtà. Ancora oggi, noi ignoriamo in cosa consista la vera bellezsgarbi.jpgza nell’arte, nella pittura, nella scultura e persino nell’architettura. E appare quanto mai misterioso quali siano i tratti più autentici di affinità che pongono certe opere artistiche in stretto rapporto con le inclinazioni della mente e dell’inconscio. Nessuno può affermare veramente di detenere un monopolio di giudizio circa la piacevolezza di un brano musicale, né su come si rivelino determinati sentimenti dello spirito, e neppure sul significato da conferire a ritmi, immagini, suoni e colori. Infatti, al contrario di quanto molti pensano o ritengono, l’estetica è e sarà sempre una forma di pensiero oggettivamente ‘precaria’, soggetta a difficoltà specifiche, a causa dell’altissimo grado di diversità dei gusti dettata dalla profonda soggettività interiore di ogni singolo artista. Vittorio Sgarbi ha perfettamente ragione nel ritenere che, per quanto le leggi del gusto possano essere diversificate o poco definite rispetto a categorie culturali quali la logica o l’etica, non si debba dubitare che esse possano essere elevate a un livello di altissima sistematizzazione scientifica, trasponendo l’estetica stessa nel campo della scienza, della sociologia e della mera analisi dei costumi collettivi. Tuttavia, il professor Sgarbi sa anche bene come esistano sostanzialmente due metodi per cercare di ottenere un’estetica dotata di un alto grado di validità scientifica: il metodo ‘aprioristico’, che si sforza di valutare determinate nozioni estetiche proprie della mente, costruendo una molteplicità tipologica di sistemi astratti rispetto ai quali gli artisti vengono richiamati a conformare le proprie creazioni; e quello ‘a posteriori’, che invece prende avvio dalle opere più conosciute di un artista qualsiasi al fine di valutarne l’evoluzione, la crescita, il grado di maturazione spirituale. Ora, che tutto questo possa essere applicato persino nei riguardi dei comportamenti più discutibili di un presidente del Consiglio può solamente rappresentare una ‘forzatura’ tesa a giustificare ogni genere di errore umano in quanto mera forma di ‘trasgressione artistica’, come violazione di vecchi codici convenzionali o di ‘etichetta’. Tesi che potrebbe anche essere accettata, ma solo nel suo caso personalissimo, cioè per un Vittorio Sgarbi spesso e volentieri mal sopportato dall’ipocrisia imperante del moderatismo ‘cattoqualunquista’ del centrodestra italiano. Ma quando l’intuitività del professor Sgarbi torna comoda per difendere il presidente del Consiglio, ecco allora che le grandi qualità intellettuali di questo intelligentissimo ‘ragazzo’ possono finalmente essere ‘scongelate’ e tornare utili a tutti, sia nella loro originalità, sia per l’estrema franchezza umana di questo personaggio. Tuttavia, lo stesso professor Sgarbi dovrebbe ormai aver compreso come sia un abominevole errore questo suo prestarsi a simili ‘giuochi’, poiché il genuino estetismo che lo contraddistingue serve solamente a ‘coprire’, a ‘mascherare’, a giustificare l’orripilante utilitarismo selvaggio, anacronistico e senza scrupoli del clericofascismo italiano. Sarebbe dunque buona cosa che egli non si rendesse più disponibile a tale tipo di ‘salvataggi’ o di ‘recuperi’, poiché nonostante le proprie ‘ingestibilità’ personali, egli si è comunque ‘ritagliato’, con pieno merito, un posto ‘speciale’, del tutto particolare, nel mondo della cultura italiana. Il suo viscerale amore per l’arte risulta talmente genuino, intenso e profondo da far comprendere pienamente come il proprio ‘ossessivismo estetico’ finisca col trasferirsi anche nella sua privatissima passione verso la bellezza femminile, sia interiore, sia esteriore. Ma questa forma di amore è un tipo di spiritualismo ben diverso dall’arroganza dell’imprenditore che utilizza il proprio potere o la propria influenza per “fare sesso”, per dirla con le parole del ‘mitico’ dottor Gregory House. La visione della sessualità di Sgarbi è insomma una forma di amore verso l’estetica femminile in tutti i suoi aspetti: secondo gli schematismi classici del vecchio marxismo di scuola, il suo è ‘erotismo’ e non ‘pornografia’, anche quando i comportamenti dello stesso Sgarbi sembrano dirigersi esattamente al confine tra questi due aspetti. L’amore di Sgarbi per l’universo femminile, a suo modo rimane di discendenza intellettuale, estetica, filosoficamente libertaria. Quella di altri, invece, assolutamente no: è mero contrattualismo spinto allo svuotamento valoriale di ogni rapporto umano. Lo invito dunque a non continuare a svolgere un ruolo di ‘salvatore della patria’ del centrodestra italiano in quanto unico esponente dotato di una propria ricchezza umana, culturale e intellettuale. Stanne fuori, Vittorio: te lo chiedo in piena e fraterna amicizia, perché troppe volte sei stato utilizzato per mere motivazioni opportunistiche per poi essere immediatamente ‘scaricato’ non appena se ne presentava l’occasione, risultando troppo ‘scomodi’ molti dei tuoi sacrosanti convincimenti. Tu sei al di sopra, almeno di una ‘spanna’, rispetto a tutto il centrodestra italiano. Dunque, ti prego di non lasciarti coinvolgere, almeno questa volta, in polemiche che hanno già trascinato questo nostro Paese troppo in basso.  


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
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