Finalmente la verità è venuta a galla. Una realtà sconcertante se non addirittura uno schiaffo morale a chi pensava che gli italiani una morale ce l'avessero. Così, ancora una volta, questo Paese dimostra di essere tutto e l'incontrario di tutto. Chi difende Berlusconi – e qui mi riferisco soprattutto ai suoi compaesani di Arcore – lo fa, per sua stessa ammissione, perché così si sente legittimato e rinfrancato nei suoi piccoli e, innocenti?, vizi privati. E a difendere ciò che in molti ritenevano indifendibile, sono anche insospettabili madri di famiglia che dichiarano pubblicamente che le loro figlie hanno tutti i diritti di decidere di partecipare a qualche festino. Chi non è d'accordo è, chiaramente un comunista (e anche bacchettone). Colpevoli loro, ma forse anche noi, che abbiamo peccato di ingenuità a tal punto da pensare che l'ipocrisia potesse mantenersi tale senza trascendere, e non abbiamo previsto che sarebbe arrivato un giorno in cui ciò che un tempo 'si faceva ma non si diceva' sarebbe diventato un motivo di vanto, uno stile di vita da emulare. Gli over sessantenni che amano le belle figliole ci sono sempre stati, ma le sciùre del nord pronte a fornire i numeri di telefono delle proprie figlie no. O forse sì, ma non lo dicevano.