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19 Aprile 2024

Dove muoiono le idee

di Francesca Buffo
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Dove muoiono le idee

Modernità, progresso, democrazia, creatività. Ci hanno infarcito la testa per anni con termini e sollecitazioni illudendoci che ciascuno, nel proprio piccolo, possa fare la differenza. Che le idee cambino il mondo. Così inseguiamo, avidi di risposte, eventi, convegni e festival che ci fanno sognare un'idea di cultura, di evoluzione (che sarebbe più auspicabile dell'innovazione). E nella parossistica ricerca di senso continuiamo a descrivere o a farci raccontare dove nascono le idee, come si genera l'embrione del futuro. Ma nessuno ha il coraggio di denunciare la verità: le idee fanno paura perché generano nuovi contesti e, cosa ben più grave, nuove gerarchie. Mentre questo è un paese dove nulla deve cambiare. Dove chi sa fare viene ostacolato, chi ha intuizioni è pericoloso. C'è chi spera nei giovani, nelle loro energie, negli ideali resi puri dall'inesperienza. Ma è solo un'illusione perché la gerantocrazia agisce in modo sotterraneo e si 'clona' ciclicamente pescando una testa vuota ideale, da manipolare a piacere. I dirigenti sono sessant'enni che fanno credere di dare ampio spazio circondandosi di giovani elementi (spesso con la testa completamente vuota), che hanno al proprio fianco un giovanissimo alter-ego, al quale fingono di dare ampi poteri (ma tanto il 'bastone del comando' non lo cederanno mai). Così il primo non ha le energie e il punto di vista per individuare i cambiamenti, mentre il secondo non ha l'esperienza professionale. Entrambi navigano nel nulla e in assenza di idee proprie si specializzano nel furto con destrezza di quelle altrui. Furto che spesso risulta vano perché chi ha le idee sa anche come realizzarle e farle evolvere nel tempo. Invece chi le ruba tutt'al più realizza un sottoprodotto palesemente taroccato. Per chi non avesse ancora messo bene a fuoco la situazione, sottolineiamo che i creatori di idee sono la generazione del quarantenni (anno più, anno meno) che dispongono di pochi mezzi. Il loro unico bene - se così si può definire - è una testa pensante. È lì che nascono le idee e al contempo muiono, anzi si suicidano nella speranza che i 'mediocri' non trovino fonti nuove a cui attingere e vengano smascherati dalla loro stessa pochezza.

Cara gioventù progressista di Vittorio Lussana

Non siate primi della classe, ma non lasciatevi nemmeno prendere dall’ansia illusoria di fare a botte per la strada avendo in mente una vostra idea di rivoluzione: l’Italia è il Paese delle soggettività, dell’individualismo selvaggio, primitivo, ‘sfessato’ e non vi comprenderebbe mai. Ma non siate nemmeno piccolo borghesi in doppiopetto, con la gelatina in testa e il volto rasato, poiché non serve più di tanto curarsi un’immagine di ordine e pulizia all’esterno, se poi all’interno c’è il vuoto, o il trasferimento stesso del nulla dell’esterno al vostro interno. Siate semplicemente voi stessi, poiché ciò può bastare a lasciar intravedere l’arroganza delle generazioni che vi hanno preceduto, la subdola volontà manipolatrice di chi si riduce a derubare le idee altrui perché così fu fatto con loro, replicando il peggio del passato. Degli altri dovete amare i pregi, non i difetti. Non clonate gli atteggiamenti del potere per il solo gusto di dimostrare a voi stessi di detenerlo: chi oggi abusa di voi è solamente incapace di utilizzare la parte migliore di se stesso, non ha alcuna idea di compromesso sociale, perché ritiene che non vi sia altra alternativa. Ma questo non è affatto vero. E voi lo sapete, voi lo credete: questa è la vostra forma di fede, la vostra religione. I primi della classe di ieri, oggi ‘scalciano’ nella convinzione che la caduta di ogni utopia possa giustificare ogni ribalderia, ogni ruvidezza, ogni ignoranza bestiale, atavica, selvaggia. Essi sono bestie. Dunque, siate uomini. Non tutta la passione, il desiderio, l’impegno o la nostra stessa capacità di poter trasformare il mondo è finito nella spazzatura, perché non può bastare il metro di giudizio dell’oggi a diversificare le vostre idee sul domani. Chi oggi è al potere confonde l’intelligenza con la furbizia, l’astuzia con la ‘malandrinaggine’, sovrappone concetti come fosse all’osteria, senza distinguere, senza pensare, senza tacere, trasformando in meccanismo modi e metodi che in passato rispondevano a esigenze di carattere pedagogico, didattico o educativo, ma che oggi non significano più nulla. I primi della classe non sanno vedere il mondo se non con le lenti della furberia, del piccolo cabotaggio, del ricatto a scopo estorsivo elevato a sistema: è ‘strozzinaggio’ come chiave interpretativa della Storia, degli uomini, della cultura. Molti dei nostri e dei vostri dubbi  servono a poco, è vero. Dunque, vi consiglio di far tesoro delle cose migliori della vostra gioventù, di non lasciarvi affascinare da quel ‘vuotismo’ da integrati che vuole rinchiudervi nei consueti e tradizionali recinti della condizione umana. Se non esiste un altro mondo, voi createlo. Se non c’è un altro modo di fare le cose, una qualunque cosa, inventatevelo. Siate pazzi, allegri, sfrontati. Siate liberi, ma con quella libertà che non deve dire grazie a nessuno, perché non è la stessa dei ‘figli di papà’. Sentitevi liberi di essere orgogliosi di ogni vostro singolo euro guadagnato, di ogni lavoro da voi interamente realizzato. Vi diranno che siete degli ‘artisti’, dei ‘creativi’, ma sono solo modi per tenervi a bada, per ‘contenere’ in qualche modo la vostra vera forza, la vostra intelligenza, la vostra capacità di analisi critica delle cose. Il ‘vuoto’ ha sempre paura di coloro che sono ‘pieni’. Ma chi ha voluto far parte di quelle ‘entropìe’ che da sempre combattiamo non potrà in nessun modo mettersi in reale rapporto con voi se non contenendovi, se non provocandovi, se non esasperandovi. Siate dunque critici, ma nell’interpretazione più vera di questa parola, non in senso ideologico, schematizzato, statico, cristallizzato, bensì liquidando il cinismo metodico con intelligenza, distinguendo ciò che è di valore dal pragmatismo spicciolo, dalle furberie da ladri di polli, dalla spazzatura. Questo è lo ‘strappo’ che dovete dare alla vostra vita, senza lasciarvi ingannare da chi, ormai vecchio, calpesta ciò che contestava, spesso violentemente, da giovane.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
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