L’Istituto Alti studi euromediterranei ha sviluppato un lavoro di connessione e di pubbliche relazioni culminato con la creazione del network Mch (Mediterranean Common House): una rete di cui attualmente fanno parte 21 membri, tra Fondazioni, centri di ricerca, università e associazioni con sede in 16 Paesi in tutto il mondo
“Iasem è una realtà che cerca di tenere insieme in un unico contenitore tematiche all’apparenza molto diverse tra loro, ma assolutamente interconnesse, come la divulgazione, la formazione e le iniziative di networking e di cooperazione internazionale. Sappiamo bene quanto sia importante strutturare dei think tank per parlare di temi come quelli di cui ci occupiamo noi”. Sono queste le parole con cui l’ingegner Giuseppe Papaleo, a margine del Meeting annuale di Alberobello (Ba), ci ha presentato, nei giorni scorsi, lo Iasem (Istituto Alti studi euromediterranei). Nato nel 2011, l’istituto ha sviluppato un lavoro di connessione e di pubbliche relazioni culminato con la creazione del network: Mch (Mediterranean Common House), una rete di cui attualmente fanno parte 21 membri, tra Fondazioni, Centri di ricerca, Università e Associazioni, con sede in 16 Paesi in tutto il mondo. L’obiettivo era ed è rimasto quello di promuovere spazi concreti di dialogo e di coabitazione in tutto il Mediterraneo per il libero scambio di idee ed esperienze intellettuali e umane, ma non solo: “Ciascun partner”, ha siegato Giuseppe Papaleo, presidente di Iasem, “ha aderito sottoscrivendo un manifesto di 10 articoli: il Manifesto della civiltà mediterranea, che esprime i valori a cui si ispira il network”. Un lavoro lungo e articolato, che è stato possibile grazie alle energie intellettuali profuse nella creazione dell’istituto, che sin dalla sua nascita esprime una fortissima vocazione alla formazione: nel corso degli anni, infatti, Iasem si è reso promotore di molte esperienze formative: “A titolo d’esempio”, ha aggiunto Papaleo, “abbiamo organizzato 6 edizioni della Summer School in Strategie euromediterranee, di cui cinque in Italia e una in Turchia”. Giornate di alta formazione, con seminari e workshop a contatto con accademici, analisti, professionisti ed esperti del settore dal calibro internazionale “come i rappresentanti di Kas (Fondazione Konrad Adenauer, ndr) Aspen Institute Italia e Iai (Istituto Affari Internazionali, n.d.r.), con l’intento di formare le nuove generazioni su temi di importanza capitale”, ha ricordato il presidente di Iasem.
Non c’è solo l’aspetto dello studio nel Dna di Iasem, ma anche e soprattutto quello dell’impatto sociale. Sempre secondo l’ingegner Papaleo “l’idea cardine è sempre stata quella di dare estrema concretezza alle nostre idee, cercando di portare sul campo dei risultati tangibili”. Proprio questa vocazione è diventata realtà a partire dal 2019, grazie anche a una collaborazione di successo con la fondazione Generation Italy: una no-profit creata da McKinsey&Company, per supportare progetti formativi con docenze in ambito soft skills e mentorship. L’intento di 'Generation' è quello di aiutare i giovani che sono fuori dal mondo del lavoro a entrarvi, attraverso percorsi di formazione professionalizzante, al termine dei quali viene offerta una concreta possibilità di entrare in contatto con il mondo del lavoro. Grazie all’expertise accumulato negli anni in progetti di formazione, Iasem è diventato uno dei maggiori training provider di Generation Italy, mettendo in campo la propria rete di formatori, coach e mentor. “È un progetto e una sfida che abbiamo vinto prima di tutto con noi stessi”, ha proseguito l’ingegner Papaleo: “Negli anni siamo stati in grado di attrarre e ampliare una rete su tutto il territorio nazionale di professionisti esperti nelle competenze comportamentali e trasversali, le soft skills, così come nel training coaching”. Ad oggi, Iasem ha partecipato ed erogato corsi di training professionale che coprono molte aree, da quella digitale a quella manifatturiera, del retail e della ristorazione e altri se ne andranno ad aggiungere a breve: “Solo nell’ultimo anno”, ci ha raccontato Papaleo, “abbiamo contribuito alla formazione e all’ingresso nel mondo del lavoro di circa mille ragazzi, collaboriamo con strutture e realtà di livello e siamo anche diventati partner dell’Its Basilicata”. E non è stato un caso se l’evento Iasem di quest’anno si sia svolto al sud. I lavori si sono concentrati, infatti, sulle tematiche della formazione e dell’occupazione con un focus sul Mezzogiorno: una realtà in cui l’impatto di progetti del genere potrebbe essere determinante: “Lo scopo di questo Meeting era anche quello di fare rete. E, per farlo, vogliamo interloquire con le realtà produttive e di formazione locali, per capire insieme come poter essere efficaci. Per questo motivo, abbiamo scelto come titolo dell'edizione 2023: 'La formazione come strumento di innovazione'. Proprio perché ci interessa dare un taglio concreto a ciò che facciamo e le ricadute devono essere reali e tangibili”, ha precisato il presidente Papaleo. Se le idee sui progetti in corso sono chiare, lo sono anche quelle sul futuro di Iasem: “Stiamo preparando grandi cose per il prossimo anno", ha concluso, "e le idee certo non ci mancano. Abbiamo un know-how unico nel panorama italiano e vogliamo sfruttarlo al meglio”.
QUI SOPRA: IL 'GRUPPO DI BATTAGLIA' DI IASEM AL TERMINE DEL MEETING DI ALBEROBELLO (BA)
AL CENTRO: IL LOGO DEL NETWORK
IN APERTURA: IL MANIFESTO UFFICIALE DELL'INCONTRO