Il 1° maggio è da sempre occasione di riflessione sul lavoro: sul suo valore, sulla sua dignità, ma anche sulle sue contraddizioni
Nata oltre un secolo fa, la festa dei lavoratori ha sempre avuto l’obiettivo di rivendicare diritti e dignità. Una festività laica che serve a riflettere e a interrogare la società su cosa significhi "lavorare" in un'epoca di algoritmi, flessibilità forzata e instabilità crescente. Nel 2025, il mondo del lavoro sta attraversando una trasformazione radicale, tra promesse e ombre di precarietà. Un anno che spazia tra smart working, intelligenza artificiale e contratti atipici, stanno riscrivendo le regole del lavoro di oggi. Il lavoro, infatti, non è più quello di una volta: il posto fisso è ormai diventato un'eccezione e il concetto stesso di ufficio si è dissolto in favore delle modalità ibride e digitali.
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rt working: libertà o illusione?
Dopo l'emergenza pandemica, molte aziende hanno mantenuto il lavoro da remoto come modalità abituale. Accolto inizialmente come un'innovazione positiva, lo smart working ha offerto maggiore flessibilità, ha ridotto gli spostamenti, con la possibilità di gestire meglio e con maggior equilibrio vita privata e vita professionale. Ma con il tempo, sono emerse molte criticità. Tra queste, si riconoscono nuove forme di stress per lavoratori invisibili, ma sempre raggiungibili, spesso mai completamente liberi e, tante volte, senza riconoscimento economico. Anche per i freelance e i lavoratori a partita Iva, il lavoro da remoto si traduce spesso in solitudine, sia lavorativa, sia relazionale, dove la casa diventa un ufficio e la disponibilità di tempo illimitata diventa la norma non scritta. Ma è il precariato a destare le maggiori preoccupazioni. Oggi, infatti, non è più un'eccezione, ma un tratto strutturale del mercato del lavoro italiano. E sono i giovani, purtroppo, i più colpiti, intrappolati in contratti determinati, collaborazioni atipiche e stage mal retribuiti. Un'incertezza per il futuro, quindi, quella dei giovani italiani, che in mancanza di prospettive si ritrovano a rinviare sogni e progetti. Ma la precarietà non riguarda solo i giovani e i neolaureati: tanti professionisti e lavoratori esperti devono continuamente reinventarsi per restare competitivi. Anche l'intelligenza artificiale, entrata nel mondo del lavoro in modo massiccio, sta rivoluzionando e mettendo a rischio tanti posti di lavoro.
L’Ai sta cambiando le mansioni in quasi tutti i settori
Alcuni posti di lavoro stanno scomparendo, altri ne arriveranno e tanti si stanno trasformando. Nel frattempo, crescono le richieste di nuove competenze. Di fronte a questi cambiamenti, serve un nuovo patto tra lavoratori, imprese e istituzioni. Serve una nuova idea di lavoro. Questa realtà lavorativa impone una riflessione profonda: non bastano innovazione e produttività, se non si può garantire dignità, equità e sicurezza.
