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25 Aprile 2024

Rino Gaetano da Montesacro a Trastevere

di Michela Zanarella - mzanarella@periodicoitalianomagazine.it
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Rino Gaetano da Montesacro a Trastevere

Nel nuovo libro di Matteo Persica rivivono gli incontri del simpatico e mai dimenticato cantautore crotonese, con foto inedite

'Rino Gaetano. Essenzialmente Tu' di Matteo Persica, edito da Odoya Edizioni, racchiude le fasi intime e umane dello spirito libero del grande cantautore romano, di origini calabresi, critico verso una società ‘politica’ già alla deriva quarant’anni fa. Michele Francis, che lo ha diretto nella compagnia del ‘Carro di Tespi’, ricordava sempre ai suoi attori: “Se voi conoscete, leggete e sapete, sarete in grado di non farvi manipolare. Lo studio e la cultura vi differenzieranno dagli altri: studiate e siate sensibili. Dovete prendere a modello l'uomo che affronta la realtà del suo tempo nell'ambito delle sue responsabilità, che non diventa strumento delle situazioni, ma che agisce nel proprio convincimento: a ragione o a torto non importa, perché nelle azioni importanti, a distanza di anni e secoli, quell'azione all'esame sarà sempre positiva nella prospettiva dell'uomo nel suo progredire”. Fu questo l’insegnamento maturato nella coscienza di Rino Gaetano. Un principio che lo portava ribadire, nelle interviste, che “il cantante non deve limitarsi a incidere e basta”, poiché il momento d’espressione massima di un cantautore è il fatto di cantare davanti al pubblico, esibendosi con generosità. E così era il suo stile, come quello di Gabriella Ferri, Ettore Petrolini, Anna Magnani, Totò e di pochi altri grandi dello spettacolo in genere; così come lo è stato per Lucio Dalla e i suoi dischi in uscita, che andavano comprati soltanto col proposito di vederlo, in seguito, anche nei suoi concerti. Dopo le esperienze teatrali del ‘Carro di Tespi’, in cui Michele Francis si è dimostrato un protagonista assoluto, un'altra compagnia che si ‘accalappiò’ la disponibilità tecnica e artistica di Rino fu la ‘Compagnia del Teatro dei Commedianti’, fondata da Gianfilippo Carcano e diretta dall’attrice Maria Teresa Albani, sua moglie. Il 20 maggio 1972, in un palazzo romano del cinquecento adiacente alla chiesa di Sant'Andrea della Valle, proprio nell'appartamento della Albani iniziarono le prove di ‘Le creature di Proteo’Rino_ai_temp.jpg: una commedia intellettuale ammessa nella rosa delle sei finaliste al XXVI Premio nazionale Riccione per il dramma, con il titolo provvisorio di ‘Le finestre di carta’. Un testo grazie al quale la Albani, all'esordio come drammaturga, ricoprì gli impegni dell'interprete, della regista e della scenografa. Scrive Matteo Persica nel suo libro: “Si collaborava tutti. E Rino Gaetano chiese al proprietario del ‘Folkstudio’ di poter ospitare lo spettacolo di Maria Teresa Albani, anche perché, rappresentando trenta repliche di una novità italiana, il ministero dava una sovvenzione e più repliche si riuscivano a fare, tanto meglio era”. Così, il 4 luglio 1972, alle ore 21.30, per la prima volta nella sua più che quinquennale attività, il locale dedicato alla musica folk ospitò uno spettacolo di prosa: ‘Le creature di Proteo’. I primi spettatori iniziavano a prendere posto quando, da dietro le quinte, già si intravedevano i volti noti di Antonello Venditti, Dacia Maraini, Alberto Moravia, intellettuali di rito, cineasti e cantautori che erano assidui frequentatori. Palpitava l'emozione, che si tentava di stemperare con una stretta di mano collettiva. La ‘Compagnia del Teatro dei Commedianti’, diretta da Gianfilippo Carcano e composta da Maria Teresa Albani, Raffaella Adami, Pino Lorin, Alma Mura, Marco Pasquini, Pippo Tuminelli, Luigi Maria Soldati, Ann Collin e Rino Gaetano, si guardò negli occhi, stretta nei suoi bei costumi ottocenteschi, un po' alla Lord Byron. E si lasciò andare, nei camerini, in un urlo incredibile: “Merda! Merda! Merda”! Lo spettacolo iniziava con il buio totale in sala, poi degli ‘occhi di bue’ si accendevano sui tre protagonisti: la Albani, Pasquini e Lorin. Rino era già seduto dietro alla ‘consolle’, dalla quale gestiva le luci, la musica e le parti registrate con la voce narrante di Paolo Malco. Rino era il ‘jolly’ della situazione. E quando doveva lasciare il suo ‘trono’ per entrare in scena, saliva sul palco per interpretare il prologo di Del Cavaliere. Lasciava fissa una musica classica di sottofondo, che proseguiva da sola. E faceva la sua comparsata: un madrigale del seicento, in parte cantato e in parte recitato. Alla fine, velocissimamente tornava al suo posto. Era quello che si potrebbe definire una sorta di ‘Fregoli della consolle’. Visto che Tuminelli dimenticava spesso le sue due battute, una sera, Rino Gaetano e Giuseppe Lorin decisero di fargli uno scherzo: si divisero le sue battute e lo fecero restare a bocca aperta sul palco. Quella sera, dopo lo spettacolo, la Albani si avvicinò ai due ragazzi e confidò loro: “Meno male che siete intervenuti voi due...”. Per un certo periodo, il ‘Folkstudio’ venne rinominato ‘Proteo’. E il pubblico chiedeva: “Stasera, c’è un’altra volta Proteo”?

'Rino Gaetano. Essenzialmente Tu’
di Matteo Persica

Odoya Edizioni

320 pagine - € 20,00 con foto inedite e immagini a colori

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NELLA FOTO: RINO GAETANO

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