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19 Novembre 2025

City Car cercasi

di Andrea Accolla
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City Car cercasi

‘Bigger is better’: Suv, Crossover e anche Pick up si sono imposti nelle vetrine dei rivenditori, soprattutto in Paesi dall’economia trainante, come l’Inghilterra e la Germania: un terreno vergine per la nuova distribuzione, che ha decretato il segmento delle auto di grandi dimensioni come quello predominante
 
Il trend della produzione delle automobili è progressivamente cambiato nell’ultimo decennio, attraverso la spinta decisiva verso l’alimentazione elettrica, che trova ancora numerose e motivate resistenze da parte del pubblico. Tuttavia, la virata verso un approccio più sostenibile, in termini di emissioni, si scontra con il paradosso delle dimensioni delle nuove vetture, sempre più grandi e omologate nel genere dei Suv e del Crossover, che monopolizzano le proposte e riducono, di fatto, la presenza delle 'City Car' nei cataloghi dei concessionari. Un fenomeno paradossale: automobili agili e comode, pensate per il quotidiano utilizzo urbano e richieste a gran voce dall’utenza, ma 'snobbate' dalle case automobilistiche. Le motivazioni di ciò vanno analizzate con una lente necessariamente più ampia, che esamini contesti di economia globale, includendo studi statistici sulle abitudini dei consumatori e non solo italiani.
Le fusioni tra i gruppi automobilistici hanno prodotto nuovi 'business model' d’importazione, con il risultato di una vaga 'americanizzazione' dei trend automobilistici. 'Bigger is better': Suv, Crossover e anche Pick up si sono imposti nelle vetrine dei rivenditori, soprattutto in Paesi dall’economia trainante, come l’Inghilterra e la Germania. Un terreno vergine per la nuova distrColonnina_in_autostrada.jpgibuzione, che ha decretato il segmento delle auto di grandi dimensioni come quello predominante.  
Abbattere i costi e massimizzare i ricavi: un 'mantra' semplice e incontrovertibile, che rende comprensibile la destinazione di risorse, come la componentistica elettronica di scarsa reperibilità, verso auto più costose. La risposta dei mercati al cambio di tendenza è sicuramente eterogenea, ma il denominatore comune si traduce in un 'parco-macchine' dal medesimo design e dai costi elevati relativi a veicoli non propriamente adatti ai congestionati percorsi urbani. Come per esempio, Roma, una città che conta un elevatissimo numero di veicoli immatricolati (quasi 3 milioni, ndr), ha registrato un aumento esponenziale del traffico e un consequenziale aggravio dell’endemica fame di parcheggi, divenuti una vera e propria rarità in alcune zone della capitale. Ultimamente, le case automobilistiche sembrano aver intercettato la richiesta di una maggior praticità, proponendo il restyling di 'vecchie glorie' utilitarie: un tentativo per incentivare il passaggio alla nuova modalità di alimentazione elettrica che, tuttavia, stenta a decollare, per via di troppe incognite (costi, tempi di ricarica e autonomia). Graditi ritorni che se si rivelassero dei successi potrebbe forse dare vita ai 'remake' di modelli storici, i quali potrebbero incuriosire maggiormente la domanda, agevolando il 'salto' verso il futuro elettrico.
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Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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