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4 Ottobre 2024

Quando il 'green' riguarda solo il colore dei dollari

di Caterina Di Perri
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Quando il 'green' riguarda solo il colore dei dollari

L’amministrazione Biden ha approvato nei mesi scorsi la Inflation Reduction Act (Ira): un disegno di legge finalizzato ad attuare modifiche nell’assetto generale dell'economia interna americana, per renderla compatibile con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra, combattere l’inflazione e mettere sotto controllo il deficit pubblico

In Europa si fa un gran discutere della transizione 'green'. A maggior ragione dopo le iniziative statunitensi, che con la loro proposta di riforma, denominata Inflation Reduction Act (Ira), tendono a minare l’economia europea, la quale sta intensificando le attività atte a generare proventi dai settori legati alla transizione verde. Ma cosa è accaduto, nello specifico? Vediamolo insieme. Lo scorso agosto 2022, l’amministrazione Biden ha approvato questo disegno di legge, finalizzato ad attuare modifiche nell’assetto generale della loro economia interna. Gli obiettivi Usa prefissati sono: a) riduzione di emissione gas serra; b) ridurre l’inflazione; c) mettere sotto scontrollo il deficit pubblico più in generale. Per attuare questi provvedimenti, igreen dollar2.jpgl Congresso americano ha stabilito, in pratica, di fare riforme nei settori della sanità, del fisco e della transizione verde. L’Ira prevede un pacchetto di misure tra incentivi e sussidi alle aziende americane, con un finanziamento di 370 miliardi di dollari in dieci anni. Ma cosa centra questo con l’Europa? Ebbene, il nodo è presto sciolto: con questo provvedimento le aziende americane che avevano deciso di investire in Europa faranno dietro-front, poiché si potrà beneficiare dell’Inflation Reduction Act solo per prodotti realizzati sul territorio statunitense. È pacifico che nel settore delle auto elettriche, delle batterie, dell’energia solare e quant’altro sia legato alla transizione verde saranno avvantaggiate solo le aziende che producono in Usa. Di conseguenza, la tendenza delle grandi aziende americane ed europee sarà quella di spostare la produzione sul territorio americano, per usufruire degli incentivi. Per l’economia del Vecchio continente, tutto ciò potrebbe risultare disastroso: è previsto un esodo in campo economico-produttivo che l’Europa non può permettersi in questo momento storico, con una guerra alla porta dell’est.

La missione europea ‘green’ a Washington
Germania e Francia hanno preso l’iniziativa di mandare i loro ministri dell’economia, il tedesco Robert Habeck e il francese Bruno Le Maire, a Washington, per discutere della questione con il segretario al Tesoro statunitense, Janet Yellen e con la rappresentante per il commercio, Katherine Tai. Dagli Stati-membri della comunità europea, l’Ira è vista come una minaccia commerciale tra quelli che dovrebbero essere partner, ossia Europa e Usa. Questo tipo di protezionismo, però, non dovrebbe tornare utile neanche alle politiche internazionali di Biden. Proprio adesso che gli assetti mondiali vedono una coesione occidentale contro Russia e Cina, gli americani dovrebbero ricordare che Pechino è comunque un partner commerciale da temere, sul quadrante occidentale europeo. E questo dovrebbe essere un momento di coesione, piuttosto che di distacco, nei rapporti commerciali. La visita a Washington è, dunque, una missione europea. E non a caso sono i rappresentanti dei due Paesi con il Pil più alto a conferire con i rappresentanti statunitensi.

Le contromisure
Intanto la Ue prende le sue contromisure. Come ha annunciato Ursula von der Leyen al World Economic Forum, tenutosi a Davos, in Svizzera, il 16 e 17 gennaio 2023, verranno introdotte due misure importanti legate alla transizione ecologica: il Net-Zero Industry Act e l’European Sovereignty Fund. Con il Net-Zero Industry Act si cercherà di convogliare gli investimenti verso quelle aziende europee che attiveranno, nelle loro produzioni, i protocolli necessari alla riduzione dell’impatto ambientale; l’European Sovereignty Fund riguarda i finanziamenti di Stato alle aziende. Questa iniziativa è una ‘controreazione’ all’Ira statunitense, ma i pareri all’interno dei Paesi dell’Unione sono, al momento, discordanti. Dopo il Consiglio europeo straordinario di Bruxelles del 9 e 10 febbraio scorsi, si saprà quale linea d’azione intraprenderà la Ue in merito a questa faccenda spinosa.

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QUI SOPRA: LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA, URSULA VON DER LEYEN

IN APERTURA: IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA, JOE BIDEN


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