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25 Aprile 2024

Bruno Zoia: "Questo è il nostro 'risveglio' dopo più di 20 anni di grande musica"

di Arianna De Simone
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Bruno Zoia: "Questo è il nostro 'risveglio' dopo più di 20 anni di grande musica"

‘E così tutto canta: dialoghi e musiche per un futuro possibile’: questo il titolo del nuovo cd-book dei MishMash, per i palati musicali più sofisticati e consapevoli

“Ci siamo diretti verso oriente fin dall’inizio”, dichiarano i MishMash, “e siamo partiti da una melodia tradizionale greca, che ci invitava ad andare avanti su quella strada di scoperta di suoni, parole e persone che abbiamo sempre cercato di percorrere, aprendo gli occhi, le orecchie e il cuore sugli angoli del mondo. A volte, basta un suono e sei già insieme agli altri ad ascoltare”. Abbiamo incontrato i MishMash in occasione dell’uscita del loro cd-book, dal titolo: ‘E così tutto canta: dialoghi e musiche per un futuro possibile’, accompagnato da un ‘minitour autunnale’ che li ha portati dalla periferia al cuore di Roma, attraverso uno spettacolo di musica, danza, recitazione, poesia e talk come quello, di grande successo, dello scorso 2 novembre, tenutosi presso il centro di Cultura ebraica della capitale. Ne abbiamo parlato con Bruno Zoia, fondatore e contrabbassista del gruppo.

Bruno Zoia, come immaginate il futuro della musica quando vedete l'invadenza e la normatività della tv e dell’immagine sul suono?
“Immaginiamo un futuro di eventi musicali e di nuove possibilità di fruire la musica dal vivo, che possa essere esperienza diretta del fattore musicale. Soprattutto, ci auguriamo una crescita e una diffusione della cultura musicale e del fare musica insieme”.

Come si entra in sala di registrazione dopo così tanti anni di impegno nella musica?
 Ognuno con le proprie parti scritte o con ancora con un margine di cambiamento dell'ultimo secondo? Insomma, come nascono le vostre composizioni e come cambiano in fase di registrazione?
“Le nostre composizioni nascono in vari modi. Di solito, prima di entrare in studio esse vengono a lungo elaborate e maturate tramite ripetute esecuzioni. Quando decidiamo di entrare in studio, cerchiamo comunque di mantenere la freschezza dell’esecuzione dal vivo. Per questo motivo, propendiamo a fare registrazioni in cui suoniamo senza ‘sovraincisioni’, proprio come faremmo dal vivo, anche per poter avere un risultato esattamente riproponibile in ‘live’. Seguiamo le partiture, ma lasciamo anche larghi spazi improvvisativi, in cui far emergere le voci più autentiche e l’interazione fra le parti. Talvolta, è successo che, in fase di registrazione, siamo intervenuti sull’esecuzione con nuove proposte di arrangiamento. Per esempio, inserendo delle pause o dei ‘break’, oppure una battuta musicale con un cambio di tempo, o una frase e un controcanto e così via. Il nostro desiderio è restituire al pubblico la nostra musica, con la freschezza con cui la sentiamo noi”.

Domenico_Ascione_detto_Mimmo.jpgEdith Bruck è risultata una figura capitale: raccontateci come vi siete incontrati e come siete giunti a parlare di musica?
“Alcune collaborazioni risalgono alle nostre origini. Come, per l’appunto, l’incontro con Edith Bruck: una donna straordinaria, che abbiamo accompagnato nelle sue letture in Paesi europei, a volte affrontando resistenze, come quando andammo ad accompagnarla in Austria a parlare della sua esperienza durante il governo capeggiato da Jorg Haider. In quelle occasioni, ci insegnò una canzone che lei imparò sulle gambe di suo padre e che, successivamente, abbiamo inciso in una nostra produzione. E ci raccontò di come la musica sia stata sempre presente, anche durante tante tragedie. Lei ci è stata sempre vicina e, per questo lavoro, ha voluto donarci tre delle sue poesie, così attuali e prive di retorica: messaggi chiari e diretti, direi inconfutabili”.

Potete suggerirci un disco che salva l'anima? E uno che ha cambiato, invece, il vostro modo di essere musicisti?
“Il nostro primo disco, intitolato ‘Delta’. Risale al 1999 e fu una rivelazione, a quel tempo: l’occasione per incrociare le nostre diverse nature e provenienze musicali, in una proposta così sentita da ogni componente. D’altronde, non abbiamo mai creduto che l’anima fosse da salvare, ma piuttosto da svelare, attraverso la ricerca della bellezza. Quello fu, per noi, un momento fecondo. L’introspezione della ricerca musicale può portare a uno sguardo solitario sul mondo che viviamo, ma nel nostro continuo scambio di opinioni e di proposte si è attivato un potente motore di crescita. Quello che, a volte, ci porta a delle crisi e rimesse in discussione, ma anche a importanti rinascite. Questo nuovo cd-book, invece, è nato da un sogno che ho avuto. Un sogno che desideravo fortemente cristallizzare, per dare una sintesi alla collaborazione venticinquennale dei MishMash, dopo l’avvenuta scomparsa del nostro caro compagno di musica, il Maestro Domenico Ascione, per noi Mimmo. Dopo, è arrivato anche il ‘risveglio’: avevamo un vasto repertorio ormai consolidato e rimasto inedito per tanti anni. E credo che quest’ultimo lavoro sia la giusta conseguenza e maturazione del discorso nato in quel lontano 1999”.
MishMash_Foto_di_Claudio_Sanfilippo_5.jpg

QUI SOPRA: I MISHMASH IN CONCERTO

AL CENTRO: IL GRANDE CHITARRISTA, DOMENICO ASCIONE

IN APERTURA: BRUNO ZOIA AL CONTRABBASSO

LE FOTO UTILIZZATE NEL PRESENTE SERVIZIO SONO DI CLAUDIO SANFILIPPO, CHE RINGRAZIAMO


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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