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1 Maggio 2025

Corale: voci sommerse, storie negate

di Lucilla Corioni
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Corale: voci sommerse, storie negate

Curù, il canto ostinato che fiorisce anche nell’arido: un duo formato dalle cantautrici e musiciste italiane, Giana Guaiana e Bruna Perraro

Nella moltiplicazione delle voci di resistenza, risuona ancora il canto ostinato di chi riesce a rendere fertile una terra arida. È da qui, da questo terreno poetico e insieme politico, che nasce 'Corale; voci sommerse, storie negate', il primo disco di inediti del progetto Curù: un duo formato dalle cantautrici e musiciste italiane, Giana Guaiana e Bruna Perraro. Un'opera collettiva e coraggiosa pubblicata da RadiciMusic Records, con il patrocinio di Amnesty International Italia, uscita il 22 aprile scorso per la Giornata mondiale della Terra, come un canto di rinascita e militanza. Curù non è soltanto un nome: è una visione condivisa, un ponte tra storie cancellate e memoria attiva. Fin dal titolo, 'Corale', il disco si dichiara manifesto. Un 'noi' che si fa tessuto vocale, gesto musicale, respiro collettivo. Un appello accorato a riconoscersi parte di un’umanità ferita, eppure ancora capace di cantare. Le 'voci sommerse' sono quelle di donne imprigionate per avere sfidato l’oblio; le 'storie negate' appartengono a popoli strappati alla propria terra, ma anche a noi, quando smettiamo di ascoltare.
Tutto comincia nel 2020 con una canzone - 'Donna chiama libertà' - ispirata alla vicenda di Nûdem Durak, giovane musicista curda incarcerata in Turchia per aver cantato nella propria lingua. È da questo brano che Giana e Bruna danno inizio a una coCuru_3.jpgrrispondenza epistolare con Nûdem, restituendole luce e ascolto. Segue poi l’incontro con le parole e le ferite di Sepideh Gholian, giornalista iraniana perseguitata per aver documentato uno sciopero in fabbrica. I suoi 'Diari dal carcere' diventano materia viva per altri due brani: 'Una punta di rosso' e 'Saluterò di nuovo il sole', quest’ultimo anche primo singolo ufficiale dell’album, pubblicato il 20 aprile, con un video che alterna l’intimità delle carezze femminili alla forza della protesta, con le parole di Sepideh proiettate sui corpi delle due artiste.
L’album si compone di dieci tracce, ognuna delle quali è una piccola grande storia che attraversa continenti, epoche, battaglie. Dalle desaparecidas sudamericane ai drammi del land grabbing africano; dalla sacra quercia texana che sopravvive al veleno fino a Yacouba Sawadogo, il 'folle di Gourga' che fa rifiorire il deserto. Ogni brano è un atto di testimonianza, un grido sommesso ma inarrestabile, come quello dei bambini che muoiono giocando con le mine travestite da giocattoli in 'I pappagalli e le bombe, no!', una denuncia in forma di blues lirico.
La cifra sonora di Curù mescola le radici classiche e popolari delle due autrici: chitarre acustiche e slide, charango e fisarmonica, violini e contrabbassi si intrecciano a due voci femminili che si cercano, si fondono, si rispondono come in un dialogo antico e necessario. Gli arrangiamenti sono firmati da Francesco Prestigiacomo, mentre la produzione è stata curata, con sensibilità artigianale, da Luca Rinaudo presso lo Zeit Studio di Palermo.
 
Una biografia in musica e lotta
Giana Guaiana,
interprete e cantautrice siciliana, ha pubblicato due album solisti: 'A giostra' e 'Fatti di terra'. Ha collaborato con artisti come Pippo Barrile, Angelo Branduardi, Franco Arminio e partecipato a progetti per Rai 3 e France 5. Ha ricevuto il Premio Matteo Salvatore del Club Tenco.

Bruna Perraro, friulana di origine e siciliana d’adozione, è flautista diplomata e cantautrice. Ha studiato in Olanda e Ungheria, scritto percorsi didattici per l’infanzia e inciso con il gruppo Kaiorda.

Giana e Bruna
Dal 2006, formano un sodalizio che affonda le radici nella musica sudamericana e nei canti popolari italiani. Prima con il duo 'Todo Cambia', poi con lo spettacolo 'Donna chiama Libertà' e fino a oggi con Curù.

Il pCuru_4.jpgrogetto Curù
Curù è, quindi, la loro voce rinnovata, il nome scelto per fare spazio a un sentire nuovo, ma profondamente radicato, come le voci che cercano di affiorare tra i detriti del silenzio. Un progetto che è già diventato 'concerto-reading', battito scenico, incontro con studenti e spettatori. E ora è diventato anche disco: un documento sonoro per non dimenticare, un rito musicale per restituire ascolto, presenza, respiro. Nel tempo del disincanto e del rumore, 'Corale: voci sommerse, storie negate' ci ricorda che ogni voce che canta è un atto di resistenza. E che il canto, quando è condiviso, può ancora cambiare la direzione del vento. Anche nelle terre più aride.
Link album: cliccare QUI
   
Per il video: cliccare QUI   

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