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11 Ottobre 2024

I, Iago

di Lorenza Morello
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I, Iago

Andrei Zagorodnikov in scena fa il ‘diavolo a 4’ proponendo tutti i personaggi dell'Otello ‘shakespeariano’: una messa in scena intelligente, arricchita da musiche ‘heavy metal’ che hanno attualizzato la vicenda e la questione in essa sottesa

Con ‘I, Iago’ di e con Andrei Zagorodnikov, la X edizione del Nops non poteva cominciare meglio. Una performance che ha saputo portare a sintesi la severità quasi marziale del teatro russo con la nostra commedia dell’arte. Niente di sperimentale, dunque, ma tante, tantissime idee. A cominciare da quella di rivisitare l’Otello di William Shakespeare evidenziano, finalmente, il punto di vista di Iago. Un personaggio che, in realtà, è l’unico a osservare le cose razionalmente, pur nella sua grandiosa malvagità. Il disegno di sostituire Cassio è certamente una forzatura: un’idea ‘machiavellica’, tanto per intenderci. Ma egli è anche l’unico personaggio a muoversi con piena conoscenza antropologica dei personaggi che cerca di manovrare, o manipolare. I comportamenti di tutti gli altri personaggi sono istintivi e irrazionali, a cominciare dal ‘Moro di Venezia’. Invece, Iago è un regista: è l’occhio che osserva tutti quanti, cercando di trarre vantaggio dalla propria posizione e intelligenza. E così scopriamo che anche i 'cattivi', quando sono realmente tali, hanno una loro identità: sono gli stupidi, quelli realmente pericolosi. Iago ha un disegno, una propria visione delle cose. Tutti gli altri sprofondano nella ‘piattezza’ logica più assoluta. Andrei Zagorodnikov in scena fa il ‘diavolo a 4’, proponendo tutti i personaggi della tragedia ‘shakespeariana’: con un semplice velo nero, egli si trasforma in Otello; con quello bianco, si trasforma in una Desdemona un po' ‘gatta morta’ e così via. Una messa in scena intelligente, arricchita da musiche ‘heavy metal’ che hanno attualizzato la vicenda e la questione in essa sottesa. Un buon lavoro, insomma, in cui il tentativo di fondere letteratura inglese, scuola teatrale russa e commedia dell’arte italiana ci è apparso pienamente riuscito. Ingegnoso.
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LE FOTO UTILIZZATE NEL PRESENTE SERVIZIO SONO DI: FRANCESCA ZOTTI

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