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28 Aprile 2024

Grazie di tutto, Günther Brus: addio al pioniere dell'azionismo viennese

di Rita Chessa
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Grazie di tutto, Günther Brus: addio al pioniere dell'azionismo viennese

L’artista estremo ci lascia a 85 anni con il merito di aver fondato uno dei movimenti più dissacranti della Storia dell’arte: in Austria, dal 17 febbraio e fino al 20 maggio, è stata inaugurata una grande retrospettiva in suo onore presso il centro culturale Kunsthaus Bregenz
 
Il 10 febbraio scorso è venuto a mancare Günther Brus, il fondatore dell’azionismo viennese: una corrente artistica nata in Austria intorno agli anni '60 del secolo scorso, che ha avuto il coraggio di scavare fino alle radici più oscure e recondite dell’animo umano. Una forma d’arte dissacrante, spesso profanatoria, dove i suoi componenti si sono spinti in performance volte al superamento dei propri limiti fisici e psichici, anche mettendo a repentaglio le loro stesse vite e subendo, in alcuni casi, denunce legali e condanne. Brus nacque ad Ardning il 27 settembre 1938 e dopo aver studiato arti grafiche all’accademia 'Angewandte Kunst' di Vienna con un'iniziale fase dedicata alla pittura, nel 1966 diede vita con Muehl, Hermann Nitsch e Rudolf Schwarzkogler a uno dei movimenti più controversi della Storia dell’Arte.
AssistiUomo_diviso.jpgamo, con le sue 'Aktionen', anche ad atti di mutilazione, shock catartico nel pubblico e diverse videoperformance sono state realizzate insieme al regista, Kurt Kren.
'Breaking Test' è il nome della sua ultima performance, anche la più estrema, presentata nel 1970 a Berlino.  Di questo lavoro esiste un video in 16 mm catalogato al MOMA di New York e fu l’ultima azione della sua carriera, in quanto l'artista era ormai esausto di tagli ed inflizioni. Decise così di tornare al disegno e alla pittura.
L’azionismo viennese ha permesso la rottura di schemi estetici e morali dopo mezzo secolo dalle prime sperimentazioni psichiatriche. L’Austria, del resto, è il Paese dove è nata la psicoanalisi. Non sorprende, perciò, che l’azionismo viennese si sia misurato con tematiche anche sadomasochistiche, mettendo al centro il corpo nel processo di purificazione dello spettatore che vi assiste, stimolando anche gli istinti generalmente censurati. Nelle opere dell’azionismo viennese viviamo l’evocazione dell’impulso animale, dell’innata tendenza alla violenza. Il corpo è come una tela, un territorio del verificarsi, del succedere, fino al punto di essere anche usato e martoriato.
Gunther Brus ha il merito di aver anticipato quella che sarà la ‘body art’, dando vita alle performance più sconvolgenti degli anni ‘60, che gli costarono diverse minacce di morte e problemi con la legge per aver utilizzato il dolore come mezzo di protesta nei confronti di una società repressiva e censoria. Dopo la sua morte è stata decisa l’inaugurazione di una grande 'esposizione-retrospettiva' sulla sua ricerca, ospitata da oggi e fino al 20 maggio presso il Kunsthaus Bregenz, in Austria, lungo le rive del lago di Costanza.

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