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26 Aprile 2024

Governo: ecco la ‘pagella’ di fine anno

di Ilaria Cordì
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Governo: ecco la ‘pagella’ di fine anno

Secondo Paolo Volterra, caposervizio della politica interna di ‘Skytg24’, Matteo Renzi può mangiare il ‘panettone’, ma le ‘ministre’ Stefania Giannini e Federica Guidi risultano ‘rimandate’

Siamo ormai giunti alla fine del 2014, un momento di sosta ‘natalizia’ e di riflessione in cui ci è sembrato opportuno proporre ai lettori  un primo bilancio sull’operato del Governo presieduto da Matteo Renzi. Questi primi 10 mesi sono stati, infatti, piuttosto ‘duri’ per l’ex sindaco di Firenze, ritrovatosi a fronteggiare una lunga crisi economica e un Paese debilitato sia dal ventennio ‘berlusconiano’, sia dai provvedimenti emergenziali degli esecutivi guidati da Mario Monti ed Enrico Letta. Una condizione che, in un certo senso, dava fiducia al giovane presidente, che molto probabilmente ha ritenuto l’Italia ormai alla fine del lungo ‘tunnel’ recessivo di questi ultimi anni. Ma i problemi concreti dei cittadini e della nostra collettività hanno trovato, almeno, un avvio di ‘risposta’? Legge di stabilità, Jobs Act, Italicum, semestre europeo, il rebus del ‘Colle’ e i nostri Marò sono solo alcuni dei temi che stanno impegnando a fondo il ‘decisionismo renziano’. Questioni che attendono ancora una soluzione definitiva che, tuttavia, sono accompagnate da tantissimi altri problemi di ‘ordinaria amministrazione’, tematiche non sempre ritenute giornalisticamente ‘appettibili’ dai nostri organi di informazione. Ai fini di un approfondimento più completo in merito ai compiti che il Governo attualmente in carica sta cercando di affrontare abbiamo perciò chiesto a Paolo Volterra, giornalista della redazione politica di ‘SkyTg24’, di aiutarci a redigere una ‘pagellina’ di fine anno del Governo Renzi, chiedendogli una serie di giudizi ‘articolati’, a loro volta affiancati da un voto conclusivo, ministro per ministro. A cominciare ovviamente dal premier. Ecco qui di seguito l’esito di questo nostro particolare ‘scrutinio’.

Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei ministri: “In queste settimane si è esaurita una parte della spinta propulsiva che Matteo Renzi possedeva o aveva dimostrato all’inizio del suo mandato: egli deve pertanto trovare il modo di riacquistare nuove energie. Secondo me, visto che è un politico di ‘razza’ e non uno ‘pseudo-tecnico’ com’erano Monti e Letta, o un imprenditore come Silvio Berlusconi, nella ‘partita’ del Quirinale darà il meglio di sé. Per adesso, ha generato negli italiani una parziale disillusione, ma bisogna anche saper attendere gli esiti complessivi delle sue riforme. In Europa non ha raggiunto nulla: era partito con una certa ‘baldanza’, ma poi si è perso per strada”.
Voto: 6 e mezzo per la politica ‘interna’, 5 e mezzo per quella in Europa


Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: “Delrio è colui che sta facendo il lavoro più ‘sporco’: è il ‘braccio’ e la ‘mente’ di Renzi, un ottimo uomo di Governo che si dimostrerebbe tale sotto qualunque ‘bandiera’. In fondo, lo aveva già dimostrato quando era sindaco di Reggio Emilia e da ministro del Governo Letta”.
Voto: 8 

Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme costituzionali e i Rapporti col parlamento: “Al momento, il giudizio è positivo, poichè è cresciuta sia politicamente, sia dal punto di vista della comunicazione. Rispetto agli inizi di questa sua esperienza di Governo, le va dato atto di esser riuscita a ottenere non ancora una legge, ma ‘l’ossatura’ di due riforme molto importanti: quella del Titolo V della Costituzione e quella elettorale. In tal senso, pur essendo estremamente in linea con l’ortodossia ‘renziana’, sta portando a termine risultati importanti”.
Voto: 7

Marianna Madia, ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione: “Si tratta del ruolo forse più difficile, poiché la Pubblica amministrazione, in Italia, è un grande problema. Fino a oggi, ha dimostrato buone capacità di mediazione, sebbene il compito sia sicuramente molto arduo”.
Voto: 6 e mezzo (in attesa di ‘miglioramento’…)

Maria Carmela Lanzetta, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie: “Non pervenuta. Potrebbe essere considerata una ‘fuoriclasse’, ma è un po’ come Francesco Totti: entra a 15 minuti dalla fine e rischia spesso di non ‘toccare palla’. È una figura di grande rilevanza e spessore, morale e politico, grazie alla sua esperienza da ‘sindaco anti-n’drangheta’. Tuttavia, al momento non sembra aver ‘portato a casa’ grandi risultati”.
Voto: N.P.

Paolo Gentiloni, ministro degli Affari esteri e la Cooperazione internazionale: “Anche lui non è valutabile: è in carica da troppo poco tempo. E Federica Mogherini deve il suo successo maggiore a Renzi, che l’ha ‘lanciata’ in Europa come ‘Lady Europe’...”.
Voto per Paolo Gentiloni: N.P.
Voto per Federica Mogherini: 7
(per i risultati raggiunti)

Angelino Alfano, ministro degli Affari interni: “Nei confronti di Alfano voglio fornire due giudizi distinti: uno politico e uno in quanto ministro. Quello politico riguarda il successo, sebbene risalga a più di un anno fa, ottenuto attraverso il suo ‘distacco’ da Berlusconi: un ‘passaggio’ politico molto delicato, ma realizzato senza subire la cosiddetta ‘onda di ritorno’, come invece è capitato, per esempio, a Gianfranco Fini. Da questo punto di vista, Alfano ha saputo ‘salvarsi’ politicamente, rimanendo ‘agganciato’ a due esperienze di Governo importanti: quella di Enrico Letta delle ‘larghe intese’ e quella di Renzi, d’intesa più ‘stretta’. Inoltre, Alfano sta portando avanti con attenzione le proposte politiche del ‘Nuovo centro destra’, sebbene queste si discostino dall’idea di Paese che ha in mente Renzi. Eppure, queste due ‘visioni’ al momento sembrano riuscire a ‘convivere’. Dal punto di vista dell’azione da ministro, il mio giudizio non può che essere ambivalente: da un lato, non mi è affatto dispiaciuta la sua gestione di ‘Mare Nostrum’, un’operazione assai discussa che, in verità, è stata molto importante sotto il profilo ‘umanitario’; dall’altro, ha avuto qualche difficoltà nella gestione dell’ordine pubblico. Va detto che quello che stiamo attraversando è un periodo molto difficile, anche a causa di un rapporto che definirei piuttosto ‘complesso’ con le Forze dell’ordine. Non sempre il suo rapporto con i vertici della Polizia e quelli della Pubblica sicurezza risulta chiaro, univoco e coerente”.
Voto: 6 e mezzo

Andrea Orlando, ministro della Giustizia: “In questi mesi, al contrario di Alfano, Orlando ha lavorato molto ‘sottotraccia’ e lentamente, affidandosi a tempi più ‘lunghi’. Speriamo riesca a proporre una buona legge ‘anticorruzione’, così per come è stata presentata. Al momento, possiamo solo dargli un voto di stima”.
Voto: 7

Roberta Pinotti, ministro della Difesa: “Uno dei suoi fallimenti maggiori, da condividere con il ministero degli Esteri, è quello di non essere ancora riusciti a riportare in Italia i nostri Marò, per quanto la vicenda risulti giuridicamente controversa. La sua posizione è risultata equilibrata sul finanziamento delle spese destinate alla difesa, le quali, essendo ingenti e importanti, in momenti di crisi non sono mai considerate tra le più importanti. Tuttavia, la politica militare italiana non può essere lasciata alla demagogia del ‘tagliamo tutto’: vi è una gestione dei rapporti internazionali che non può essere lasciata in sospeso. Mezzo ‘punto’ in meno anche per la vicenda dell’aereo di Stato di cui la Pinotti ha usufruito al ritorno dal vertice di Cardiff, anche se è stata scagionata da qualsiasi accusa”.
Voto: 6

Pietro Carlo Padoan, ministro dell’Economia e delle Finanze: “Personalmente, ‘sconto’ una stima ‘precedente’ per Padoan, un uomo che ha dimostrato, in passato, un forte equilibrio. Egli rappresenta un patrimonio di credibilità e autorevolezza decisamente importante per l’Italia. All’estero, egli ha saputo reggere all’urto ‘renziano’ del “vogliamo tutto e lo vogliamo subito” attraverso la forza dei numeri. Attualmente, io credo stia ‘accompagnando’ Matteo Renzi in un percorso che lo porterà, proprio grazie alla saggezza e alla sapienza di Padoan, a modificare alcune regole fondamentali del nostro Paese”.
Voto: 7 e mezzo

Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico: “Vi sono molte ‘aree di crisi’ di cui bisogna tener conto. E dal suo dicastero non ci sono state iniziative di grande livello: i problemi sin qui affrontati sono stati risolti, prevalentemente, grazie all’intervento di Palazzo Chigi”.
Voto: 5 e mezzo

Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture e Trasporti: “Tra le realizzazioni più importanti possiamo elencare l’accordo Alitalia-Etihad e il decreto ‘Sblocca Italia’. Se per il primo risultato il voto è sicuramente buono, in merito al secondo provvedimento ho visto alcuni punti ‘oscuri’, contrariamente a quanto ritiene il Governo: la difficoltà nel riuscire a mettere a punto un progetto più concreto e una non chiara visione sull’utilizzo del suolo. Lo sfruttamento intensivo del suolo è un grosso errore, particolarmente in questo momento. E più che scommettere su questo, bisognerebbe, invece, puntare su una buona conservazione del territorio".
Voto: 6

Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali: "Siamo in attesa di vedere come inizierà e come procederà Expo 2015, che è poi il vero motivo per cui Martina è stato scelto e inserito nella sua attuale posizione. Le impostazioni d’indirizzo sono buone, ma dobbiamo attendere il suo punto di ‘arrivo’, in particolare sulla tutela del ‘Made in Italy’ e sul rapporto Italia-Europa. Sul versante delle politiche agricole siamo ancora a un livello di ipotesi: al momento, possiamo solo aspettare».
Voto: 6 e mezzo

Gianluca Galletti, ministro dell’Ambiente, Tutela del territorio e del mare: “Il ministro Galletti utilizza parole giuste su molti aspetti concreti dei provvedimenti da prendere. Ma sulla tutela del territorio, sul dissesto idrogeologico e sulle politiche ambientali dire cose giuste è divenuto abbastanza facile. Bisogna vedere quali strumenti egli intende utilizzare in questi prossimi mesi, per riuscire a tenere insieme un panorama molto complesso, ovvero quello del dissesto idro-geologico del nostro Paese, della prevenzione e della tutela ambientale”.
Voto: 6

Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle politiche sociali: “Io sono convinto che il ministro Poletti sia assolutamente in buona fede sotto tutti i punti di vista, sia sul ‘Jobs Act’, sia nella vicenda che lo ha visto coinvolto in ‘Mafia Capitale’. È stato detto che egli rappresenterebbe lo strumento dei ‘poteri forti’ per mettere ‘in piedi’ un provvedimento come il ‘Jobs Act’, una riforma che secondo molti cancella delle tutele, trascinando il diritto al lavoro, sancito in Costituzione, ‘fuori dalle fabbriche’. Tale considerazione, tuttavia, è un controsenso, poiché l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è utilizzabile solo dalle imprese che hanno una forza lavoro superiore ai 15 dipendenti: ciò significa che già prima la Costituzione era ‘fuori dalle fabbriche’? È tutto un po’ capzioso. Per quanto riguarda il suo coinvolgimento in ‘Mafia Capitale’, comincio a pensare che molti nostri personaggi pubblici debbano stare molto più attenti, poiché persone ‘discutibili’, o addirittura ‘inqualificabili’, ce ne sono ormai troppe ‘in giro’. La ‘vicenda Buzzi’ è senza dubbio più complessa di quanto sembri, ma una foto non fa una sentenza. E non la fa nemmeno un’indagine. È chiaro, però, che bisogna essere più attenti: molti di noi potrebbero aver ‘sfiorato’ quella cooperativa e quelle persone, che gestivano tantissimi appalti. In ogni caso, Poletti sta svolgendo un ruolo politico complesso, decisamente non semplice”.
Voto: 7  (di stima e speranza)

Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca: “La ‘buona scuola’ è uno dei cardini, almeno a parole, del programma e dell’indirizzo politico complessivo di questo Governo. La Giannini sconta tuttavia il fatto che Renzi abbia voluto occuparsi in prima persona di scuola, anche se, fino a oggi, non ho visto grandissimi cambiamenti e realizzazioni. In più, la Giannini sconta anche altre piccole ‘cose’, come per esempio un concorso annullato a causa delle domande ‘sbagliate’ affidato a una società collegata al ministero. La scuola rimane, comunque, un vero e proprio ‘mostro’ burocratico”.
Voto: 5 e mezzo (d’incoraggiamento)

Dario Franceschini, ministro dei Beni e Attività culturali e del Turismo: “Sono buone alcune sue ‘azioni’ più recenti, come per esempio l’Art Bonus esteso anche alle attività musicali, o l’idea di far diventare alcuni musei italiani delle ‘macchine da soldi’ - lo dico volgarmente, ma così dev’essere - ovvero di sfruttare il patrimonio artistico italiano, che è il più grande del mondo. Anche perché, messi tutti insieme, i musei italiani sviluppano meno reddito del ristorante del ‘Metropolitan Museum’ di New York. Anche il rifiuto al trasferimento dei ‘Bronzi di Riace’ per l’Expo è stata una buona idea, sia perché queste opere potevano essere a rischio, sia perché, se si possiedono capolavori del genere, non vedo il motivo di far andare le persone a Milano per ammirarli quando, invece, dovrebbero recarsi in Calabria, cioè nel loro luogo d’origine. È vero: andare al sud è difficile. Ma allora, il discorso andrebbe completamente ribaltato: facciamo le infrastrutture, affinché Reggio Calabria possa diventare una città turistica. Insomma, a mio parere Franceschini dovrebbe lavorare di più con la Guidi”.
Voto: 7

Beatrice Lorenzin, ministro della Salute: “In alcune questioni si è mantenuta ‘a distanza’. E alcune sue posizioni sono apparse, talvolta, oltranziste. Tuttavia, il suo fare un passo indietro ha permesso ad alcune realtà locali di poter lavorare. Riguardo alla questione ‘Ebola’ ha lavorato bene. E sulla vicenda ‘Stamina’ ha saputo tener dritta la ‘barra’ contro la demagogia e i falsi maghi”.
Voto: 6 e mezzo

 

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Paolo Volterra, caposervizio della politica interna di ‘Skytg24’


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