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29 Marzo 2024

Insieme: il rassemblement alternativo di Pisapia, Bersani e D'Alema

di Fabrizio Federici
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Insieme: il rassemblement alternativo di Pisapia, Bersani e D'Alema

Una manifestazione sobria, ma ricca di contenuti, quella di sabato scorso a piazza Santi Apostoli in Roma: nuove voci stanno emergendo dal popolo del centrosinistra, a testimonianza di un processo di ricambio che, per fortuna, non si è affatto interrotto

Riflettiamo sulla recente manifestazione di piazza SS. Apostoli in Roma, dove Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano, ha lanciato il nuovo raggruppamento della sinistra: ‘Insieme’. È stato, almeno ufficialmente,  un inno all’unità: “Uscire dai problemi da soli è avarizia, assieme è politica. Da soli non si va da nessuna parte”. Lo slogan della manifestazione era, del resto: “Nessuno è escluso”. Erano  presenti Pier Luigi Bersani, Massimo D’Alema, piuttosto appartato, Roberto Speranza (Mdp), Pippo Civati (Possibile), Nicola Fratoianni e Stefano Fassina (Sinistra Italiana), Angelo Bonelli (Verdi), Bruno Tabacci (Centro democratico), Bobo Craxi e Rino Formica (Area socialista), i redattori de ‘l’Unità’, che ha chiuso i battenti. Giuliano Pisapia ha delineato il traguardo: “Oggi nasce la nuova casa comune del centrosinistra. Senza dimenticare il passato, ma radicalmente innovativa”. Insiste sulla necessità di superare i laceranti contrasti: “Non c’è altra strada insieme. L’altra strada, quella della divisione e del non essere ancorati a princìpi, rischia di dare il nostro Paese alla destra, al populismo, alla demagogia”. Ma farlo  insieme a Matteo Renzi sembra un’impresa difficile: da parte dell’ex-premier c’è “una mancanza di autocritica”, anche dopo “la sonora sconfitta” nelle elezioni comunali di giugno. Chi  ha attaccato frontalmente Matteo Renzi, applaudito dai militanti, è stato, invece, Pier Luigi Bersani. L’ex segretario democratico chiede una “radicale discontinuità, non per rancore, nostalgia, o antipatia, ma perché abbiamo un pensiero radicalmente diverso”. Boccia la gestione leaderista del Partito e le scelte politiche del Governo, soprattutto sul lavoro. Usa parole nette e pesanti: “Basta camarille, gigli magici, arroganza: non se ne può più”. E’ evidente che la sinistra di Roma e la sinistra di Milano, dove, invece, Renzi ha riunito trionfalmente l’Assemblea nazionale dei circoli democratici, parlano lingue diverse: le distanze aumentano, le due sinistre viaggiano ormai in rotta di collisione. È difficile immaginare, almeno per ora,  una loro collaborazione come sarebbe, invece,  indispensabile, volendo battere la destra sul modello francese del 1977-’78 e delle elezioni del 1997, che videro la vittoria della sinistra e il premierato del socialista Lionel Jopspin in coabitazione col presidente ‘gaullista’ Chirac. Chiaramente, Zio Silvio si starà fregando le mani... Giusto spazio hanno avuto, nella manifestazione, i temi sociali: Stefania Catallo, presidente del Centro antiviolenza di Tor Bella Monaca ‘Marie-Anne Erize’, ha ripercorso la storia della struttura da lei diretta, realizzando iniziative di rilievo, come l’assistenza a donne vittime di abusi, soprattutto domestici, una biblioteca forte di ben 8 mila volumi e una sartoria ‘solidale’, capace di dare lavoro e formazione professionale in un quartiere difficile, in condizioni obiettivamente degradate. “Il tutto senza avere un euro di aiuti pubblici: gli unici contributi arrivati”, ha specificato la Catallo, “sono giunti, quest’anno, da imprenditori francesi. Eppure, il 18 giugno scorso il nostro centro ha subìto un’aggressione d parte di ignoti vandali, entrati di nascosto e accanitisi contro gli arredi e gli abiti della sartoria. Tutto ciò, nel colpevole silenzio del sindaco di Roma e della Giunta municipale, guidata dai 5 Stelle”. Va detto che il centro di Tor Bella Monaca sta subendo, inspiegabilmente e da mesi, l’ostracismo del Municipio, che vorrebbe tornare in possesso dell’immobile, dato a suo tempo in concessione per finalità culturali e di promozione sociale. “Nel nostro centro”, ha aggiunto Stefania Catallo, “da tempo sperimentiamo il progetto di quella che è, in sostanza, una ‘comunità di destino’, con meno traumi e scossoni rispetto ad analoghi progetti centrati, invece, sulla ‘patria’, o sulla ‘classe operaia’: evidentemente”, ha concluso la Catallo, “questo sta dando fastidio a qualcuno e sta suscitando molte invidie”.

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NELLA FOTO: LA PRESIDENTE DELLA CAMERA, LAURA BOLDRINI, ABBRACCIA STEFANIA CATALLO

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