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19 Aprile 2024

Nothing personal... oh yeah

di Gaetano Massimo Macrì
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Davvero audace, con uno scenario a tratti delirante, quello su cui si stagliano i personaggi pensati da Francesca Viscardi Leonetti, regista e autrice innovativa e vincitrice di vari premi internazionali, che in questa occasione è andata a pescare direttamente dal genio di Roman Polanski in La Morte e la Fanciulla.
“Niente di personale” è l’espressione tipica e paradossale che si esprime di fronte alle tragedie, ai drammi della vita. Parole che ripetute in ‘loop’ dai personaggi, ‘recitate’ come un mantra protettivo per allontanare le paure, sembrano svuotarsi di tutto il loro significato. 
Non c’è nulla di personale, allora, a parlare per esempio di stupro: “Oh mio Dio che crudeltà!” è lo scialbo commento che consente di continuare a vivere in una illusoria serenità. Giudizi e pregiudizi altrui animano la rappresentazione facendo sorridere nel dramma.
Completano il testo, le incursioni letterarie di Elliot, De Filippo e Shakespeare (per chi le ha colte).
Impreziosiscono le note musicali suonate dal vivo da una piccola orchestra e cantate dalla suggestiva voce di Amalia Grè, che con la sua bravura, forse, sopperisce all’audacia creativa di una rappresentazione che il pubblico non sempre comprende.
Nel complesso merita una visione, ma meglio se muniti, in anticipo, di alcune informazioni.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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