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26 Aprile 2024

84 gradini

di Gaetano Massimo Macrì
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84 gradini

Ottantaquattro gradini, tanti quanto quelli che il protagonista percorre nella scala della propria esistenza, ma “nella vita, a volte, succedono delle cose… Come quando ti svegli e capisci che stai invecchiando. O come quando...”. E con questi “come” si potrebbe continuare all’infinito. Inutile stare lì a fare calcoli, conti. Perché tanto, prima o poi, accade sempre qualcosa e l’essere impegnato in questa corsa, quale senso dovrebbe avere? Cresciamo, andiamo avanti, gli imprevisti aumentano e ci si mette anche il nostro perbenismo interiore a rendere tutto più complicato. Una ‘vocina’ interna con cui spesso dialoghiamo male. Nonostante tutto, corriamo, lungo le tappe che ci toccano. Ci innamoriamo, ci sposiamo. Poi vogliamo un bambino. E lui, il solito perbenismo interiore, sempre più pressante, ti avvisa che quello lo fai con la testa, col cuore, con tutto. Non è per te, è per lui che dovresti farlo! Ma non te ne frega un tubo. Continui a correre sulla tua strada. Sei papà, ma anche figlio di una madre che, ti dicono all’improvviso, ha un cancro. Elevarsi, pensi. Tuo padre ti ha insegnato che la vita è andare avanti, salire i suoi gradini, il che significa elevarsi, dice lui. Si, ma allora, queste scale hanno qualcosa che non va. La voce narrante di professione ripara scale mobili. Perché, alla fine, tutto si rompe. Solo il mare non si rompe mai. 
Un monologo sull’esistenza condotta senza 'avvenimenti', assaporando il gusto delle cose, restando sulla loro superficie. Quando è ‘sotto’, dentro che dovremmo guardare. Piuttosto che ‘scalare’ vette, dovremmo tuffarci nel mare delle nostre emozioni più profonde. Frenetico, ironico, a tratti geniale. Giuseppe Mortelliti è bravo, ha una presenza scenica che lascia il segno.

Scritto, diretto e interpretato da Giuseppe Mortellitti


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