Ottimo questo progetto de ‘La compagnia dei masnadieri’ di riproporre il capolavoro di Kafka ‘Il castello’, a cui probabilmente la K del titolo fa riferimento, in una versione riveduta e ben attualizzata. Costumi d'epoca, interpreti di livello e musiche originali completano il quadro di una rappresentazione che ha saputo mostrare le incongruenze, le assurdità, i segreti iniqui, le dissimulazioni e persino le inefficienze burocratiche di un fantomatico villaggio posto ai piedi di un ancor più fantomatico castello. Un villaggio, lo si evince con chiarezza, che riproduce in scala la società stessa. Il tentativo di agganciare un testo complesso con la nostra attualità è dunque degno di nota e di rilievo, frutto di un riadattamento ben pensato e collettivamente ben eseguito da tutti gli attori in scena. Il teatro è arte. E l’arte è la vitalità stessa di uno spirito indomito, il quale non vuol rifuggire dal proprio compito di sottolineare e colpire quelle falsità antropologiche che continuano a degradare il comportamento dell’uomo, in un continuo tentennamento tra la contraddizione e il grottesco. Intelligente e, ribadiamo, attuale.
Ass. Cult. La Compagnia dei Masnadieri
di Massimo Roberto Beato
Regia di Jacopo Bezzi
Con Massimo Roberto Beato, Lorenzo Venturini, Nicoletta La Terra, Brunella De Feudis e Ugo Benini