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20 Aprile 2024

I bambini del ghetto

di Carla De Leo
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I bambini del ghetto

Una storia di spensieratezza e di innocenza spezzate. Infanzie mutilate per sempre dallo sterminio nazista. ‘I bambini del ghetto’ è il racconto della deportazione dei bambini ebrei nei lager, dal punto di vista dei bambini. Un punto di vista candido, inconsapevole, che troppo presto viene forzato alla confidenza con la parola ‘morte’. Siamo a Roma. Corre l’anno 1943. La seconda guerra mondiale miete milioni di vittime. Ma i bambini del ghetto, malgrado le restrizioni e i divieti imposti dal regime, non comprendono la realtà. Non si rendono conto dell’infame destino che sta per travolgerli: continuano a giocare nelle piazze, a schiamazzare e a prendersi in giro l’un l’altro. Solo di tanto in tanto si interrogano sulle difficoltà e sul terrore che, nonostante il tentativo di celarlo, ‘leggono’ sui volti dei loro genitori. Finché accade l’inevitabile: arrivano i mostri (i tedeschi) e fanno razzia di giovani vite, la maggior parte delle quali non farà più ritorno nelle proprie case. Sul palco, i fantasmi adulti di quelle vittime rimaste per sempre dei bambini, ricordano l’indifferenza e l’impassibilità con cui furono caricati sui treni e ammassati come bestiame. Come carne da macello. Raccontano degli sguardi incerti e smarriti, degli occhi gonfi di lacrime di terrore. Di come non si udissero più né le risate, né gli scherni nei confronti dell’amico. Ma di come, adesso, la paura, la fame e il freddo, fossero padroni dei loro sentimenti innocenti. Sensazioni da cui non verranno più abbandonati, per tutta la durata della prigionia nei campi di concentramento. E fino all’estremo momento della morte. La rappresentazione, che per tutta la sua durata è accompagnata dalle note dal vivo di un pianoforte – che accentuano la solennità e la drammaticità degli eventi ripercorsi – è concepita in un alternarsi di scene di canto, di proiezioni fotografiche e di un momento di ‘reading’. Quest’ultimo evidenzia ‘l’altro dramma’: quello delle famiglie sopravvissute. La lettura di alcuni documenti storici racconta, infatti, il tentativo disperato di madri e padri che non riescono a rassegnarsi: anni dopo il termine del conflitto, si rivolgono alle Nazioni Unite nella speranza di avere notizie sui loro figli. Bambini che ‘vogliono vedere’ a tutti i costi ancora vivi. Ma che sono e resteranno per sempre soltanto fantasmi. Intenso.

Liberteatro. Scritto e diretto da Monia Manzo
Con: Monia Manzo, Aurora Deiana, Flora Vona, Demian Aprea, Marco Giustini. Scenografia: Fabio Calascibetta. Musicista: Francesco Paniccia


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