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16 Aprile 2024

Fäk Fek Fik - Le tre giovani - Werner Schwab

di Gaetano Massimo Macrì – gmacri@periodicoitalianomagazine.it Twitter @Gaetanomassimom
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Fäk Fek Fik - Le tre giovani - Werner Schwab

“Le multinazionali non fanno sentire soli”! “Pochi euro per un cancro”! “Mangiami, io sono in tavola”! Sembrerebbero frasi strampalate, con poco senso, se messe insieme. Eppure, il pregio di questo spettacolo è proprio quello di avere una drammaturgia del tutto particolare. Non vi è la classica rappresentazione di un testo, che si dipana tra un inizio e una fine, con lo sviluppo nella parte centrale. Gli schemi della classica trama qui sono saltati per aria. Ciononostante, lo spettatore riesce a seguire bene il filo (il)logico delle tre protagoniste. Ognuna ha la sua storia, ma la racconta a frammenti. Si colgono echi, ricordi delle rispettive esistenze, che con un lavoro di regia ben fatto si riempiono di un senso. Quale? Inutile stare lì a trovarlo. Ognuno, seguendo la recitazione, percepirà qualcosa. “Il bello è proprio questo”, confessa il regista, Dante Antonelli. Del resto, come dicono le attrici nel finale: “Rappresentare sé stessi è un lavoro. La rappresentazione dovrebbe evidenziarlo”. Lo spettacolo infatti piace, lascia la netta impressione che ci sia del contenuto, che non si tratti di una sperimentazione fine a se stessa. Al contempo, riesce difficile raccontarlo. Non è un difetto, ripetiamolo, ma in qualche modo costringe lo spettatore a elaborare le immagini e il testo, pregni di significato e offerti con grande ironia. La figura di un Papa che riecheggia tra un “Francis” o un “Francisco”, o ancora uno pseudo-Berlusconi in rappresentanza della classe politica, che mentre parla agli italiani (si fa il verso al suo primo celebre discorso, quello della ‘discesa in campo’) si spreme le mammelle, nudo e crudo. In realtà, è molto più semplice capire 'Fäk Fek Fik' andandolo a vedere, che raccontandolo. Nel finale, il riferimento al ‘padre’ ispiratore della commedia, quel Werner Schwab che negli anni ’80 scrisse 'Le presidentesse'. Dal ‘mondo’ inventato dal drammaturgo austriaco derivano le immagini surreali, una certa visione escatologica, un certo degrado del corpo che “le tre giovani” ripercorrono, lasciandocene cogliere a tratti qualcosa. In fondo, questa è l’immaginazione di quello che sarebbe potuto succedere alle tre presidentesse, se fossero vissute, più giovani, ai giorni nostri. Schwab aleggia nello spettacolo, percepibile “come un faro nella nebbia, così lo abbiamo voluto rappresentare senza riproporlo in modo canonico”, spiega sempre il regista. Una trovata che sia lui che le brave attrici hanno saputo interpretare, costruendo uno spettacolo intelligentemente ‘osceno’, bizzarro ma niente affatto banale. Perfettamente in grado di raccontarsi da solo. Consigliato.


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Fäk Fek Fik - Le tre giovani - Werner Schwab
Palco B - 14 giugno h. 22,00 - 15 giugno h. 23,30 - 17 giugno h. 20,30

Tre giovani attrici affrontano il paesaggio dei riferimenti della produzione del drammaturgo austriaco con l’obiettivo di realizzare una scrittura originale che inizia dove lo spettacolo, Le Presidentesse, finisce portando sulla scena quello che Schwab stesso non ha mai scritto. Lo ha consegnato come una visione ai posteri, alle future generazioni di giovani dissidenti: una cucina vuota, uno schermo che diventa sempre più grande, desideri d’amore sempre più contorti e incerti, emarginazioni sempre più silenziose, periferie di un mondo globalizzato al centro di un’indagine acuta e ironica, appassionata ma spietata. Un lavoro in cui la drammaturgia non è solo la testualità delle battute delle attrici ma l’insieme complessivo dei segni e delle scelte di ogni singolo momento della performance.

Regia: Dante Antonelli  - Attrici e autrici: Martina Badiluzzi, Ylenya Giovanna Cammisa, Arianna Pozzoli
Allestimento scenico: Francesco Tasselli - Ambiente sonoro: Samuele Cestola
Compagnia collettivo Sch.lab - Associazione culturale Teatro A Vista
GENERE: nuova drammaturgia performance


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EDITORE: Compact edizioni divisione di Phoenix associazione culturale