Per il Chaplin che va in scena sul palco del Fringe Festival, il vero dilemma è ‘essere’. Perché, giunto all’apice del successo, il dubbio si insinua: il pubblico chi ama veramente? Chaplin o Charlot? La vecchiaia che si avvicina e il terrore di essere rimasti schiavi, schiacciati dal proprio personaggio, induce il protagonista a mettere tutto in discussione, a rivedere la propria vita, ma soprattutto a mettere a nudo il suo mondo interiore. Uno spettacolo introspettivo, in cui il protagonista ripercorre il proprio passato per far emergere la sua essenza interiore, fortemente condizionata dai fantasmi dell'infanzia. Un tavolo e una corda al centro del palcoscenico fanno da sfondo fisico e allegorico a questo universo che si agita nell’animo dell’uomo: desiderio di evasione e di libertà, contrapposto alla realtà che fa di lui sempre e solo il personaggio. Una storia di abbandoni e sofferenze, di umiliazioni e di riscatti. Ma soprattutto una storia di tremenda solitudine. La gloria, la fama, i soldi e il successo si contrappongono a una sfera affettiva privata difficile. Al tramonto della vita, i ricordi prendono il sopravvento e, con essi, tutta l'amarezza che l'artista Chaplin aveva celato dietro il volto clownesco di un piccolo vagabondo. Il lungo monologo si dispiega in un susseguirsi di scene, come in un film, che diventano una confessione aperta e accorata del controverso rapporto con i genitori e dell'attrazione per donne giovanissime. Emerge fortemente, in tutto ciò, il senso di inadeguatezza che ha sempre accompagnato l'artista e, con esso, la sua tristezza perenne. Anche far ridere diventa uno sforzo, una prigionia. La consapevolezza che il personaggio Charlot vivrà in eterno, mentre l’uomo Chaplin morirà, porta a un ultimo desiderio: “Morire, dormire… Nient’altro”. Un monologo dal quale, sinceramente, ci aspettavamo qualcosa di più. Tuttavia, Giuseppe Rascio riesce a infondere una certa dose di veridicità in un testo e a una regia che sono apparsi nel complesso deboli. Migliorabile.
To be or not to be Chaplin
Palco B - 16 giugno h. 22,00 - 18 giugno h. 20,30 - 19 giugno h. 23,30
Essere o non essere? È questo il dilemma. Chaplin lotta contro le sue stesse paure, contro il terrore di invecchiare e morire, contro la sua solitudine; contro la paura di fare la fine di Che Guevara, ormai ridotto a una semplice faccia stampata sulle magliette dei ragazzi durante un corteo. Questo spettacolo non è una biografia del famoso attore inglese, ma una ricerca nel suo mondo interiore e nell’universo che ogni artista racchiude dentro di sé. Chaplin non voleva essere soltanto Charlot, nessuno vorrebbe essere soltanto un personaggio.
Regia: Roberto Galano
Interprete: Giuseppe Rascio
Autore: Daryoush Francesco Nikzad
Compagnia Teatro dei Limoni
GENERE: prosa